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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Cessione Versalis: si prepara il nuovo sciopero generale del 19

Non è andata giù ai sindacati la decisione del governo, rappresentato dal ministro Federica Guidi e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, che ieri hanno incontrato riservatamente i rappresentati del fondo americano Sk Capital e l'advisor incaricato della mediazione, Rothschild (di cui è vicepresidente l'ex numero uno di Eni, Claudio Scaroni

Non è andata giù ai sindacati la decisione del governo, rappresentato dal ministro Federica Guidi e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, che ieri hanno incontrato riservatamente i rappresentati del fondo americano Sk Capital e l’advisor incaricato della mediazione, Rothschild (di cui è vicepresidente l’ex numero uno di Eni, Claudio Scaroni), per esaminare i programmi industriali e le intenzioni del potenziale acquirente di Versalis e valutarne le garanzie occupazionali. Una riunione senza Eni e senza le organizzazioni sindacali, come già detto.

Di questa mossa di cui i lavoratori e le loro rappresentanze non erano stati messi al corrente è stata una degli argomenti sul tappeto della seduta odierna del coordinamento sindacale nazionale del Gruppo Eni, cui hanno partecipato anche alcuni sindaci ed assessori comunali, convocata in preparazione del nuovo sciopero nazionale proclamato per il 19 febbraio e per fare il punto della situazione.

“Le segreterie nazionali  invieranno immediatamente una richiesta di incontro urgente sia al Mise che al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per ribadire e pretendere un ruolo attivo nella vertenza e non solo quello di ascoltare le ragioni di Eni nel suo proposito di svendere – annuncia Emiliano Giannoccaro segretario della Femca Cisl di Brindisi -. Ad Eni invece verrà richiesto di mantenere sospesa ogni iniziativa fino a quando non si parlerà chiaro e si affrontano i problemi con i lavoratori e i loro rappresentanti”.

Ma non basta incalzare l'azienda con la manifestazione nazionale del 19 prossimo in Piazza Santi Apostoli: si attueranno tutte le azioni locali che si terranno necessarie, con un andamento in crescente, fa sapere Giannoccaro: “Vanno coinvolte tutte le istituzioni e i parlamentari, tra l'altro invitati nuovamente a partecipare il 19, affinché le ragioni dei Lavoratori assumano stesso peso rispetto alle rassicurazioni che Eni elargisce in ogni dove”. Il 19 febbraio parteciperanno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Dalla Puglia partirà una delegazione di 150 persone.

"Intervenga il Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti”; è la proposta lanciata oggi dai segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani all'assemblea unitaria di tutti i delegati del Gruppo Eni a Roma (una ipotesi già in campo per Ilva).Una presa di posizione questa che è condivisa da diversi esponenti delle Regioni e dei Comuni interessati, presenti all'assise dei sindacati, così come nei giorni scorsi si erano già espressi numerosi parlamentari.

Ma è l'intera strategia di Eni a non convincere affatto i sindacati: “Il disegno del gruppo  resta sostanzialmente quello prospettato nel 2015: consolidare ed estendere le proprie attività di core business fuori dall'Italia ridimensionando il perimetro delle attività domestiche, a partire dalla dismissione della chimica e di Gela, dalla progressiva riduzione della capacità di raffinazione, alla cessione di Saipem e Gas&Power, veri e propri gioielli dell'industria italiana. In questo modo Eni presenta interamente il conto della caduta del prezzo del greggio solo al proprio Paese”.

“Avvertiamo – insistono i sindacati – una sottovalutazione politica, quando non superficialità, dell'impatto delle decisioni Eni sul Paese”. “Tutto ciò che è patromonio di sessant'anni di storia industriale Eni non può essere delegato a soggetti diversi dalla gestione pubblica”. Si provocherebbe un corto circuito per l'occupazione, l'innovazione, la ricerca,  nei siti e nei territori in cui oggi esiste una presenza industriale consolidata di Eni in Italia, a cominciare proprio da quel ruolo fondamentale che nel prossimo futuro avrà la transizione verso la chimica verde, denunciano i sindacati.

Articolo aggiornato alle 20.05
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