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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Ancora tempesta sul bilancio Authority

BRINDISI – Si sta facendo di tutto, in alcuni uffici dell’Authority della ex stazione marittima, per evitare che il 18 settembre, convocato per la terza volta sul tema del bilancio consuntivo 2012 che doveva già essere approvato entro il 30 aprile scorso, il Comitato portuale bocci il documento contabile.

BRINDISI – Si sta facendo di tutto, in alcuni uffici dell’Authority della ex stazione marittima, per evitare che il 18 settembre, convocato per la terza volta sul tema del bilancio consuntivo 2012 che doveva già essere approvato entro il 30 aprile scorso, il Comitato portuale bocci il documento contabile provocando la decadenza del presidente Iraklis Haralambidis prima ancora del giudizio del Consiglio di Stato (che dovrà confermare o meno la sentenza del Tar di Lecce che giudicò illegittima la nomina del professore greco). Di tutto, forse anche qualche passo falso, stando ai documenti disponibili, che potrebbe trasformare un parere apparentemente favorevole ricevuto dal Ministero dei Trasporti in un boomerang. Si vedrà al momento della conta, quando ognuno si assumerà le proprie responsabilità, in un contesto di difficoltà sempre maggiori per il porto stesso.

L’Autorità portuale ha risposto ai rilievi ed alle obiezioni del Comitato portuale, sollevati nelle due precedenti sedute, con una lunga memoria che però – a quanto si dice - non è stata redatta su carta intestata, non porta numeri di protocollo, e nessuna firma in calce. Soprattutto, però, ci sono tre note. O meglio una nota e due lettere, dedicate ad uno dei tempi roventi della contesa: quella della contrattazione secondaria che ha portato a distribuire per il 2012 quasi 700mila euro di premialità al personale dell’ente, senza che il Comitato portuale abbia mai potuto valutare e votare quell’accordo di secondo livello.

E qui la storia diventa molto delicata. Le lettere, infatti, una della dirigente dei servizi amministrativi dell’Autorità portuale indirizzata al Ministero dei Trasporti, l’altra del Ministero all’Autorità portuale brindisina, danno quell’accordo sindacale, su cui si poggiano i maxi-premi al personale, come per approvato nel 2010. E qui, si potrebbe dire che le informazioni inviate da Brindisi a Roma siano state incomplete, a tal punto da non mettere il direttore generale del dicastero nelle condizioni di valutare compiutamente la situazione?

Cosa dice la legge 84/94 in proposito: il comma d dell’articolo 8, dedicato ai compiti del presidente dell’Autorità portuale, recita “sottopone al Comitato Portuale gli schemi di delibere riguardanti il bilancio preventivo e le relative variazioni, il conto consuntivo e il trattamento del Segretario Generale, nonché il recepimento degli accordi contrattuali relativi al personale della Segreteria tecnico-operativa”. Per segreteria tecnica operativa si intende tutto il personale ad eccezione del segretario generale. A Brindisi invece il Comitato portuale recepì nel 2009 il Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale delle Autorità portuali, ma non ha mai esaminato, discusso o votato un accordo di secondo livello.

L’accordo di secondo livello è stato invece approvato nel 2010 solo con presa d’atto per decreto (uno dei famosi decreti di fatto esclusi dalla trasparenza degli atti), il numero 215 del 21 giugno di quell’anno, firmato da Giuseppe Giurgola, presidente protempore. Nella lettera della dirigente dei servizi finanziari e amministrativi al Ministero dei Trasporti si legge: “Al contrario di quanto previsto per il recepimento del Ccnl porti, trattandosi di accordo tra il presidente, parte datoriale, e le rappresentanze sindacali aziendali territoriali, questa autorità portuale non ha ritenuto, al pari di molte altre, di effettuare il passaggio in comitato di tale documento”.

E ancora: “Tale circostanza costituirebbe oggi, per alcuni componenti, condizione ostativa all’approvazione del documento contabile, per altro già rinviata nella precedente seduta del 21 giugno 2013, pur con il parere favorevole del collegio dei revisori. Giova inoltre precisare che in ogni caso la contrattazione risulta approvata nel 2010 e che lo stanziamento previsto a tal riguardo nel pertinente capitolo di bilancio era già stato inserito nel bilancio di previsione 2012”.

Insomma, nella nota alla struttura ministeriale non si precisa che l’approvazione avvenuta nel 2010 non è avvenuta da parte del Comitato portuale, ma solo con decreto presidenziale. E infatti il direttore generale del ministero, bacchettando l’Autorità portuale brindisina, alla quale ricorda gli obblighi di legge per i passaggi degli accordi di secondo livello in Comitato portuale, considera approvati quelli del 2010. E lo stesso accade ai revisori dei conti. Infatti Caliendo, recitando il dettato dell’articolo 8, ribadisce che “pertanto, poiché dalla lettura della norma non sembra emergere alcuna distinzione tra accordi di primo livello (Ccnl porti) e di secondo livello, si ritiene che anche quest’ultima contrattazione vada sottoposta al comitato portuale”.

Ma poi, il direttore generale del ministero aggiunge: “Con specifico riferimento alle obiezioni sollevate da alcuni membri del comitato portuale, si precisa che le stesse appaiono intempestive poiché il contratto di cui trattasi è stato approvato nel 2010 e lo stanziamento è stato previsto nel relativo capitolo di spesa del bilancio di previsione 2012, oltre che nei precedenti documenti contabili dell’ente, regolarmente sottoposti all’approvazione del citato comitato”. Quindi Caliendo, essendo impensabile che il direttore generale del ministero possa considerare intempestiva un’obiezione ad una spesa non autorizzata dal Comitato portuale, come egli stesso ha rimarcato debba invece avvenire, evidentemente ha ritenuto che nel 2010 l’accordo sia stato approvato dal comitato stesso? Chi si assumerebbe la responsabilità di ratificare una spesa autorizzata in maniera non conforme alla legge? L’obiezione può essere tardiva, ma non infondata. La Corte dei Conti potrebbe anche chiedere ragione di ciò, se chiamata in causa. Non si può dire: fin qui avete sbagliato e passi, non sbagliate più da oggi in poi.

A questo parere del ministero, che sembra condizionato dalla non completa cognizione delle modalità di approvazione – ritengono vari esponenti della portualità brindisina - del 2010, si è uniformato anche il parere del collegio dei revisori. Ma la legge parla chiaro: gli accordi di secondo livello sono materia di decisione del Comitato portuale, che non li ha mai potuti visionare, valutare e votare, pur avendo votato i bilanci precedenti (sia pure con diverse composizioni). Accordo, quello del 2010, che porta in calce per parte sindacale anche la firma della stessa dirigente dei servizi finanziari e amministrativi, sembra. Ma un dirigente di un ente, in una contrattazione di secondo livello, chi rappresenta, l’ente o i lavoratori? Un altro dubbio, tanto per chiarire che il 18 settembre i pareri del ministero e dei revisori probabilmente non serviranno a rimuovere dubbi e perplessità. Anzi.

 

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