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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Approvato dal solo socio privato il bilancio 2014 del Marina di Brindisi

Il bilancio 2014 è stato approvato: si è svolta questa mattina (giovedì 30 aprile) l’assemblea dei soci di Bocca di Puglia, società mista proprietaria del porticciolo turistico “Marina di Brindisi”. Nel corso dell’incontro il Comune di Brindisi, rappresentato dall’assessore al Bilancio, Carmela Lo Martire, “vista la perdita societaria registrata”, si è astenuto. La Igeco, socio privato di maggioranza, ha votato a favore

BRINDISI - Il bilancio 2014 è stato approvato: si è svolta questa mattina (giovedì 30 aprile) l’assemblea dei soci di Bocca di Puglia, società mista proprietaria del porticciolo turistico “Marina di Brindisi”. Nel corso dell’incontro il Comune di Brindisi, rappresentato dall’assessore al Bilancio, Carmela Lo Martire, “vista la perdita societaria registrata”, si è astenuto. La  Igeco, socio privato di maggioranza, ha votato a favore.

Gli altri tre soci Marinedi Spa, Cogit e Assonautica assenti. Marinedi è una società che fa capo all’imprenditore Renato Marconi, subentrata nelle quote nel porticciolo turistico di Brindisi a Italia Navigando in virtù di una transazione extragiudiziale che ha concluso un contenzioso nel 2013 con la società di Invitalia, con il passaggio alla stessa Marinedi delle partecipazioni di Italia Navigando in alcuni marina.

A confermare la notizia il presidente del consiglio di amministrazione Dario Montanaro, designato dal Comune di Brindisi, che attualmente e provvisoriamente detiene anche le deleghe dell’amministratore delegato di Bocca di Puglia, Tommaso Ricchiuto (Igeco), colpito da ordinanza di custodia cautelare e sottoposto a indagini giudiziarie in relazione alle note vicende di appalti e politica che interessano Cellino San Marco.

Ma non solo, secondo quanto appreso, durante la mattinata è stata rimarcata da Carmela Lo Martire l’intenzione dell’amministrazione comunale di cedere le quote del Comune in Bocca di Puglia, così come previsto dal piano di razionalizzazione e organizzazione delle società partecipate comunali che, stilato sulla base della legge di stabilità 2015, è passato al vaglio del consiglio comunale nel corso della seduta di giovedì 26 marzo scorso.

Una proposta, vale la pena precisare, che all’epoca non vide d’accordo le forze politiche di maggioranza e opposizione e attorno alla quale ruotano ancora oggi pareri favorevoli e contrari: va aggiunto, infatti, che nei giorni scorsi era stato il consigliere comunale Roberto Fusco (Sì Democrazia) ad esprimere la sua contrarietà sul piano di riordino sopra citato facendo presente che questo, a suo avviso, “non avrebbe risolto i problemi in quanto non prevede alcun serio ridimensionamento dei costi delle società, anzi, al contrario, la vendita delle partecipazioni del Comune in Bocca di Puglia, ma anche in Aeroporti di Puglia, sarebbe stato un errore ai danni dello sviluppo e del futuro economico della città”.

Era stato, poi, direttamente il sindaco Mimmo Consales a rispondere sottolineando che “solo l’ottimo lavoro svolto da Montanaro fino ad oggi è servito a contenere lo strapotere di un gruppo di maggioranza che risponde ad un privato, ma che adesso non ha più senso continuare a sprecare denaro pubblico mantenendo le quote in una società, quella di Bocca di Puglia che finora ha prodotto solo debiti.”

Un’idea questa che il primo cittadino continua a portare avanti, deciso e voler cedere la partecipazione in questione. “Durante l’assemblea odierna – ha affermato l’assessore Carmela Lo Martire – ho comunicato preliminarmente l’intenzione dell’amministrazione comunale a lasciare la società partecipata. Gli uffici competenti nel rispetto dello statuto e di quella che è la legge hanno già avviato la procedura di dismissione delle quote che sarà esecutiva entro il 31 dicembre 2015.”

Certo che, alla fine dei conti e stante la situazione deficitaria della società la domanda sorge spontanea: quanto ci guadagna il Comune di Brindisi a vendere? Quanto valgono poi le sue quote? E conviene perciò alla città lasciare un porto turistico da 640 posti al solo socio privato rinunciato a proporre diverse strategie di gestione?

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