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Assegnata l'Igp al carciofo brindisino

BRINDISI - Obiettivo raggiunto dopo un iter durato quasi cinque anni. E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 289/12 dell’8 novembre 2011 la registrazione della denominazione «Carciofo Brindisino Igp ». Da questo momento il carciofo brindisino è iscritto nell’Albo delle denominazioni di origine dell’Unione Europea, in quanto nessuno degli altri Stati membri ha presentato domande di opposizione. Il presidente dell’associazione promotrice per il riconoscimento dell’Igp, Carmelo Dellimauri, nel diffondere la notizia ha espresso - a nome suo e dei produttori agricoli che hanno creduto nell’iniziativa - grande soddisfazione per il raggiungimento di questo importante traguardo.

BRINDISI - Obiettivo raggiunto dopo un iter durato quasi cinque anni. E’ stata pubblicata  sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 289/12 dell’8 novembre 2011 la registrazione della denominazione «Carciofo Brindisino Igp ». Da questo momento il carciofo brindisino è iscritto nell’Albo delle denominazioni di  origine dell’Unione Europea, in quanto nessuno degli altri Stati membri ha presentato domande di opposizione. Il presidente dell’associazione promotrice per il riconoscimento dell’Igp, Carmelo Dellimauri, nel diffondere la notizia ha espresso - a nome suo e dei produttori agricoli che hanno creduto nell’iniziativa - grande soddisfazione per il raggiungimento di questo importante traguardo.

"Ora sarà finalmente possibile tutelare il carciofo brindisino con un marchio europeo che ne garantisce la provenienza, la tipicità e la tracciabilità avvallata dal rispetto del disciplinare di produzione. Le aziende agricole che operano nel territorio dell’Igp (i Comuni di Brindisi, Cellino San Marco, Carovigno, Mesagne, Sandonaci, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni, Torchiarolo) si potranno avvalere dell’uso del marchio comunitario per la commercializzazione delle loro produzioni di carciofo brindisino, per aumentarne il valore aggiunto", commenta l'associazione.

L'Igp aiuterà i produttori locali a contrastare la politica delle importazioni massicce dai Paesi africani, prive di rintracciabilità. "E’ un grande risultato sul fronte della tutela e della valorizzazione del prodotto di punta dell’agricoltura brindisina, ha ribadito il presidente Dellimauri", che ha quindi confermato la necessità di contrastare le importazioni di carciofi provenienti da Egitto, Marocco e Tunisia nei porti di Brindisi, Genova, Gioia Tauro e Manfredonia, "che inquinano il mercato immettendo prodotto di scarsa qualità a prezzi stracciati".

Tuttavia, sottolinea il segretario dell’Associazione promotrice - Antonio Legittimo - il percorso collegato al marchio "non è assolutamente concluso perchè ora bisogna creare il Consorzio di tutela e valorizzazione, costituire l’Organizzazione dei produttori (Op) e dare vita all’albo dei produttori stessi. L’obiettivo è arrivare al consumatore con la garanzia della qualità e della salubrità dei Carciofi Brindisini attraverso l’etichettatura e la rintracciabilità, strumenti in grado di dotare il carciofo della carta di identità, aggiungendo valore economico ad una produzione molto conosciuta ed apprezzata".

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