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La crisi agricola in dieci punti: le associazioni pungolano la politica

La crisi dell’agricoltura brindisina ha sostanzialmente le stesse ragioni di quella nazionale del comparto, e soprattutto di quella meridionale, ma con alcune peculiarità come la minaccia incombente della Xylella fastidiosa che potrebbe sconfinare dalla provincia di Lecce anche al Brindisino e al Tarantino, i danni causati dagli storni, la messa in sicurezza del territorio

BRINDISI – La crisi dell’agricoltura brindisina ha sostanzialmente le stesse ragioni di quella nazionale del comparto, e soprattutto di quella meridionale, ma con alcune peculiarità come la minaccia incombente della Xylella fastidiosa che potrebbe sconfinare dalla provincia di Lecce anche al Brindisino e al Tarantino, i danni causati dagli storni, la messa in sicurezza del territorio. Il colpo di grazia rischia di giungere dalla fiscalità che svantaggia gli agricoltori italiani rispetto a quelli degli altri Paesi della Ue e dal peso di una burocrazia che obbliga ogni azienda italiana del settore agricolo a produrre 4 chilometri di carte ogni anno, con un costo medio di 7mila euro.

Ogni innovazione ed ogni investimento vengono ostacolati da tutto ciò, nel caso delle aziende con maggiori risorse finanziarie, diventano impossibili nel caso delle piccole aziende, che rappresentano la stragrande maggioranza del settore nel Brindisino. Di tutto ciò si è parlato lunedì sera in una assemblea provinciale aperta alle amministrazioni comunali e ai parlamentari nazionali e regionali, dalla Confederazione italiana agricoltori di Brindisi presso la Camera di Commercio, dove la Cia ha esposto i dieci punti della sua proposta di interventi e provvedimenti.

Assemblea Cia su crisi agricola 4-2Questione fiscale: l’Imu è una tassa iniqua e serve un intervento di revisione strutturale del decreto con la cancellazione o modifica sostanziale della norma che riduce sensibilmente i territori esenti da Imu, anche dopo l’approvazione del decreto legge n.4 del 24 gennaio. I terreni utilizzati dagli agricoltori sono beni strumentali delle imprese agricole.  Riforma della Politica agricola comune (Pac): La Cia di Brindisi evidenzia il ritardo nella attuazione della riforma della Politica Agricola Comune “Verso il 2020” e chiede di non applicare, per questo primo anno di entrata in vigore della riforma, le penalità per non rispetto del greening.

Piani di sviluppo rurale: la definizione dei Psr sconta un forte ritardo. Occorre partire quanto prima con i bandi usando tutta la flessibilità consentita anche prima della approvazione formale. Burocrazia: sono indispensabili interventi per rendere meno elefantiaci e costosi i rapporti tra aziende agricole e Pubblica amministrazione. Per il rafforzamento della competitività delle imprese è strategica l’attuazione di una semplificazione amministrativa, favorendo la completa informatizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese e rafforzando gli strumenti della sussidiarietà.

Gasolio agricolo: non sono accettabili le riduzioni sulle agevolazioni per l’uso del gasolio in agricoltura e devono essere rese immediatamente operative le disposizioni stabilite a favore dei serricultori. Il Governo nazionale, che ha ridotto del 26% il gasolio agricolo agevolato per gli agricoltori, e la Regione Puglia devono immediatamente ripristinare tale dotazione. Xylella fastidiosa: La situazione di rapida diffusione della Xylella Fastidiosa richiede interventi più incisivi, coordinati tra loro e, soprattutto, di immediata attivazione. La Cia di Brindisi chiede risorse straordinarie e interventi afferenti a risorse già disponibili (PSR 2014-2020 ; progetti olio-qualità), chiede con forza l’attivazione del cordone sanitario a confine tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Assemblea Cia su crisi agricola-2Storni: intervenire per modificare la norma comunitaria che classifica non solo lo Storno rosso (che è in via di estinzione) ma anche erroneamente lo Sturnus vulgaris (quello comune che è presente nel Brindisino) come specie protetta che non si può cacciare. Chiede, inoltre, che la Regione – che anche quest’anno non ha concesso la deroga alla caccia allo Storno compromettendo ulteriormente la questione – risarcisca i danni agli agricoltori. Lavoro: misure specifiche, dalla gestione della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà, alla sburocratizzazione per i contratti stagionali e di breve durata ad una riduzione significativa e concreta del cuneo fiscale che grava sul lavoro agricolo in maniera del tutto ingiustificata, soprattutto in talune aree. Sarebbe, inoltre, opportuno consentire alla cooperative di trasformazione di svolgere operazioni colturali nei terreni dei soci.

Indici di congruità: abolire gli indici di congruità introdotti dalla Regione Puglia o almeno modificare gli attuali indici di congruità in modo che tengano conto di fattori non considerati come la meccanizzazione e la diversificazione produttiva per scongiurare la perdita di ogni forma di provvidenza e agevolazione per la sola presunzione (e non su dati effettivi, dunque) di impiego di lavoratori in nero. Messa in sicurezza del territorio: approvare un piano straordinario regionale per la messa in sicurezza del territorio con il pieno coinvolgimento delle imprese agricole e forestali. Le attività produttive agricole vanno incentivate in quanto preservano i suoli ed aiutano a gestire le risorse dell’ecosistema come l’acqua proprio evitando i fenomeni di degrado.

Assemblea Cia su crisi agricola 2-2-2L’assemblea è stata introdotta dal direttore provinciale della Cia di Brindisi, Luigi D’Amico, che ha evidenziato come l’assemblea brindisina si inserisca nell’ambito della mobilitazione che a livello nazionale la Cia, insieme alle altre organizzazioni che fanno parte di Agrinsieme (il coordinamento che raggruppa, appunto, la Cia, Confagricoltura, , Legacoop, Confcooperative, Agci), sta tenendo in ogni provincia italiana per denunciare il grave stato di crisi in cui versa l’agricoltura. È toccato, poi, al presidente provinciale, Giannicola D’Amico, presentare un documento alla assemblea nel quale è stata evidenziata “la situazione di vera e propria emergenza in cui versa il comparto agricolo brindisino”.

“A compromettere seriamente il futuro di migliaia di aziende agricole brindisine e di conseguenza di migliaia di posti di lavoro vi è la tanto contestata Imu agricola, la sensibile riduzione del quantitativo di gasolio agricolo agevolato (26%), la problematica legata agli storni che negli ultimi mesi hanno arrecato danni per milioni di euro negli oliveti e nei campi coltivati ad ortaggi, oltre al maltempo che ha determinato la riduzione di oltre il 50% del raccolto di olive, ai ritardi nella attuazione della PAC e nell’avvio del Psr, per non parlare poi della emergenza Xilella fastidiosa, il batterio che in provincia di Lecce ha falcidiato migliaia di ettari di uliveto e potrebbe a breve anche compromettere l’olivicoltura brindisina”, ha detto D’Amico.

La redditività degli agricoltori è sotto i livelli del 2005. I prezzi ai quali si vendono i prodotti agricoli sono gli stessi degli anni ’80, mentre i costi che una azienda deve sostenere per ottenere quei prodotti sono allineati al 2015. In due anni in provincia di Brindisi hanno chiuso i battenti 960 aziende agricole, mentre ne sono state avviate 448 con un saldo negativo di 512 aziende chiuse. In pratica si è chiusa in media, negli ultimi due anni, quasi una azienda agricola al giorno. Un dato significativo che la dice lunga anche sul fronte della occupazione con una diminuzione, dunque, di assunzioni in agricoltura.

Assemblea Cia su crisi agricola 3-3-2A tutto ciò va aggiunta la burocrazia asfissiante e i costi del lavoro. Le aliquote contributive di previdenza e assistenza sociale, infatti, a carico del datore di lavoro agricolo sono pari a circa il 35% e sono di gran lunga superiori a quelle in vigore negli altri Stati membri dell’Ue che vanno dal 12% del Regno Unito, al 15.88% della Spagna, al 21% del Portogallo, al 13% della Francia, o addirittura allo 0,5% della Germania. È necessario armonizzare a livello europeo le aliquote contributive a carico dei datori di lavoro agricoli.

Per quanto riguarda la burocrazia ogni agricoltore spende 2 euro per ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7200 euro all’anno per “fare” le carte (ogni impresa produce ogni anno 4 chilometri di carte). Il che non fa che creare ulteriori difficoltà alle aziende agricole. In questo 2015 si stanno abbattendo sulle aziende agricole innumerevoli decurtazioni, basti pensare alle riduzioni sui premi Pac che dal 2015 al 2020 si abbatteranno di oltre il 40%, la riduzione del 26,11% nell’assegnazione del carburante agricolo, l’ennesima farsa di non riconoscere la possibilità di detrarre dal reddito Irap dell’impresa agricola i costi del personale assunto a tempo determinato, la mancata applicazione della deroga per la caccia allo storno sul territorio della regione Puglia e l’assenza totale di risarcimento dei danni, la mancata approvazione del Piano di Sviluppo Rurale in Puglia”.

Infine, le presenze di amministratori pubblici e parlamentari, all’assemblea della Cia di Brindisi: hanno partecipato il senatore Salvatore Tomaselli, i consiglieri regionali Fabiano Amati, Giovanni Epifani, Maurizio Friolo e Antonio Scianaro, il sindaco ed il vicesindaco di San Donaci, Domenico Fina e Mariangela Presta, gli assessori dei Comuni di Brindisi (Giuseppe De Maria), Cisternino (Mimmo Carrieri), Fasano (Renzo De Leonardis), Ostuni (Marilena Zurlo) e San Vito Dei Normanni (Stefania Taurino).

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