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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Authority, il Tar Lazio si chiama fuori

ROMA – Resterà ancora nell’incertezza per qualche tempo la vicenda imperniata sulla legittimità o meno della nomina del professore ellenico di Economia marittima, Hercules Haralambides, a presidente dell’Autorità Portuale brindisina. Chiamato a pronunciarsi sul ricorso dell’ingegnere Calogero Casilli, esperto in logistica dei trasporti, nonché candidato alla presidenza dell’Authority di piazza Vittorio Emanuele II, oggi il Tar del Lazio ha dichiarato la propria incompetenza giurisdizionale, indicando nel Tar di Lecce la sede competente.

ROMA – Resterà ancora nell’incertezza per qualche tempo la vicenda imperniata sulla legittimità o meno della nomina del professore ellenico di Economia marittima, Hercules Haralambides, a presidente dell’Autorità Portuale brindisina. Chiamato a pronunciarsi sul ricorso dell’ingegnere Calogero Casilli, esperto in logistica dei trasporti, nonché candidato alla presidenza dell’Authority di piazza Vittorio Emanuele II, oggi il Tar del Lazio ha dichiarato la propria incompetenza giurisdizionale, indicando nel Tar di Lecce la sede competente.

La notizia è stata appresa dalla fonte diretta, lo stesso ingegnere Casilli, il quale però al momento della telefonata di BrindisiReport.it era ancora in attesa dell’incontro con i suoi avvocati di Brindisi e Roma per ricevere a sua volta informazioni più complete circa la decisione dei giudici amministrativi romani. Ciò che sembra certo è che bisognerà ricominciare da Lecce, per ragioni che saranno più chiare in seguito. Ed è anche difficile ipotizzare quando si giungerà ad una sentenza di primo grado.

Sembra, inoltre, che l’Avvocatura dello Stato non si sia costituita – per conto del Ministero dei Trasporti – nel giudizio davanti al Tar del Lazio. Si vedrà se analoga situazione si ripeterà anche a Lecce. Ma anche questi aspetti sono soggetti a verifica. Casilli, per riepilogare i fatti, è convinto che la nomina di Haralambides violi anche un pronunciamento della Corte Costituzionale che considera legittima la norma che prevede come un cittadino comunitario possa assumere nelle amministrazioni pubbliche italiane solo funzioni “che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.

Il tema non è stato considerato ostativo nel caso della designazione di Haralambides da parte del ministro Altero Matteoli, d’intesa con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Dopo di che, Calogero Casilli ha impugnato il decreto di nomina. Si pensava che l’attesa sarebbe finita oggi, salvo esito dell’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, invece il caso ripartirà da Lecce.

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