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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Bilancio bocciato: "Haralambidis si dimetta"

BRINDISI – Bocciato senza appello il bilancio consuntivo 2012 dell’Autorità Portuale di Brindisi, rinviato con voto quasi unanime il terzo punto all’ordine del giorno, quello della proposta di nomina di Cosimo Casilli a segretario generale dell’ente.

BRINDISI – Bocciato senza appello il bilancio consuntivo 2012 dell’Autorità Portuale di Brindisi, rinviato con voto quasi unanime il terzo punto all’ordine del giorno, quello della proposta di nomina di Cosimo Casilli a segretario generale dell’ente, logica e prassi vorrebbero che Iraklis Haralambidis, anche se la decadenza dalla carica non è automatica, rassegnasse le proprie dimissioni in attesa dell’arrivo del commissario ministeriale ad acta per la revisione e la approvazione del documento contabile dello scorso anno.

E’ stato il consigliere regionale Giovanni Brigante, che ha partecipato alla seduta con delega del governatore Nichi Vendola, a parlare per ultimo invitando Haralambidis a prendere atto della sfiducia ricevuta dalla maggior parte dell’organo deliberante dell’Authority: su 16 membri presenti (non dodici come avevamo riferito nei precedenti lanci), hanno votato a favore del bilancio consuntivo 2012 solo lo stesso Haralambidis,e la rappresentante dei lavoratori dell’Autorità Portuale, Laura Cimaglia; astenuti Calogero Sanfilippo per i terminalisti, e Antonio Licchello, sindacati.

Contrari la Regione Puglia con Giovanni Brigante, il Comune di Brindisi con il sindaco Mimmo Consales, il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Malcarne, il presidente di Confindustria, Giuseppe Marinò, Adriano Guadalupi per gli spedizionieri, Teo Titi per gli agenti marittimi, Roberto Pagone per le imprese ferroviarie, Giuseppe Sacchi, Salvatore Pinto, Antonio Narcisi e Michelangelo Greco per i lavoratori delle imprese portuali.

Secondo Giovanni Brigante, ora Haralambidis dovrebbe prendere atto di ciò e lasciare la carica. Ma Haralambidis invece ha anche tentato di passare come se nulla fosse accaduto al terzo punto all’ordine del giorno, quello della proposta di nomina di Casilli a segretario generale (tra l’altro al centro della segnalazione fatta su Facebook dal capogruppo del Pdl, Mauro D’Attis, che descrive quasi in diretta la presunta raccomandazione fatta dal segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, ad un interlocutore sconosciuto per tenere duro sulla nomina, mentre la seduta era in corso).

Qui è scattata la richiesta di rinvio, invece, per ragioni di opportunità. E’ stato sempre Brigante a sottolineare come il presidente appena sfiduciato non poteva chiedere al Comitato portuale di nominare una figura, per definizione, selezionata con criteri del tutto personali. Si è andato al voto anche sulla proposta di non affrontare la questione segretario generale, che è stata approvata con 13 voti contro quelli di Haralambidis e della Cimaglia.

L’Autorità Portuale di Brindisi è dunque in piena tempesta. Solo ora vengono allo scoperto i lavoratori dell’ente, finiti nel calderone per la vicenda delle maxi - premialità da 700mila euro attribuite senza il voto della contrattazione di secondo livello da parte del comitato stesso, i quali alla fine della seduta hanno letto ai membri del Comitato portuale una nota di doglianze: “I lavoratori dell’Autorità portuale di Brindisi, costretti a vivere da mesi in un clima di forti polemiche e mortificazioni professionali anche a seguito dell’ultimo comunicato stampa del sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, esprimono il loro disappunto per le dichiarazioni in esso contenute”.

Dichiarazioni, dice la nota, “che reiterano l’azione di svilimento della loro professionalità ed impegno. Azione, questa, strumentalmente adottata troppo spesso dalla politica, principale artefice, invece, delle fortune e sfortune della città - porto, che in questi mesi di forti contrasti ha, sovente, mosso pesanti accuse nei confronti dell’intera struttura”.

“E’ fin troppo facile scaricare responsabilità sui dipendenti, invece di elevare la discussione ai livelli ad essa consoni. Le questioni politiche devono essere lasciate fuori dagli uffici, il cui operato viene regolarmente sottoposto al vaglio degli organi di controllo preposti”. E’ anche troppo facile scaricare tutto sulla politica, come se l’Authority fosse un’isola felice. Ma nella nota dei dipendenti dell’ente si parla alla fine anche di “adire ogni azione a tutela della propria dignità professionale”.

Sull’esito dell’odierna seduta del Comitato portuale interviene anche il coordinatore provinciale del Pdl, il partito che ha espresso la candidatura di Haralambidis, nominato poi dall’allora ministro dei Trasporti, Altero Matteoli. Ma Vitali, assieme a D’Attis e al coordinatore cittadino Pietro Santoro, nei giorni scorsi hanno dichiarato che quella scelta è stato un errore, e che Haralambidis dovrebbe dimettersi.

“Tanto tuonò che piovve. Il bilancio dell'Autorità' Portuale di Brindisi è stato sonoramente bocciato e certifica il fallimento della gestione Haralambides. Ciò nonostante il presidente, invece di prendere atto assumendo le determinazioni consequenziali – dice ora Vitali - ha cercato di forzare la mano passando al punto relativo alla nomina del segretario generale. Ma anche qui ha registrato una sconfitta da parte dei rappresentanti del territorio che non accettano diktat da chicchessia. I pellegrinaggi romani del presidente Haralambides in cerca di sponsor naufragano così come la sua politica portuale. Le sue dimissioni non sono più un'opzione ma un dovere se vuole salvare almeno la faccia. Non si può rimanere in una Istituzione contro il territorio e nonostante le gravi e reiterate inadempienze accumulate”.

 

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