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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Brindisi e la battaglia per contare nella nuova authority: ma Bari frena

Difendere il porto di Brindisi da decisioni politiche assunte altrove è ciò che sono costretti a fare dal 1994 gli operatori marittimi locali, e oggi si ripresenta la questione di una adeguata rappresentanza di Brindisi nella struttura di gestione della nuova Adsp

BRINDISI – Difendere il porto di Brindisi da decisioni politiche assunte altrove è ciò che sono costretti a fare dal 1994 gli operatori marittimi locali. Nell’Autorità Portuale brindisina non vi è mai stata una direzione legata a questa città. L’ente è stato utilizzato come un “bancomat politico” sia da soggetti esterni, che interni a questo territorio. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Oggi, con l’integrazione del porto di Brindisi nella nuova Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, assieme a Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli, si ripresenta la questione di una adeguata rappresentanza di Brindisi nella struttura di gestione della stessa Adsp. Ma ecco che arriva la paradossale risposta da Bari, con accuse a chi ha subito per 23 anni decisioni politiche altrui.

La pressione di Bari

Tra queste scelte, dicono storia e cronaca dei fatti, in ultimo la pressione barese per spaccare in due l’ipotesi – contenuta nella bozza di riforma originaria della portualità predisposta dal Ministero dei Trasporti – di costituzione in Puglia di un’unica Autorità di sistema portuale. Il braccio di ferro tra Bari e Taranto ha infatti indotto poi il ministro Graziano Delrio a modificare l’impostazione originaria, dando vita a due authority, l’Adsp di Taranto, e quella adriatica con sede a Bari.

Recentemente non la politica brindisina, ma il mondo degli operatori portuali di questa città, ha sollevato la questione di una presenza autorevole delle aspirazioni di crescita del porto nelle posizioni apicali della Adsp del mare Adriatico Meridionale, con la richiesta di designazione di un professionista di questa città alla carica di segretario generale dell’ente. Ma chi sin qui ha determinato le scelte per la nascita della Autorità di sistema portuale dei cinque porti adriatici, designazione del presidente Ugo Patroni Griffi inclusa, adesso taccia i brindisini di campanilismo.

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Il comunicato degli operatori portuali

L’associazione degli Operatori portuali salentini (Ops), stamani ha prodotto un comunicato, che parte dall’indicazione per la carica di segretario generale dell’Adsp dell’attuale dirigente comunale Nicola Zizzi,  proposta che scaturisce “da una consultazione effettuata tra tutti i soci operatori portuali di Brindisi riscontrando unanime consenso”.

“Abbiamo creduto che fosse un diritto legittimo, da parte di un porto notevolmente penalizzato dalla riforma, esprimere il nominativo di un profondo conoscitore del porto di Brindisi e dei suoi problemi per la posizione di segretario generale. Per questo, invece siamo stati accusati di adottare politiche di campanilismo”, si legge nella nota dell’Ops.

“Negli anni scorsi, quando in Europa si definivano i porti strategici, Brindisi ha subito passivamente una condizione di subordine rispetto agli altri due porti maggiori (Bari e Taranto) perdendo il suo status di porto strategico”, prosegue il comunicato ricostruendo le vicende recenti.

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“Una prima ipotesi del cosiddetto sistema 'Puglia' , da noi auspicato, che prevedeva un'unica autorità pugliese, è stata stravolta da pressioni  'di protezione di territorio' barese e tarantino (noi non le definiamo campanilistiche) alle quali il Ministero competente non si è sottratto creando due autorità portuali, Taranto e Bari ed un porto 'accorpato', quello di Brindisi, seppur esso non inferiore sia in termini di traffici che di volumi per le casse dell'ente”.

“Ci auguriamo – si legge ancora nella nota - che il termine 'accorpamento' non coincida con il termine 'sottomissione' e su questo abbiamo massima fiducia nel presidente Patroni Griffi che sin dal primo momento ha dimostrato, con i fatti, molta sensibilità verso il porto di Brindisi per trovare soluzioni immediate alle emergenze da noi sottopostegli. Crediamo però che, legittimamente, egli dovrà ascoltare la parte politica prima di prendere la sua decisione finale”.

Ma ciò non toglie, dicono gli operatori portuali, “che il porto di Brindisi, inteso come tutti i suoi operatori riuniti in associazione e i suoi cittadini, abbia la legittima aspirazione che esso possa, almeno, esprimere il nome del segretario generale. Se questa posizione continuerà ad essere considerata una posizione campanilistica, significherà che accetteremo questo appellativo qualora esso verrà inteso come aspirazione a resistere e continuare a sperare che il porto possa rimanere quello che è stato negli ultimi duemila anni: un porto strategico e capace di accogliere navi e traffici di qualunque genere”.

Una visita del ministro Delrio al porto di Brindisi-2

Il richiamo alla politica locale

Il passaggio finale è dedicato alla politica brindisina, non solo quella impegnata sia nel governo nazionale che in quello regionale: “Ci chiediamo a questo punto quale sia la posizione dei rappresentanti di tutte le parti politiche; se convergano su questa ipotesi o se la politica, intesa come rappresentanza di un territorio, abbia una visione differente da quella dell'intero cluster portuale di Brindisi”.

In altre parole è in questa fase che la politica brindisina deve uscire allo scoperto, sia quella che per appartenenza sta nelle stesse fila del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che del presidente della Regione, Michele Emiliano, che quella che comunque ha coordinatori e segreterie regionali a Bari pur rappresentando attualmente l’opposizione (e che ha appoggiato a lungo anche le ultime presidenze dell’Autorità Portuale di Brindisi).

L’economia portuale della città attende risposte chiare, ma anche urgenti. Altrimenti si dovrà per l’ennesima volta considerare che pesano di più i riposizionamenti in vista delle elezioni del 2018 che gli interessi del territorio: questa parte non c’è nel comunicato, ma dovrebbe essere la considerazione più scontata in caso di defilamenti.

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