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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Campanelli: «Le nostre richieste al governo»

BRINDISI - «Non siamo assolutamente sorpresi degli ultimi dati negativi sul mercato immobiliare». Parole di Massimo Campanelli, presidente di Ance Brindisi, che in questa intervista parla delle cose che il Governo dovrebbe fare.

BRINDISI - «I dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate e dall’ABI sul crollo del mercato immobiliare nel 2012 (150.000 compravendite in meno rispetto al 2011) non ci sorprendono affatto! Sono la naturale conseguenza dell’effetto combinato della crisi economica, dei problemi legati alla stretta del credito e dell’inasprimento della pressione fiscale sulla casa, dovuta in particolare all’introduzione dell’Imu».

Massimo Campanelli, presidente di Ance Brindisi (la sezione Costruttori edili di Confindustria), non è sorpreso, ma sconsolato per l’andamento dell’economia italiana e per gli ultimi dati: «La crisi ha ridotto drasticamente i redditi delle famiglie e, quindi, ha scoraggiato gli investimenti. Nello stesso tempo, gli istituti di credito hanno, di fatto, bloccato l’erogazione dei mutui. A seguito dell’entrata in vigore dell’Imu, infine, il nostro ordinamento si è arricchito di un tributo iniquo, con caratteristiche di vera e propria patrimoniale che colpisce indiscriminatamente le famiglie e le imprese su tutto il territorio nazionale».

L’8 maggio scorso, Ance e Abi hanno presentato un documento con alcune proposte, quali sono?

«In particolare occorrerebbe introdurre elementi di correzione dell’Imu, agendo sulle rendite catastali, mediante una maggiore rivalutazione degli immobili di pregio situati nei centri storici, rispetto a quelli allocati in zone periferiche, e non, come è stato fatto, con una rivalutazione uguale per tutti i cespiti. Per riequilibrare la tassazione degli affitti, inoltre, sarebbe necessario garantire una riduzione “automatica” del prelievo a favore dei soggetti che concedono gli immobili in locazione. Per le imprese di costruzioni è altresì inconcepibile la tassazione Imu delle aree e dei fabbricati destinati alla vendita (unico caso di tassazione dell’invenduto nei settori industriali). Sarebbe indispensabile, quindi, escludere tali immobili dalla tassazione. In tal senso, attendiamo con fiducia i provvedimenti che l’attuale Governo si accinge a varare».

È solo un problema di Imu?

«No. Il rilancio della domanda immobiliare passa anche attraverso il perseguimento dell’efficienza energetica degli edifici e della riqualificazione delle città. Per raggiungere tale obiettivo sarebbe, ad esempio, di fondamentale importanza stabilizzare la detrazione del 55% (per il risparmio energetico) che scade il prossimo 30 giugno».

Ma il problema principale resta l’accesso al credito...

«Nell’ottica di una auspicabile riattivazione del circuito del credito a medio e lungo termine, Ance e Abi individuano due possibili soluzioni. Per fornire una risposta immediata, le banche potrebbero impegnarsi ad effettuare nel 2013 un flusso di credito per l’acquisto di abitazioni (di qualità, per esempio con classe energetica elevata) per 10 miliardi di euro, utilizzando raccolta di denaro attraverso la forma dell’emissione di obbligazioni bancarie garantite sottoscritte con il supporto di investitori istituzionali italiani. Tale raccolta, ottenuta tramite l’emissione delle suddette obbligazioni bancarie garantite, potrebbe essere utilizzata dalle banche emittenti allo scopo di finanziare mutui per l’acquisto di abitazioni “verdi”, ossia costruite con criteri di risparmio energetico».

E la seconda?

La seconda soluzione proposta riguarda l’introduzione, anche in Italia, del  “risparmio casa”: si tratta, nella fattispecie, di piani di risparmio ad accumulo (per i quali sono previste specifiche agevolazioni fiscali) finalizzati all’acquisto dell’abitazione principale. Questi meccanismi, ampiamente diffusi in altri paesi europei, hanno il pregio di favorire - dopo un certo numero di anni - la possibilità di ottenere un mutuo per l’acquisto della casa. In una situazione di mercato come quella attuale, infine, appare improcrastinabile l’individuazione di strumenti idonei a consentire alle imprese in difficoltà di ristrutturare i propri debiti nei confronti delle banche. La ristrutturazione dei debiti, che è un fattore cruciale per la ripresa del mercato immobiliare, porterebbe benefici non solo alle imprese, ma anche alle banche: da un lato, infatti, diminuirebbe la rischiosità del settore (cresciuta in modo anomalo dalla metà del 2011); dall’altro, comporterebbe che minori prestiti in sofferenza permetterebbero agli istituti di credito di limitare le esigenze di ricapitalizzazione».

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