rotate-mobile
Economia

Aerospazio, nuova vertenza: cassa integrazione alle porte per 30 lavoratori Cmc

Effettuavano una commessa per lo stabilimento “Leonardo Elicotteri” di Brindisi: saranno sostituiti da altri 30 colleghi trasferiti dal sito Leonardo di Grottaglie

BRINDISI – Un’altra vertenza si sta aprendo nel settore aerospaziale civile, uno dei più colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia. La cassa integrazione è ormai alle porte per 30 lavoratori della Cmc, azienda di Carovigno che aveva ottenuto una commessa per  lo stabilimento Leonardo – Divisione elicotteri di Brindisi, consistente nei montaggi su cabine di elicotteri sulla linea Aw189. Alla fine del mese di marzo è stato comunicato ai sindacati che fra l’1 aprile e il 9 aprile, presso lo stabilimento di Brindisi, arriveranno 30 strutturisti e due capisquadra in modalità “prestito” dal sito Leonardo di Grottaglie, che sostituiranno di fatto i colleghi della Cmc. Questi, dunque, impegnati da circa sei mesi in questa attività e con la prospettiva di portarla a termine entro fine anno, dalla metà di aprile si ritroveranno in cassa integrazione. L’azienda di Carovigno non ha infatti altre commesse in ambito aerospaziale. Su un personale complessivo pari a circa 50 unità, in 10 continueranno a lavorare negli uffici, mentre altri 10 continueranno a svolgere altre mansioni. 

La vicenda è seguita dalla sigle di categoria dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. “Noi come Fiom – dichiara a BrindisiReport Angelo Leo, segretario generale della Fiom Cgil Brindisi - escludiamo qualsiasi guerra tra poveri. Non parteggiamo per l’uno contro l’altro o viceversa. Chiediamo di salvare sia i lavori che da Grottaglie che si sono trasferiti a Brindisi, ma anche i lavoratori della Cmc, che da sempre sono stati pronti a far il lavoro in più che Leonardo non riusciva a fare”. 

Angelo Leo-4-6

La Fiom Cgil chiede dunque a Leonardo di “non interrompere le commesse con questi lavoratori, che sono pur sempre storici lavoratori del Brindisino”. Contestualmente le sigle sindacali hanno chiesto un incontro con la Task force regionale per le emergenze occupazionali. “L’obiettivo – spiega ancora Angelo Leo –è quello di far crescere il reddito dei lavoratori che verranno collocati in cassa integrazione e di ottenere l’avvio di corsi di formazione, in modo che i lavoratori della Cmc possano essere utilizzati anche per lavori diversi rispetto all’ambito aerospaziale, visto che l’azienda ci ha annunciato che tenterà di acquisire delle commesse anche in altri settori della metalmeccanica. Nel frattempo, gli strumenti a disposizione della Regione potranno servire a non penalizzare pesantemente i lavoratori e poi anche come mezzo intermedio per traghettarli ad una ripresa del lavoro sia nell’aerospazio che fuori dall’aerospazio”. 

I sindacati, del resto, vogliono scongiurare un altro caso Tecno Messapia, azienda di Ceglie Messapica fallita nell’ottobre 2019 che a seguito della cessazione delle commesse presso lo stabilimento Leonardo di Grottaglie fu costretta prima a mettere in cassa integrazione e poi a licenziare 140 dipendenti. “Non vogliamo – conclude Leo – un’altra tragedia occupazionale nel settore aerospaziale”. L’altra vertenza aperta, come noto, è quella riguardante i lavoratori della Dcm (ex Gse). 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aerospazio, nuova vertenza: cassa integrazione alle porte per 30 lavoratori Cmc

BrindisiReport è in caricamento