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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Chisura centrale Enel: "Il commissario istituisca un tavolo di discussione"

Lettera aperta al commissario prefettizio del Comune di Brindisi sulla questione riguardante la decarbonizzazione

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al commissario prefettizio del Comune di Brindisi, Santi Giuffré, da parte di Massimiliano De Noia, del Movimento +39, sulla questione riguardante la chiusura, entro il 2025, della centrale Enel di Cerano Federico II, in virtù del piano energetico nazionale varato di recente deal governo. 

Il periodo vissuto a Brindisi sta per volgere al termine. RingraziandoLa e apprezzando i risultati del lavoro svolto e notandone i positivi risultati nei servizi e nella qualità della città tutta, attuati in materia asettica e indipendente dalle forze politiche locali, mi sento spinto a chiederLe un ultimo sforzo. Sforzo che ritengo necessario, sia per la delicata materia che leggerà in seguito, sia perché sarebbe opportuno evitare che tale gravità venga cavalcata dalla vecchia politica locale, in parte concausa della drammaticità della questione, con posizioni finalizzate a raccogliere voti, o, peggio ancora, a far emergere interessi personalistici a danno della comunità. 

Arriviamo al dunque. È noto che il piano energetico nazionale impone la decarbonizzazione del parco elettrico con la conseguente chiusura della Centrale di Cerano entro il 2025.  Dato che l’agenda della politica brindisina si apre solo per la raccolta di voti in campagna elettorale, Le chiedo di avviare un’iniziativa per togliere tale delicato problema dalle urla raccogli voti in piazza.  La richiesta, in sostanza, è di aprire un Tavolo di Discussione (di seguito Td), che affronti la problematica a 360° a tutela di lavoratori, ambiente e azienda e che faccia affrontare la prevista chiusura senza sorprese dell’ultimo momento, troncando sul nascere gli aspetti negativi che caratterizzano troppo spesso cittadini e territori meridionali (appalti dalla dubbia correttezza, becero assistenzialismo, aleatorie promesse di lavoro portavoti). 

Il traguardo ambientalista, sorgente e foce del piano energetico, seppur nobile e necessario, rischia di gravare sui lavoratori e di conseguenza sulle relative famiglie. Un danno enorme per chi lo vivrà.  Il Td, per arrivare preparato alla imminente chiusura (il 2025 nella tempistica industriale è praticamente domani) penso debba seguire una pianificazione di questo tipo: 2018-2019, programmazione intersettoriale: Istituzioni (Comune-Regione-Governo-Comunità Europea), Azienda, Sindacati, Ambientalisti per la riconversione aziendale senza: perdita di lavoro; danni per l’ambiente; 2020-2025, avvio e completamento lavori di riconversione industriale con vincoli e soluzioni richiamati dal Td.

Lo scopo principale del Td sarà di trovare soluzioni attuabili, con ammortamenti economici di transizione per esigenze impellenti e valutare la fattibilità monetaria, lavorativa e ambientale di uno o più progetti. Penso che si sia ancora in tempo per pianificare una programmazione di investimenti, costi, tempi, metodi, fondi cui attingere, rateizzazione spese e ritorni economici anche integrati ai lavori in corso, per gli investitori che volessero compartecipare. 

Mi rendo conto che è davvero molto chiederLe di avviare questa iniziativa che poi trasferirà come testimone ai prossimi amministratori brindisini. Il percorso però si rende necessario per gestire un’urgenza che richiama una sinergia di forze ed idee, affinché sia la Politica a condurre queste situazioni senza affanno, prima che il tempo renda la politica tradizionale brindisina, spettatrice inerte nel migliore dei casi, controproducente il più delle volte. E mi rendo anche conto delle situazioni contingenti, non solo istituzionali e politiche, che possano limitare anche il suo operato. Comunque spero che possa questa lettera stimolare le coscienze ed introdurre anche questo argomento nell’agenda della politica brindisina, tanto quanto altri aspetti, alcuni futili, altri meri giochi di poltrone, distanti in ogni caso dalle realtà cittadine. 

L’urgenza che ha spinto a scriverLe è dovuta al fatto che, se da una parte grava il tema ambientale e dall’altra il costo zero per le aziende, entrambi gli obiettivi tanto sbandierati debbono essere rispettosi anche del fattore umano (quindi zero perdita di lavoro, zero famiglie in difficoltà, zero danni all’ambiente, zero spese aziendale). E qualunque risultato, economico o ambientale che sia, se lascia indietro gli ultimi o li mette alla mercé di personaggi che cavalcano tali situazioni, diviene una vittoria di Pirro, monca del fine ultimo di ogni agire politico: il miglioramento delle condizioni di vita (lavorative in questo caso). 

Colgo l'occasione per invitare ad uno sforzo sinergico, anche le forze politiche che volessero contribuire o prendere in mano la realizzazione dell'iniziativa, in modo da superare, in emergenze locali così marcate, la conflittualità politica e risolvere i problemi prima che sia l'urgenza a decretarne le soluzioni che non piacciono quasi a nessuno e gravano sempre su chi non ha voce. 
Sperando che la presente sia uno spunto da cui partire mi pregio inviarLe

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