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"Ciò che a Savona fanno in spazi molto più ristretti, a Brindisi è impossibile"

L'intervista rilasciata dal presidente dell'Autorità portuale al Nuovo Quotidiano di Puglia del 21 di questo mese, sulla ipotesi di allargamento del canale Pigonati, richiede una doverosa replica. Le sue dichiarazioni sono la dimostrazione plastica di come vanno le cose nel nostro Paese

L’intervista rilasciata dal presidente dell’Autorità portuale al Nuovo Quotidiano di Puglia del 21 di questo mese, sulla ipotesi di allargamento del canale Pigonati, richiede una doverosa replica. Le sue dichiarazioni sono la dimostrazione plastica di come vanno le cose nel nostro Paese e, nel caso specifico, a Brindisi. Personalmente provo difficoltà a condividere i contenuti di  quanto dichiarato in detta intervista.

Vorrei chiarire che quando parliamo della realizzazione di opere nel nostro porto,di fatto, parliamo se creare o meno le condizioni per un crescita economica, attraverso  denaro dei contribuenti, e in questo particolare momento è d’obbligo non sperperare. La prima cosa che mi sorprende è come un “manager” che regge le sorti di un porto possa dire nella sostanza di non conoscere alcune tematiche che riguardano proprio la “vita” portuale.

Il porto interno di BrindisiIn pratica egli afferma che non  sa se l’allargamento (del canale Pigonati) sia utile o meno,che è necessario uno studio costi benefici su tale operazione ma che per questo non ci sono soldi e che non può fermare contratti avviati. Per iniziare faccio notare che per i contratti avviati c’è l’istituto delle varianti (che in autorità Portuale è una operazione abbastanza nota e utilizzata nel passato e nel presente) e che possono essere onerose e no (foto: il porto interno di Brindisi).

Sulla necessità di eseguire una analisi costi-benefici, sarebbe istruttivo che il presidente ci dicesse quale opera eseguita dal suo ente ha subito questo processo di studio: che io sappia, nessuna. Del resto basta spulciare i programmi annuali e triennali (anche quelli che portano la sua firma) per notare l’inesistenza di una tale analisi. Sia chiaro lo studio di costi-benefici per una opera sarebbe una prassi utile ma non può essere invocata a piacimento: o è una prassi comune o è altro.

Brindisi - Il Canale Pigonati-2Per inciso stiamo parlando di interventi su banchine “non operative”, ovvero di banchine per le quali non è previsto un utilizzo commerciale o passeggeri, quindi non dovrebbe sussistere una particolare urgenza nell’effettuare e terminare in fretta i lavori. Al contrario, c’è urgenza e necessità,quando parliamo di un’opera che potrebbe rappresentare (ed è il caso dell’allargamento del canale) una potenzialità notevolissima per il futuro del nostro porto; e se tale necessità viene sostenuta da un operatore marittimo storico come Titi, vorrà pur dire qualcosa (foto: il Canale Pigonati ).

Ma si afferma, incredibilmente, che non vi sono soldi per effettuare il solo studio. Su tale punto è opportuno evidenziare che nel leggere bene l’ultimo programma di previsione delle opere portuali, non può non essere rilevato la previsione delle cosiddette “briccole” (pali conficcati sul fondale marino  che reggono una passerella per consentire il passaggio di persone-passeggeri nel nostro caso). Questa opera che ha un costo di nove milioni di euro meriterebbe davvero la “famosa” analisi costi-benefici che, ovviamente, non è stata fatta e, con ogni probabilità, mai pensata (presidente, ci faccia sapere).

Il porto medio e il porto esterno di BrindisiCi sarebbe da discettare sulla totale inutilità e dannosità (per la manovra e utilizzo banchine) di tale opera, ma evito di tediare. Quindi non si facciano  le “briccole”, che possono essere sostituite con delle boe come fanno nel porto di Bari, non nell’altro emisfero, ma a 114 km da Brindisi, e si risparmierebbe qualche milione di euro da utilizzare per opere più utili (foto: il porto medio di Brindisi).

Ovviamente non è detto che, guardando meglio nel suddetto programma di previsione e nei vari decreti presidenziali, non si possano trovare risorse da spendere più oculatamente, ciò dovrebbe essere uno compito che il comitato portuale potrebbe darsi, e sono convinto chei risultati sarebbero positivi.

Per tornare ai lavori di consolidamento della banchina del Pigonati - non entro nel merito della costosa scelta tecnica su una banchina “non operativa” perchè ci porterebbe lontano. Viene da chiedersi (ma non avremo mai risposte) se è mai stato fatto uno studio per valutare se vi fossero altri sistemi più economici.

La nave da crociera Zenit entra nel Canale PigonatiSul dubbio, sollevato dal presidente, se le navi da crociera di una certa grandezza possano entrare e manovrare nel porto interno, vorrei offrire un contributo e fargli risparmiare tempo e denaro (per le consulenze): sarebbe sufficiente chiedere alla Capitaneria di Porto di Savona e ai piloti di detto porto come fanno a far ormeggiare le navi, così come si vede nella foto che allego a questa mia nota. E qui una riflessione: siamo in due “Italie” diverse? Invito chi legge - dopo aver visto bene la foto, che non è un fotomontaggio - a farsi una domanda e darsi una risposta (foto: una nave da crociera entra dal Canale Pigonati).

Carlo Sciarra, architettoNon mi dilungo sull’accenno fatto dal presidente sulle due nuove stazioni marittime in quel di Costa Morena, previste su piazzali e banchine destinate a traffico commerciale e non a quello passeggeri, difatti i piazzali dovrebbero servire allo stoccaggio e movimentazione container. Le banchine di Costa Morena sono state realizzate in tale maniera perché le navi commerciali ormeggiano di lato e non di coda. Basta leggere i vari atti dell’allora Consorzio del Porto. In questo, il Piano regolatore portuale è chiarissimo. Ma ovviamente si può anche negare l’evidenza dei fatti, in questo caso alzo le braccia (foto: Carlo Sciarra architetto brindisino).

Per tutto ciò ritengo che si continui a massacrare questo porto e con ciò si nega una crescita economica alla città e, per usare una frase “renziana”, si ruba il futuro ai nostri figli, ed è questo il motivo (per me più che sufficiente) che mi spinge a esprimere un modesto  parere su un argomento che se non fosse tragicamente reale, sarebbe una commedia dell’irreale. Amo questo porto, penso che nelle mie vene scorra acqua di mare, per quanto amo questo porto, e questa città di mare. Perdonate il mio sfogo,ma sono proprio inc…..to.

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