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Cittadella: et voilà, les jeux sont fait

BRINDISI – Le campagne elettorali a volte servono più per stendere strati di foschia sui problemi, che a focalizzarli. Sta svanendo nella nebbia, ad esempio, la vicenda di Cittadella Della Ricerca dove neppure l’opposizione di centrodestra ha deciso di affondare realmente il bisturi. C’è stata una fugace passata nei giorni scorsi del candidato sindaco Mauro D’Attis, che avrebbe potuto imperversare se solo si fosse dotato di due semplici documenti: uno, la famosa relazione sullo stato dei bilanci della società ora in liquidazione, presentata all’inizio di febbraio al presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, dal collegio dei sindaci della Società consortile per azioni, e la molto più recente delibera della giunta provinciale del 30 marzo scorso. Tutta roba che un consigliere provinciale di opposizione si sarebbe potuto facilmente procurare.

BRINDISI – Le campagne elettorali a volte servono più per stendere strati di foschia sui problemi, che a focalizzarli. Sta svanendo nella nebbia, ad esempio, la vicenda di Cittadella Della Ricerca dove neppure l’opposizione di centrodestra ha deciso di affondare realmente il bisturi. C’è stata una fugace passata nei giorni scorsi del candidato sindaco Mauro D’Attis, che avrebbe potuto imperversare se solo si fosse dotato di due semplici documenti: uno, la famosa relazione sullo stato dei bilanci della società ora in liquidazione, presentata all’inizio di febbraio al presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, dal collegio dei sindaci della Società consortile per azioni, e la molto più recente delibera della giunta provinciale del 30 marzo scorso. Tutta roba che un consigliere provinciale di opposizione si sarebbe potuto facilmente procurare.

D’Attis avrebbe scoperto, in estrema sintesi, quanto segue: tutte le criticità, quindi debiti e ricavi considerati di difficile riscossione, se ne vanno via assieme alla Cittadella della Ricerca Scpa posta in liquidazione; tutti i ricavi derivanti dalle locazioni finiscono invece da marzo nelle casse della Provincia, e sono stimati in 600mila euro. Quindi c’è una bad company usata come cestino dei rifiuti, una revoca del comodato d’uso degli immobili che tornano alla gestione diretta della Provincia, che incamera gli utili, che non si sa se investirà nuovamente nel complesso scientifico-tecnologico perché dell’altra parte dell’operazione di risanamento e rilancio annunciata da Ferrarese , ciò la creazione di una società di promozione della ricerca destinate allo sviluppo del territorio, non c’è traccia.

Ma non è tutto. Nell’operazione, oltre a 600mila euro di affitti, per i soggetti pubblici e privati insediati in Cittadella della Ricerca c’è una sorpresa aggiuntiva: come già scritto da BrindisiReport.it, tutti i servizi obbligatori del comprensorio sono passati alla multiservizi della Provincia, la Santa Teresa Spa, che si è già insediata. I servizi obbligatori costeranno agli utenti di Cittadella 505mila euro l’anno. Ma non è tutto. Se la passata di Mauro D’Attis non fosse stata esclusivamente elettorale, avrebbe scoperto anche che la novità è che si scaricherà sugli utenti anche il costo di gestione dell’attività di servizio, cosa mai avvenuta dal 2006 in poi: costo del personale, attrezzature, automezzi, persino le pulizie della palazzina uffici, con spese di cancelleria, software, computer e quant’altro per circa 245mila euro l’anno. Totale da dividere tra tutti, 750mila euro circa.

Quindi il candidato sindaco del centrodestra, area politica che alla Provincia ha fortemente voluto ed ottenuto una commissione d’inchiesta consiliare sulla gestione di Cittadella della Ricerca sfociata nei famosi “buchi” di bilancio, non si è accorto che il piano di Ferrarese non ha dato vita alle annunciate nuove società di gestione, ma sta drenando risorse economiche nelle casse dell’amministrazione provinciale, che sin qui aveva invece sostenuto e promosso, investendo, lo sviluppo del complesso scientifico-tecnologico brindisino, mentre i servizi sono passati alla Santa Teresa con aggravi dei costi per l’utenza. Ma soprattutto non si è accorto di una cosa clamorosa, che rende inutile anche la famosa commissione d’inchiesta.

Tutti i ricavi che la gestione di Antonio Andreucci e del suo consiglio di amministrazione aveva improvvisamente deciso che non si potessero pretendere dagli utenti, ma che in precedenza erano presenti nei bilanci approvati dal consiglio di amministrazione e certificati dai revisori, creando così quelle famose “voragini” diretta conseguenza di costi sostenuti ma non più coperti da ricavi e non certo delle presunte false comunicazioni sociali dell’ex direttore Angelo Colucci, oggetto di querela da parte dell’interessato e  mai dimostrate – nessuno ha mai portato i bilanci in procura, perché nell’eventuale presenza del reato ne avrebbero risposto consiglio di amministrazione e certificatori, non certo il direttore - adesso sono diventati improvvisamente esigibili: manutenzione impianti generali, impianto antincendio con estintori  e manutenzione, provvedimenti L.81/2008 e RSPP che erano state considerate in passato tra le voci da addebitare agli utenti e successivamente si è invece ritenuto di non considerarle generando le “perdite” sui ricavi per gli anni 2007/2010 e provocando la messa in liquidazione della Cittadella.

Forse più che una commissione d’inchiesta, ci sarebbe voluto il mago Silvan per spiegare questi colpi di scena. Che alla fine hanno creato un vantaggio indiscutibile a: l’amministrazione provinciale che intasca direttamente i soldi degli affitti, e magari potrà destinare pure questi al marketing territoriale; gli utenti morosi, che sperano grazie alla procedura di liquidazione di poter chiudere con transazioni le posizioni debitorie. Il resto sono problemi molto seri, soprattutto per il personale: solo 4 unità ex Cittadella sono state assunte dalla Santa Teresa con contratti a termine nettamente inferiori di quelli che percepivano in precedenza. Per gli altri otto il destino è molto incerto, c’è molta cassa integrazione. I vantaggi per il territorio, garantiti da questa operazione? Per ora non se ne vedono.

E quanti crediti riuscirà a riscuotere in veste di liquidatore l’ex presidente Antonio Andreucci, che non era riuscito a recuperare pressoché nulla nei suoi due anni di gestione (da annotare solo l’accordo con Enea che sembra abbia abbuonato un grosso debito all’ente di ricerca, e l’ingresso nel capitale sociale di Isbem, anch’essa in debito con Cittadella)? O anche in questo caso qualcuno a Palazzo De Leo attende l’esito delle elezioni comunali a Brindisi?

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