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Economia

Cittadella: l'ombra della liquidazione

BRINDISI – Dopo il fuoco di fila delle accuse non provate all’ex direttore della società, e alla precedente gestione di Cittadella della Ricerca, e dopo aver collezionato per questo una formale querela per diffamazione dallo stesso ex dirigente, e un fuoco di fila di aspre critiche e reazioni politiche ma anche di settori della ricerca e dell’università, il presidente di Cittadella della Ricerca (dal novembre 2009) Antonio Andreucci ha convocato l’assemblea straordinaria dei soci. Ma, da quanto si dice, non per cambiare la forma societaria da Scpa in Srl, bensì per procedere alla messa in liquidazione della stessa.

BRINDISI – Dopo il fuoco di fila delle accuse non provate all’ex direttore della società, e alla precedente gestione di Cittadella della Ricerca, e dopo aver collezionato per questo una formale querela per diffamazione dallo stesso ex dirigente, e un fuoco di fila di aspre critiche e reazioni politiche ma anche di settori della ricerca e dell’università, il presidente di Cittadella della Ricerca (dal novembre 2009) Antonio Andreucci ha convocato l’assemblea straordinaria dei soci. Ma, da quanto si dice, non per cambiare la forma societaria da Scpa in Srl, bensì per procedere alla messa in liquidazione della stessa.

Un fallimento grave, se la missione affidata dalla Provincia (socio di maggioranza e proprietaria degli immobili) al nuovo, più ridotto consiglio di amministrazione era quella di rendere ancora più dinamica, manageriale e oculata la gestione del soggetto che amministra il complesso scientifico-tecnologico brindisino. I segnali di difficoltà erano giunti ancora prima dell’avvio della campagna di stampa contro Colucci, il precedente presidente Gioia, i dirigenti pre – Andreucci, in cui dalla presidenza della Provincia sono state diramate notizia circa la scoperta di buchi e voragini di bilancio.

Ciò prima mirando sui documenti contabili del 2009 e 2010, approvati e certificati però da Andreucci e dal CdA in carica, nonché dagli attuali revisori;  per poi accettare la nomina di una commissione d’inchiesta del consiglio provinciale sugli stessi bilanci, quindi con la decisione di rendere pubblica una lettera del presidente Massimo Ferrarese allo stesso Andreucci, di sollecitazione ad adottare le decisioni previste in simili casi dalla normativa, tipo andare con i registri dal magistrato inquirente per sottoporgli le ipotesi di false comunicazioni sociali. Tuttavia, essendo tale ipotesi di reato attribuibile non ad un direttore generale bensì ad un amministratore o a un presidente di società che lo commette comunicando numeri truccati ai soci, si è cambiata strategia.

La nuova è la seguente: la designazione di un comitato di professionisti che dovrà valutare la contabilità pregressa di Cittadella, ma non più quella sottoscritta da Andreucci e nuovo CdA, bensì i bilanci della precedente gestione. Non è tutto: a parte l’avvocato Massimo Manfreda, mai interessatosi di casi di Cittadella, l’altro avvocato inserito nel pool è Cataldo Motta, esperto e noto professionista, il quale però difende Andreucci in una causa intentatagli per danni e altro da un dirigente licenziato, mentre l’esperta tributarista e certificatrice è da lungo tempo revisore proprio in Cittadella.

Tanto è vero che Angelo Colucci e il suo legale hanno subito sottolineato come tale nucleo di valutazione, cui è stato pubblicamente affidato il compito di decidere se portare in procura o meno i bilanci dell’era in cui il presidente di Cittadella era il professore Vitantonio Gioia, e quello della Provincia il notaio Michele Errico,  non possa considerasi del tutto “terzo” rispetto alla vicenda. In più, Errico ha spiazzato tutti rivelando che quei bilanci, per puro scrupolo e ragioni di trasparenza a fronte di critiche da parte del centrodestra, in procura li aveva mandati a suo tempo proprio lui, e non era stato rilevato alcunché di illecito.

E allora forse è il momento di fare il punto sulla gestione, e non sui bilanci, visto che se di mancate entrate si deve parlare, bisognerebbe partire dai circa 300mila euro di canoni in sofferenza abbuonati con un accordo ad un grande ente di ricerca proprio dalla gestione Andreucci (la “voragine” attribuita a Colucci, che ha querelato in risposta, è di entità inferiore), e dai soldi residui di uno stanziamento Enel, che la Provincia e Ferrarese hanno in parte prelevato – modificando l’accordo con Enel – per destinarli alla valorizzazione del marchio Filia Solis e per il cosiddetto marketing territoriale. Pare, 600mila euro che a Cittadella sarebbero serviti come il pane.

Non è un caso che oggi mentre si parla di messa in liquidazione, e quindi di cancellazione di quanto è stato fatto per aumentare le società insediate, portare a Brindisi importanti pezzi della ricerca italiana su settori avanzati come quello della sensoristica e tanto altro ancora, e per insediarvi due nuove facoltà dell’Università del Salento, con un dipartimento e alcune lauree magistrali tra le quali quella in ingegneria aerospaziale, l’unico corso da a sud di Napoli in questa specializzazione, più ben due distretti, quello regionale dell’aerospazio e quello nazionale dell’energia (Ditne), dalla Provincia escano solo comunicati sulla Bit di Milano e sui riconoscimenti ad alberghi e ristoranti.

Nessuna traccia delle forti tensioni che si stanno determinando con l’Università, che potrebbe essere costretta a sloggiare, e non perché vuol farlo ma perché costretta, cosa che costerebbe immensamente sul piano della formazione, obbligando oltre 1400 iscritti a migrare altrove. Nessuna traccia di preoccupazione per la diaspora obbligata anche per molte aziende cui stanno pervenendo lettere dalla presidenza di Cittadella che annunciano il distacco dell’energia elettrica e delle connessioni adsl. Il territorio nulla sa di tutto ciò, dopo la fitta cortina fumogena dei buchi di bilancio velocemente dissipatasi. Un segnale di allarme su Cittadella della Ricerca lo ha lanciato la sinistra del Pd, quella che ha preso posizione contro le “deviazioni” del Laboratorio Ferrarese, sinora inascoltata persino dallo stesso Partito Democratico assorbito dai rituali pre-elettorali.

Silenzi anche dall’opposizione di centrodestra, almeno sino ad ora. Chi difenderà Cittadella della Ricerca, le attività di innovazione che vi si svolgono, e il polo universitario di Unisalento da tutto ciò? Si spera nella Regione Puglia, per evitare una deriva come quella precedente al 2005 quando fu una gestione di centrodestra a portare la stessa società alla rovina, e il risanamento giunse con l’insediamento della giunta di centrosinistra di Michele Errico alla Provincia. Per queste cose bisognerebbe costruire i cartelli di cittadini, raccogliere le firme e smuovere una società civile forse male informata su ciò che sta accadendo.

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