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Economia

Cittadella Scpa verso la liquidazione

BRINDISI – Era cominciata con l’introduzione dichiarata di massicce dosi di managerialità, con il taglio netto all’inizio del 2010 ad un consiglio di amministrazione considerato troppo pletorico, ingessato e costoso (perché mai, poi) e con giudizi anche pesanti sulla precedente gestione. I risultati (perché sono i fatti che contano, non le parole, come egli dice spesso) di questa operazione condotta dal presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, sono tutti condensati nella seduta odierna del consiglio provinciale, che è il socio di maggioranza di Cittadella della Ricerca. Con 19 voti contro quattro, è stata votata la proposta di chiedere la messa in liquidazione della Scpa nel corso dell’assemblea dei soci convocata per venerdì 2 marzo.

BRINDISI – Era cominciata con l’introduzione dichiarata di massicce dosi di managerialità, con il taglio netto all’inizio del 2010 ad un consiglio di amministrazione considerato troppo pletorico, ingessato e costoso (perché mai, poi) e con giudizi anche pesanti sulla precedente gestione. I risultati  (perché sono i fatti che contano, non le parole, come egli dice spesso) di questa operazione condotta dal presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, sono tutti condensati nella seduta odierna del consiglio provinciale, che è il socio di maggioranza di Cittadella della Ricerca. Con 19 voti contro quattro, è stata votata la proposta di chiedere la messa in liquidazione della Scpa nel corso dell’assemblea dei soci convocata per venerdì 2 marzo.

Non esaltante risultato, in poco più di due anni. Naturalmente ci voleva un capro espiatorio, e per lunghe settimane è stata condotta la caccia all’uomo responsabile di presunte “voragini” e “buchi” in bilanci ampiamente certificati e approvati proprio dal nuovo management insediato dalla Provincia, sino a costringere l’ex direttore Angelo Colucci a ricorrere alla procura della Repubblica per difendere la propria onorabilità ed il proprio operato. La querela ha gettato un po’ di scompiglio nella vicenda, tanto che la sfida di Colucci, ma anche quella del capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Damiano Franco, non è stata affatto raccolta. La sfida era: se pensate che qualcuno abbia truccato i bilanci, portate i registri al pm. Ma a quanto pare, sino a questo momento le accuse non sono state affatto formalizzate.

E’ stata cambiata la strategia. La situazione di Cittadella della Ricerca Scpa rendeva obbligata la strada della trasformazione della società in Srl, una delle soluzioni previste dalla legge quando le perdite sono superiori ad un terzo del capitale sociale. Il consiglio provinciale era stato chiamato a votare per questa opzione, e così è stato fatto. Accontentata anche l’opposizione, che chiedeva una commissione di indagine sui conti di Cittadella della Ricerca. Ma evidentemente tutto ciò non bastava. Sempre sulla base di comunicazioni del presidente dell’amministrazione provinciale, c’è stato un repentino cambio di strategia: non più trasformazione in Srl, ma messa in liquidazione.

Sarebbe interessante conoscere non solo quali siano le perdite effettive, che praticamente non esistono, quanto meno nella misura denunciata da Ferrarese, stando alle relazioni dei sindaci revisori, ma anche quale sia la situazione creditoria della società, e in che modo alcuni grossi crediti nei confronti di società ed enti insediati siano stati trattati. Tuttavia nessuno ha fatto queste domande oggi in consiglio provinciale: chi era e resta profondamente convinto che non può essere la liquidazione la strada giusta è il capogruppo del Pd, Damiano Franco, che in coerenza con tutto ciò che ha detto nelle ultime settimane (anche dalle colonne di BrindisiReport.it), ha lasciato l’aula consiliare prima del voto.

Gli altri dovranno accontentarsi di giungere a una spiegazione plausibile (questo è l’obiettivo, ma anche l’augurio) a conclusione dei lavori della famosa commissione d’inchiesta del consiglio provinciale, varata oggi con decreto di Ferrarese, e che ha questa composizione:  presidente Nicola Ciracì, componenti Damiano Franco, Cosimo Pennetta, Cosimo Ferretti, Giuseppe Pace, Ciro Argese, Vitantonio Caliandro, Vincenzo Attorre, Francesco Fistetti, Nicola Massari, Camillo Camassa e Giancarlo Capodieci, segretario Vito Pomes. Ma forse sarà, in un caso o nell’altro troppo tardi, una vittoria di Pirro o una ritirata di Russia, se venerdì 2 marzo l’assemblea dei soci voterà per la messa in liquidazione.

Il futuro, le nuove società che dovranno sostituire quella da liquidare? Prima di fare previsioni, visti i precedenti, meglio valutare i fatti. Almeno da parte degli osservatori, vista l'abdicazione palese della politica in questa vicenda, che scarica le proprie frustrazioni sui mezzi d'informazione che non fanno giornalismo da inginocchiatoio.

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