rotate-mobile
Economia

Riforma dei porti: chi resta fuori lo sarà anche da decisioni e soldi

Moratorie? Dal Ministero dei Trasporti arriva la conferma che sceglie di restare fuori dalla riforma dei porti lo sarà anche dai finanziamenti e dalle decisioni strategiche

BRINDISI – Non c’è solo l’attuale maggioranza al Comune di Brindisi (e connessi interessi esterni) a chiedere la moratoria per l’accorpamento tra il nostro porto e la nuova Autorità unica di sistema portuale dell’’Adriatico Meridionale. Ma dal Ministero dei Trasporti arriva la conferma che sceglie di restare fuori  lo sarà anche dai finanziamenti, peraltro già limitati.

Se è vero che i consiglieri comunali brindisini si preparano alla seduta del 7 settembre per decidere sulla moratoria, avranno certamente anche letto sulla stampa specializzata e n on che il governatore di centrodestra della Liguria, Giovanni Tori, ha chiesto al ministro Graziano Delrio un rinvio dell’accorpamento tra Genova-Savona e La Spezia-Marina di Carrara, un caso politico ben più rilevante di quello di Brindisi.

La domanda di rinvio, previsto dalle norme transitorie della riforma dei porti, ha come termine massimo quello del 15 settembre data in cui entrerà in vigore la legge. Dovranno essere le Regioni a proporlo, quindi il caso Brindisi dovrà passare prima al vaglio del governatore Michele Emiliano, poi del ministro. La risposta deve giungere con un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia nel caso sia negativa, sia in quello in cui sia positiva, ma non ci sono termini, quindi va messa nel contro anche  la possibilità di tempi non brevi.

Nel frattempo il ministro Delrio entro settembre comincerà a inviare ai presidenti delle Regioni interessate le proposte di nomina dei presidenti delle nuove autorità uniche di sistema portuale, per il parere previsto (i termini per l’invio dei curricula da parte degli aspiranti si è chiuso il 4 settembre). I nuovi presidenti faranno parte della Conferenza nazionale di coordinamento della portualità italiana prevista dalla legge, mentre i commissari o i presidenti dei porti che hanno chiesto la proroga ne resteranno fuori, con la conseguenza della limitazione dei finanziamenti.

Allora il quesito per il sindaco Angela Carluccio e la sua maggioranza è: cosa c’è di vantaggioso per Brindisi in una eventuale moratoria, qualunque siano le ragioni con cui sarebbe motivata? Assolutamente nulla. Come nessun vantaggio ricaverà la città dalla rinuncia all’acquisizione della ex Zona Nafta. La speranza è che il governatore Emiliano e il ministro Delrio, a questo punto, salvino le aspirazioni del porto di Brindisi malgrado la sua amministrazione comunale, rinviando al mittente la eventuale richiesta di proroga. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Riforma dei porti: chi resta fuori lo sarà anche da decisioni e soldi

BrindisiReport è in caricamento