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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Via della Seta e reti Ten-T: "Opponiamoci alle lobby dell'Europa Centrale"

Mauro D'Attis del Ppe è intervenuto nel corso di una conferenza sulla reti dei trasporti europee che si è svolta a Bruxelles. La Croazia sposa la battaglia per  portare il collegamento veloce ferroviario lungo la dorsale adriatica fino a Brindisi

BRUXELLES – La Croazia sposa la battaglia per  portare il collegamento veloce ferroviario lungo la Dorsale adriatica fino a Brindisi, e per i passeggeri fino a Lecce. E’ quanto emerge da una conferenza sulle reti transeuropee dei trasporti e sui collegamenti transfrontalieri dei trasporti che si è svolta stamattina (10 ottobre) presso la sede di Bruxelles del Parlamento europeo, su iniziativa di alcuni membri croati dell'assise. 

Guarda la videointervista a Mauro D'Attis

Sono intervenuti nel corso dell’incontro, fra gli altri, i presidenti degli enti territoriali della Croazia, la direttrice generale  generale dell’ufficio Mobilità e trasporti dell’Unione Europea, Maja Bakran, l’ex consigliere comunale di Brindisi, vice presidente del gruppo del Ppe al Comitato delle Regioni, Mauro D’Attis, e il presidente della regione di Tirana, l’albanese Aldrin Dalip, che ha parlato del progetto di realizzazione di un aeroporto internazionale nel suo territorio, “di fronte a Brindisi”. Ha parlato di Brindisi anche il presidente della contea di Dubrovnik Neretva, il croato Nikola Dobroslavic.

Mauro D'Attis al parlamento europeo 2-2

La posizione della delegazione croata

Questi ha rimarcato l’importanza di realizzare una rete ferroviaria veloce da Ravenna a Brindisi, e poi dalla Grecia a Trieste, per inserire la marcoregione adriatico ionica nelle rete dei trasporti continentali Ten-T. Ma non c’è tempo da perdere, perché se l’area geografica in questione, in cui è compreso anche il porto di Brindisi, non verrà inserita entro il 2020 nella revisione della rete Ten-T, sfumerà pressoché definitivamente la possibilità di salire su un treno che dovrebbe giungere a destinazione entro il 2030, quando si pensa di poter completare la nuova rete infrastrutturale. E non è poi così remota la possibilità che per intercettare il convoglio successivo si debba aspettare fino al 2050.

L'intervento di D'Attis

E’ questa la preoccupazione espressa anche da Mauro D’Attis, che nel suo intervento si è soffermato a lungo sulle opportunità che si potrebbero aprire per la regione adriatico ionica se verranno intercettati i fondi per connettersi alla cosìdetta via della seta. Ma non sarà semplice raggiungere questo obiettivo, perché è fortissima la concorrezza della macro regione dell’Europa centrale, che ha un notevole peso a Bruxelles. Mauro D’Attis, dunque, si sta battendo affinché le regioni che affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio abbiano la meglio sull’attività di lobbyng esercitata dai rappresentati degli enti territoriali compresi fra le Alpi e la Germania.

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La battaglia per la macro regione adriatico ionica. Questo perché il “Mare Adriatico – afferma D’Attis - è un grande lago, siamo fisicamente molto vicini, ma le sponde adriatica e ionica pare siano disanti molte centinaia di chilometri in più. E’ stato un lago di guerra quel lago. Faccio parte di quelle generazione di italiani che vedevano partire dall’aeroporto di Brindisi gli aerei militari. Adesso questo è un lago di pace e deve diventare la vera risorsa di cui disponiamo”.

La videointervista a D'Attis

D’Attis ha rilanciato la sua battagia “per due linee che non si possono non tirare fuori dalla mappa di cui ha parlato la direttrice generale dell’ufficio dei trasporti nel corso del suo intervento (questa ha ricordato che la rete europea si sviluppa su 9  corridoi, di cui due, quello reno-danubiano e quello adriatico, passano dalla Croazia, ndr) . Non è possibile – prosegue D’Attis - che l’Europa non consideri strategica le coste adriatica, balcanica e albanese”.

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Il ruolo degli Stati. E tornando alla questione riguardante l’influenza esercitata dalla macro regione dell’Europa Centrale, D’Attis invita “anche gli Stati a darsi una regolata”. Questo perché manca “la volontà degi Stati membri di spendersi a sostegno della regione adriatico ionica”.

L’impegno degli Stati servirà anche in un’altra partita che a detta di D’Attis è molto più importante, “che è quella della via della Seta”. “C’è grande interesse a intercettare questi trafici – afferma D’Attis - che possono arrivare in Europa attraverso la connesione continentale Nord Europea e la connesione che attraversa i nostri territori. Ho l’impressione – afferma ancora D’Attis - che si stia pensado di fare arrivare la via della seta attraverso il Nord Europa e poi i traffici da lì farli passare dalle nosre regioni”.

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La via della Seta. D’Attis rievoca la figura di Marco Polo, che “aveva tracciato una via della seta che attraversava i nostri territori, perché questi avevano lo sbocco sul mare. Adesso, invece, si sta cercando di sostituire i nostri territori con quelli del Centro Europa”.

D’Attis sta perorando la causa della regione adriatico ionica presso il Comitato delle Regioni, facendosi promotore di un parere sulle reti di connessione europee. “Sono il primo firmatario – spiega D’Attis - di un emendamento che abbiamo presentato inerente alla discussione di oggi”. D’Attis, attraverso il Comitato, chiede che si estendano i finanziamenti europei anche alle reti connesse alla rete centrale europea. Altrimenti “sarebbe come pensare di mantenere il fiume principale abbandonando a loro stessi i suoi affluenti. Noi oggi siamo i suoi affluenti e questi devono essre sostenuti". 

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