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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Consorzio Asi, promemoria del commissario: "Mi bloccarono Provincia e Comune"

BRINDISI - Furono il Comune e la Provincia di Brindisi a bloccare l’iter avviato per la rimodulazione dello statuto del consorzio Asi, in adeguamento alla legge regionale numero 2 del 2007. Lo sostiene, nero su bianco, lo stesso commissario Armando Serra in una missiva di risposta, datata 24 giugno 2010 indirizzata al dirigente regionale Davide Pellegrino. Il funzionario in forza all’ente barese, esattamente il 9 giugno precedente aveva indirizzato due note alla amministrazione provinciale di Brindisi e al consorzio stesso, sollecitando la convocazione dell’assemblea per la ricostituzione degli organi consortili ai sensi della nuova normativa.

BRINDISI - Furono il Comune e la Provincia di Brindisi a bloccare l’iter avviato per la rimodulazione dello statuto del consorzio Asi, in adeguamento alla legge regionale numero 2 del 2007. Lo sostiene, nero su bianco, lo stesso commissario Armando Serra in una missiva di risposta, datata 24 giugno 2010 indirizzata al dirigente regionale Davide Pellegrino. Il funzionario in forza all’ente barese, esattamente il 9 giugno precedente aveva indirizzato due note alla amministrazione provinciale di Brindisi e al consorzio stesso, sollecitando la convocazione dell’assemblea per la ricostituzione degli organi consortili ai sensi della nuova normativa.

Secondo la nota di Serra gli enti locali, più volte da lui stesso allertati, non hanno mai ottemperato alle indicazioni fornite, procedendo nel solco segnato dalle indicazioni dell’allora vice-presidente regionale Sandro Frisullo. La lettera di Serra sarebbe l’ennesima conferma che proprio dalla nota di Frisullo, indirizzata agli enti brindisini il 25 settembre 2007 e probabilmente frutto di una intesa con gli stessi, deriverebbe il pasticcio giuridico rappresentato dalla designazione della nuova assemblea del Consorzio Asi.

Ed è proprio sulla legittimità del nuovo assetto assembleare, composto da “tre rappresentanti della Provincia, tre del Comune di Brindisi, uno a testa dai Comuni di Ostuni, Fasano, Francavilla e uno della Camera di Commercio, in evidente violazione della norma in vigore”, che il consigliere regionale del Partito democratico Pino Romano ha indirizzato una interrogazione scritta alla Regione, chiedendo se e in che termini l’ente intenda “approfondire la questione cercando di capire a chi vanno attribuite le gravi responsabilità interpretative che hanno determinato la situazione di illegittimità”, ma anche se “si intendono ufficialmente sospendere azioni istituzionali tendenti ad insediare organismi nominati in palese violazione della norma”.

Un passo indietro sarà di conforto al lettore, per comprendere le evoluzioni dell’intricata vicenda. Nella missiva indirizzata a Pellegrino, il commissario Armando Serra riepiloga con dovizia di particolari tutti i passaggi che hanno portato alla neo-eletta assise consortile. Le designazioni dei membri infatti, sono avvenute secondo l’articolo 6 del vecchio statuto del Sisri e solo parzialmente secondo la legge regionale numero 2 del 2007, dato che lo statuto consortile non è mai stato adeguato al nuovo dettato normativo, come Pellegrini aveva esplicitamente indicato nelle due note citate. La presunta anomalia giuridica rappresentata dalla designazione della nuova assemblea del Consorzio Asi – non ancora convocata e quindi non ancora formalmente costituita – sarebbe frutto di una interpretazione della norma effettuata il 25 luglio del 2007 dall’allora assessore allo Sviluppo, Sandro Frisullo, il quale avrebbe concesso agli enti brindisini di procedere alle nomine per l’assemblea generale pur in mancanza dell'adeguamento statutario di cui sopra.

Sarebbe questa la ragione per cui la Provincia, i Comuni di Brindisi, Ostuni, Fasano, Francavilla Fontana e la Camera di Commercio hanno proceduto a designare, ma ben due anni e mezzo dopo, i propri rappresentanti secondo i criteri previsti dallo statuto Sisri del 1995, che si ispira alla legge regionale del 1986. E cioè tre rappresentanti a testa per la Provincia e il Comune di Brindisi, uno per gli altri enti, invece che uno a testa secondo la nuova normativa. Il dettato della nuova legge è stato applicato invece per la parte relativa al criterio secondo cui dell’assemblea generale possono far parte solo gli enti nei cui territori ricadono le zone industriali, più la Provincia e la Camera di Commercio, e non più tutti e 20 i Comuni del Brindisino così come previsto dalle vecchie regole.

Il riepilogo della vicenda da parte del commissario Serra conferma la ricostruzione dei fatti fornita da BrindisiReport.it. Il funzionario incaricato dalla Regione, che da otto anni a questa parte sostituisce gli organi consortili, esordisce chiarendo di aver tempestivamente disposto la convocazione dell’assemblea generale esattamente il 18 maggio 2007, ossia poco più di un mese dopo i trenta giorni previsti dalla legge dell’8 marzo 2007 per l’Ordinamento dei consorzi per lo sviluppo industriale.  L’iter regolarmente avviato, viene stoppato “su richiesta del presidente della Provincia di Brindisi” e del “sindaco del Comune di Brindisi”, la prima del 7 maggio, la seconda del 27 aprile 2007. Con le due missive, i rappresentanti degli enti locali, chiedevano a Serra di attendere l’esito della “consultazione con la Regione Puglia in merito alle procedure per attivare i nuovi organi statutari, nonché per la compilazione dello statuto stesso”. La riserva si scioglie il 25 settembre 2007, con l’ormai nota risposta del vice-presidente Frisullo, sulla scorta della quale il commissario “ha proceduto a richiedere loro (gli enti, ndr) le nomine dei propri rappresentanti in seno al convocando consesso”.

La ricostruzione dei fatti successivi fornita dal commissario Serra riguarda un lungo contenzioso fra il consorzio Asi e il Comune di Carovigno, escluso dalla compagine degli enti consorziati dalla nota di Frisullo e successivamente da un pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato. La esclusione dell’ente carovignese potrebbe c’entrare con la esclusione dei comuni sui quali non ricadono le zone industriali. “Allo stato – conclude il commissario -, sono pervenute le designazioni da parte dei Comuni di Fasano, Francavilla Fontana e della Camera di commercio di Brindisi. Si ritiene, alla luce di quanto sopra, di aver posto in essere ogni attività utile alla ricostituzione degli organi consortili”.

Serra precisa anche si avere provveduto, con una nota separata, a sollecitare gli enti ancora inadempienti a “designare i propri rappresentanti in seno al ricostituendo consesso”. Questo è quello che accadeva fino al 24 giugno scorso. La storia successiva parla delle lotte intestine in seno alle compagini politiche per la designazioni dei membri della assemblea, lotte fratricide talvolta, che potrebbero rivelarsi doppiamente inutili da qui a breve.

La fine di questa complicata saga potrebbe essere decretata dalla Regione, se non dalla magistratura. Tocca al successore di Sandro Frisullo, la vice presidente Loredana Capone, rispondere a una serie di interrogativi che pendono sul nuovo consesso, chiarendo innanzitutto se e quali iniziative la Regione Puglia intenda adottare in merito alla neo-eletta assemblea del consorzio Asi di Brindisi. Decisione che, per essere adottata, necessita un chiarimento definitivo su una serie di domande, le seguenti: l'assemblea Asi così composta, è legittima o non lo è? Nel caso in cui non lo fosse, quali iniziative intende adottare la Regione Puglia per il ripristino della legalità? Può darsi l'ipotesi secondo cui l'assemblea, così composta, possa e debba procedere esclusivamente alla riformulazione dello Statuto e dunque dimettersi, riavviando ex novo l'iter per la composizione dei nuovi organi consortili?

Romano, dal canto suo, si spinge anche oltre, chiedendo alla Regione se non ritenga “improcrastinabile una azione dell’assessorato competente tesa alla nomina di un commissario ad acta il cui unico obiettivo sia quello di adeguare lo statuto alle norme vigenti, facendo sì che gli organismi si insedino con i crismi della legalità. Questo per consentire al consorzio di partire con il piede giusto e con una stringente applicazione degli indirizzi che sottendono allo spirito della intera legge”, con particolare riguardo all’articolo nove, secondo cui le assemblee rappresentative anche del mondo economico, nonché gli organismi di amministrazione e controllo, devono essere composti da “persone di comprovata esperienza amministrativa o imprenditoriale o professionale o di particolare capacità nella gestione di aziende, enti e società”.

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