rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Carovigno

Emiliano: "Tap a Brindisi". Il sottosegretario De Vincenti: "Già deciso San Foca"

Continua a restare un feticcio della polemica politica, il gasdotto Tap la cui parte sottomarina secondo il progetto approvato dal governo italiano approderà poco a sud di San Foca. Aveva recentemente riaperto il fronte il governatore della Puglia, Michele Emiliano, riprendendo di fatto una vecchia proposta

Continua a restare un feticcio della polemica politica, il gasdotto Tap la cui parte sottomarina secondo il progetto approvato dal governo italiano approderà poco a sud di San Foca. Aveva recentemente riaperto il fronte il governatore della Puglia, Michele Emiliano, riprendendo di fatto una vecchia proposta dell’ex segretario regionale del Pd, il leccese Sergio Blasi, per lo spostamento del punto di approdo a Brindisi Cerano, e la possibilità così di riconvertire a gas la centrale termoelettrica dell’Enel. Ma oggi il governo ha gettato un’altra secchiata di acqua fredda su questa ipotesi.

Lo ha fatto con alcune dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, rilasciate ai giornalisti ai margine del convegno della Cgil in corso a Bari: "Il presidente Emiliano lo sa, noi abbiamo appena svolto tutte le analisi necessarie durante il processo di valutazione di impatto ambientale. In quella sede sono state fatte tutte le analisi comparative: il sito con più basso impatto ambientale e quello di Melendugno", ha detto De Vincenti.

"Come governo ci preoccupiamo in questo di fare in modo che questa  sia l'occasione per il rafforzamento ambientale di Melendugno. Pensate per esempio alla scogliera di Melendugno che è sottoposta a erosione naturale, e noi vogliamo fare in modo che l'arrivo del gasdotto sia accompagnato da opere che consolidino e mantengano intatta quella scogliera.  Poi più in generale tutto ciò che può servire a sviluppare le attività turistiche e agroalimentari della zona".

Rotte gasdotto TAP, la prescelta è la numero 4Quindi nessuna inversione di rotta rispetto a quanto stabilito dalle autorizzazioni rilasciate dal governo a Trans Adriatic Pipeline. Del resto, Tap aveva già scartato negli anni scorsi ben quattro possibilità di approdo del gasdotto a nord e sud di Brindisi, sia per motivi ambientali che tecnici (praterie di Posidonia oceanica classificate come Sic, interferenze con altre strutture industriali e non la parte terminale della pista principale dell’aeroporto). Inoltre Tap non ha intenzione di sobbarcarsi pesanti costi aggiuntivi per prospezioni e condotta, tantomeno di allungare i tempi dell’opera. Ed Enel non ha alcuna intenzione di riconvertire a metano la centrale Federico II, in uno scenario di mercato energetico termoelettrico in crisi. (A sinistra, le quattro ipotesi di approdo a Brindisi già scartate da Tap)

Quanto vale dunque concretamente la proposta Emiliano in questo scenario? "Io mi sforzo di fare delle proposte costruttive e il governo poi farà sapere qual è il suo punto di vista – ha detto a sua volta ai giornalisti  il governatore della Puglia - . Si potrebbe, concordandolo con l'azienda, il governo e la Regione Puglia, fare una cosa velocissima nello spostare, rinunciando a tutti i tipi di procedure burocratiche. Diciamo che la Tap è un po' un problema non solo in Italia, ma per quello che mi risulta anche in Grecia da un po' di tempo a questa parte. Non vorrei che noi costruissimo il pezzo ad Ovest e poi mancasse il pezzo centrale. E' evidente che c’è una fretta che probabilmente non consiglia bene tutte le parti in causa".

La “fretta” di cui parla Emiliano è legata al fatto che il Tap sarebbe il primo dei grandi gasdotti strategici su cui punta l’Unione Europea, e inoltre convoglierebbe in Europa metano non russo ma azero, dai giacimenti del Caspio, attraverso Azerbaigian, Turchia, Grecia, Albania e Italia. Un affrancamento dalle politiche di Putin e di Gazprom. Il problema-San Foca in questo contesto globale è molto marginale. Che Tap viri su Brindisi già esclusa dallo stesso consorzio multinazionale è assai improbabile, quindi. Piuttosto, le grane vere sono a nord della Puglia.

Per convogliare in Europa il metano trasportato nel Salento bisogna completare il raddoppio del gasdotto Brindisi-Minerbio, dove si trova l’interconnessione con le reti europee. Ma la condotta dovrà attraversare territori di grande pregio paesaggistico, e aree protette, oltre che sismiche, sull’Appennino Centrale in Abruzzo, Umbria e Marche, dove l’opposizione di Province e di alcune delle Regioni è forte.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emiliano: "Tap a Brindisi". Il sottosegretario De Vincenti: "Già deciso San Foca"

BrindisiReport è in caricamento