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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

"Crisi Maribrin causata da rincaro dei costi energetici e burocrazia"

Nota della Flai-Cgil sulla situazione aziendale e sul destino dei dieci lavoratori: "Chiesto al sindaco Rossi un incontro per avere maggiore attenzione sul progetto per abbattere i costi dell'energia"

Riceviamo e pubblichiamo nota a firma di Cosimo Della Porta, segretario generale Flai-Cgil Brindisi, relativa alla crisi occupazionale dell'azienda ittica Maribrin di Brindisi.

La segreteria della Flai Cgil Brindisi e la Flai Cgil Puglia, nella persona del segretario generale Antonio Gagliardi, hanno incontrato, nelle scorse ore, i responsabili dello stabilimento Maribrin di Brindisi per studiare la situazione che rischia di portare al licenziamento dei suoi dieci lavoratori se non saranno messe in campo delle iniziative volte a restituire "respiro" alla società, dando così una prospettiva ai propri dipendenti.

"Ringraziamo innanzitutto la Maribrin – dichiara il segretario generale della Flai Cgil Brindisi, Cosimo Della Porta – per la disponibilità dimostrata al confronto col nostro sindacato e per averci spiegato a fondo i motivi della crisi. E anche per la volontà mostrata a non voler chiudere i battenti sebbene l'azienda provenga da una situazione difficile e il futuro sia a tinte fosche soprattutto per quanto riguarda il tema dei rincari dell'energia".

La situazione: la società ha investito nello stabilimento circa 9 milioni di euro. Nel 2021, a fatica, ha chiuso l'anno con un pareggio di bilancio e al 30 giugno 2022 ha maturato una perdita di 907 mila euro. La causa principale di questo passivo è dovuta essenzialmente ai rincari dei costi dell'energia e di alcune importanti materie utili alla produzione. Basti pensare che il costo della corrente elettrica è di fatto quintuplicato passando da 0,06 a 0,31 centesimi/Kw e rischia di costare anche sette volte tanto in previsione dei prossimi rinnovi contrattuali per i quali si stima possano raggiungere la tariffa di 0,45 centesimi/Kw. Altro costo determinante è quello dell'ossigeno liquido i cui rincari sono stati di quasi sette volte i prezzi originari di qualche mese addietro. A questo si aggiunge la mancata compensazione per le perdite di fatturato della fase Covid per quasi 600 mila euro, fondi che avrebbero già dovuto essere stati stanziati dalla Regione Puglia attraverso i fondi Feamp Po 2014-2020 per ristorare le perdite per i mancati ricavi dovuti al Covid 19.

L'azienda per fronteggiare la crisi energetica ha anche prodotto un progetto per l'installazione di un impianto di 200 kw per investimenti produttivi nell'acquacoltura e di efficientamento energetico dell'impianto di itticoltura marina che sfiora i 350 mila euro. Progetto che, pur ricevendo parere positivo il 24 maggio scorso resta ancora in attesa del decreto di finanziamento. Nonostante tutte le difficoltà, la Maribrin sta provando in tutti i modi di evitare la chiusura e cercando di dare serenità ai dipendenti.

"La società ha anche rassicurato la Flai Cgil – spiega Della Porta – circa il fatto che garantirà le giornate lavorative che mediamente i dipendenti a tempo determinato svolgono durante l'anno, ma la produzione ittica  cesserà il 10 agosto prossimo. Occorre quindi lavorare per sbloccare quanto la burocrazia finora ha tenuto fermo che rischia di strozzare l'azienda e quindi i dipendenti che corrono il rischio serio di essere licenziati. Non possiamo permetterci il lusso di perdere anche un solo lavoratore. Per questo motivo la Flai Cgil lavorerà su due piani: il primo locale e il secondo regionale. Come Flai Cgil Brindisi la segreteria ha chiesto al sindaco Riccardo Rossi un incontro per avere maggiore attenzione sul progetto dell'azienda per abbattere i costi dell'energia. Sul piano regionale la Flai Cgil Puglia verificherà i motivi dei ritardi delle compensazioni previste. La Flai non lascerà soli i 10 lavoratori della Maribrin e le loro famiglie garantendo tutto l'impegno possibile per un futuro occupazionale che è assolutamente possibile ma è pregiudicato dai ritardi della burocrazia".

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