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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Crociere e personale, due sorprese

BRINDISI – Si trova dove non te l’aspetti, l’operazione che infila quasi di straforo le navi da crociera a Costa Morena Est, una banchina industriale e commerciale in via di infrastrutturazione, che per ora condivide il varco di accesso con quello dell’area commerciale e industriale di Costa Morena Ovest, affollato di camion carichi di carbone e mezzi da lavoro delle imprese portuali. Il bello da vedere ce l’hai di fronte, la mole del Castello Alfonsino con l’Opera a Corno. Ma alle spalle hai la centrale a carbone dell’Edipower, a destra il molo gasiere di Polimeri Europa e il petrolchimico, a sinistra le carboniere dell’Enel. I crocieristi dovrebbero sbarcare in questo scenario, passare dal varco dei camion del carbone (affidato in aliquota minoritaria ai padroncini per ragioni di buoni rapporti col territorio), e farsi mezza zona industriale in pullman prima di arrivare in città o sulla superstrada Lecce-Bari.

BRINDISI – Si trova dove non te l’aspetti, l’operazione che infila quasi di straforo le navi da crociera a Costa Morena Est, una banchina industriale e commerciale in via di infrastrutturazione, che per ora condivide il varco di accesso con quello dell’area commerciale e industriale di Costa Morena Ovest, affollato di camion carichi di carbone e mezzi da lavoro delle imprese portuali. Il bello da vedere ce l’hai di fronte, la mole del Castello Alfonsino con l’Opera a Corno. Ma alle spalle hai la centrale a carbone dell’Edipower, a destra il molo gasiere di Polimeri Europa e il petrolchimico, a sinistra le carboniere dell’Enel. I crocieristi dovrebbero sbarcare in questo scenario, passare dal varco dei camion del carbone (affidato in aliquota minoritaria ai padroncini per ragioni di buoni rapporti col territorio), e farsi mezza zona industriale in pullman prima di arrivare in città o sulla superstrada Lecce-Bari.

Si trova dove non te l’aspetti, questa voce “Realizzazione struttura per servizi accosti crociere a Costa Morena Est”, perché al limite il suo posto, se si fosse voluto dare evidenza al progetto, sarebbero state anche le numerose pagine dedicate al traffico crocieristico nel documento del Piano delle opere triennale (Pot) 2012-2014, fitte di statistiche e di propositi futuri circa il famoso terminal da realizzare alla Diga di Punta Riso solo su variante al Piano regolatore portuale esistente o attraverso una apposita previsione nel nuovo, chissà quando (occorre anche trovare il finanziamento), opera che servirebbe anche alle navi classe Cavour della Marina Militare e a quelle dell’Onu.

Ma la voce relativa è invece al punto 6 della tabella numero 2, pagina 23 della relazione sul bilancio di previsione, settore in cui si descrive l’articolazione finanziaria degli interventi triennali sulle strutture portuali. Ed è una cosa da realizzare già nel 2012, sempre secondo la relazione al documento contabile di previsione, per un costo di 1,2 milioni di euro, tutto sommato limitato. Chi metterebbe i crocieristi tra carbone e gasiere lo deve spiegare il presidente attuale dell’Autorità portuale al comitato convocato per il 21 e 22 novembre, sia sulla bozza del Pot che su quella del bilancio di previsione. Qual è, o quali sono le compagnie che userebbero quella banchina nel porto industriale per le loro navi da 300 metri? C’entra in qualche modo quel protocollo che l’ex presidente Giuseppe Giurgola voleva firmare, formando una Newco composta da Msc Crociere di Napoli, Royal Caribbean di Miami, Bassani Spa di Venezia e Venezia Terminal Passeggeri, che deterrebbero insieme l’80 per cento del pacchetto, le restanti quote all’ente gestore del porto più uno o altri soggetti da questo indicati, alla quale sarebbe andata in concessione per quattro anni proprio la banchina in questione in alternativa all’assai improbabile opzione Punta Riso?

Quel protocollo affisso in bacheca per 20 giorni durante le vacanze di natale del 2010, con gli uffici praticamente chiusi? Sì, è proprio quella faccenda, altra perla della gestione cessata in primavera, cambiale da firmare a scadenza di mandato, problema da lasciare in eredità al nuovo entrato, che il Comitato portuale avrebbe dovuto ratificare a fine febbraio scorso. Ricordiamo i fatti solo sin qui (vedi articolo su BrindisiReport.it del 24 febbraio 2011). Ora si vorrebbe sapere se poi al cartello delle quattro compagnie andrà effettivamente in gestione una parte di una nuova banchina finanziata interamente con danaro pubblico per attività di movimentazione merci – Costa Morena Est – e in cambio di cosa. Occhi puntati sulla prossima seduta del Comitato portuale, dunque.

Anche perché c’è in ballo un assaggio della nuova pianta organica, per la quale fervono i lavori. In questo caso l’Authority ha richiesto la consulenza dell’advisor PricewaterhouseCoopers, che ha spedito a Brindisi per valutare ed intervistare il personale due manager, Jacopo Signorile (che se non è il figlio dell’ex ministro socialista ha lo stesso nome), e Aurelio Di Paola. Pure in questo caso se ne dovrebbe sapere di più il 22 novembre, visto che le consulenze dell’Autorità Portuale brindisina sono tutt’altro che pubbliche come invece prescritto dal ministero. Non è perciò pubblicamente noto quanto costerà la prestazione della società interpellata.

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