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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Da ceneri e gessi Enel un indotto per Brindisi: la ricerca su sicurezza e impieghi a Unisalento

BRINDISI – Un protocollo che si pone due obiettivi: dimostrare assenza o presenza di fattori di rischio nell’impiego di ceneri e gessi prodotti dai processi di combustione e filtraggio dei gruppi termoelettrici a carbone della centrale di Cerano; individuare e proporre eventuali processi innovativi industrializzabili nell’utilizzo di queste materie secondarie. Il compito se lo è assunto stamani l’Università del Salento, nella persona del magnifico rettore Domenico Laforgia, siglando un protocollo a tre con Enel Area tecnica ricerca, rappresentata dal responsabile Sauro Pasini, e con Confindustria Brindisi, con il presidente Giuseppe Marinò. Dopo di che, a Brindisi potrebbe essere realizzato un indotto forte dei vantaggi – sui costi – della filiera corta, e dei risultati della ricerca scientifica. Il materiale non manca: 200mila tonnellate annue di gessi prodotti dall’ossidazione del calcare dei desolforatori, e 500mila tonnellate di ceneri derivanti dalla combustione del carbone.

BRINDISI – Un protocollo che si pone due obiettivi: dimostrare assenza o presenza di fattori di rischio nell’impiego di ceneri e gessi prodotti dai processi di combustione e filtraggio dei gruppi termoelettrici a carbone della centrale di Cerano; individuare e proporre eventuali processi innovativi industrializzabili nell’utilizzo di queste materie secondarie. Il compito se lo è assunto stamani l’Università del Salento, nella persona del magnifico rettore Domenico Laforgia, siglando un protocollo a tre con Enel Area tecnica ricerca, rappresentata dal responsabile Sauro Pasini, e con Confindustria Brindisi, con il presidente Giuseppe Marinò. Dopo di che, a Brindisi potrebbe essere realizzato un indotto forte dei vantaggi – sui costi – della filiera corta, e dei risultati della ricerca scientifica. Il materiale non manca: 200mila tonnellate annue di gessi prodotti dall’ossidazione del calcare dei desolforatori, e 500mila tonnellate di ceneri derivanti dalla combustione del carbone.

“Tutto ciò sino ad oggi viene esportato soprattutto in Germania, che poi ci rivende i pannelli fatti con i gessi di questa centrale”, ha detto Marinò scegliendo un paradosso per inquadrare la situazione. “lo studio scientifico sulla filiera dei reflui da combustione è un’opportunità: posso dire che c’è da tempo un interesse obiettivo dei nostri associati verso un indotto collegato a questi materiali. Per liberare nuove possibilità di investimento e di sviluppo è necessario valutare le cose per come sono, e in questo sarà importante il risultato della ricerca che affidiamo all’Università del Salento”. Ma quante sono le imprese che potenzialmente sarebbero pronte a investire nel settore dei prefabbricati per l’edilizia? “Fosse anche una sola”, ha risposto il presidente di Confindustria Brindisi,” sarebbe importante per il territorio. Ma l’interesse che io colgo è maggiore, e può essere anche abbinato all’impiego dei terreni della zona industriale già restituiti agli usi legittimi dal Ministero dell’Ambiente”.

Si dice che soprattutto le ceneri da combustione contengano inquinanti, che poi vengono conservati nei processi di riutilizzo nella produzione dei cementi, ad esempio. “Ceneri e gessi sono considerati dalla legislazione italiana rifiuti speciali non pericolosi. Ma noi vogliamo che la ricerca affidata all’Università di Lecce ci dica proprio questo: se ci sono o meno fattori di rischio. Sulla questione l’Enel, attraverso il suo Centro di ricerca di Brindisi, ha già le risposte. Ma è importante che i cittadini e le imprese possano contare sugli esiti di un lavoro scientifico condotto da un soggetto pubblico, terzo rispetto alla questione, che nel nostro caso è l’Università del Salento. I ricercatori universitari avranno anche il compito di individuare eventuali nuovi utilizzi delle ceneri e dei gessi Enel, come l’estrazione di alcune componenti, ad esempio, o nuovi procedimenti per il trattamento industriale”, ha concluso Marinò.

Il rettore Laforgia rappresenta il soggetto critico – in positivo – dell’operazione: “Passare da rifiuto a valore: è questa l’opportunità che dovremo verificare e nel caso cogliere. Cerano è tra le prime centrali in Europa per la riduzione dell’impatto ambientale. Ceneri e gessi sono materie secondarie di questi processi, e come Università del territorio abbiamo un dovere chiaro nei confronti dei nostri cittadini. Enel è un partner formidabile, un soggetto che ha spesso un impatto negativo, e a volte positivo a seconda della Sindrome di Nimby causata soprattutto dalle strumentalizzazioni politiche che privilegiano le posizioni contro, piuttosto che quelle a favore. Gli esiti scientifici sono un’altra cosa”.

“Trent’anni fa – ha concluso Sauro Pasini – quando questa centrale fu costruita, Enel ebbe la lungimiranza di capire che bisognava trasformare il bruciare carbone in opportunità. Da qui, nel 1984, nacque il Centro ricerca di Cerano. In tutti questi anni abbiamo lavorato sviluppando tecnologie per trasformare in valore commerciale questo materiale. Ora viene la parte più importante dell’impresa e non sarà facile ma non perché non ci sono le conoscenze ma perché c’è un mercato da orientare e conquistare, e quindi servono qualità e competitività”. Quindi sicurezza e standard del prodotto, e costi minori. “Avremo bisogno di un grosso supporto dall’Università – ha proseguito il responsabile dell’Area ricerca Enel – per creare questo valore aggiunto nel territorio di Brindisi. Ma stiamo affrontando la questione anche negli altri siti dove abbiamo centrali a carbone, come in Russia, realtà in cui l’interesse per questo progetto è ormai elevato”.

I tempi per il progetto di ricerca affidato all’Università del Salento sono ovviamente non quantificabili a priori, ma si tratterà di un periodo – ha lasciato intendere il rettore Laforgia – non inferiore ai 6-12 mesi. L’interesse di Confindustria Brindisi (ma anche di Enel), al termine del necessario processo, è che in caso di esiti favorevoli non solo agli impieghi tradizionali di ceneri e gessi, ma anche a nuove filiere, si possa passare subito ad una proposta da formulare al sistema delle imprese del territorio.

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