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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Dallo stipendio mensile alla paga a giornata, agitazione sul molo carbone

BRINDISI – Il traffico di carbone nel porto si riduce e l'azienda decide unilateralmente di disapplicare il contratto per i suoi 85 lavoratori. Da quello a 36 ore settimanali (tra le 144 e le 160 ore al mese) a tempo indeterminato, al pagamento a giornata, “come i braccianti agricoli”, commenta a denti stretti qualcuno. “Pressioni – denunciano i lavoratori - per utilizzare le ferie o niente pagamenti, applicazione a singhiozzo del contratto nazionale porti e, come se non bastasse, lo spettro della cassa integrazione dietro l'angolo”.

BRINDISI – Il traffico di carbone nel porto si riduce e l'azienda decide unilateralmente di disapplicare il contratto per i suoi 85 lavoratori. Da quello a 36 ore settimanali (tra le 144 e le 160 ore al mese) a tempo indeterminato, al pagamento a giornata, “come i braccianti agricoli”, commenta a denti stretti qualcuno. “Pressioni – denunciano i lavoratori - per utilizzare le ferie o niente pagamenti, applicazione a singhiozzo del contratto nazionale porti e, come se non bastasse, lo spettro della cassa integrazione dietro l'angolo”.

C'è preoccupazione tra i lavoratori dell'impresa Ecologica, l'azienda che per conto dell'Enel è addetta allo scarico del carbone a Costa Morena. “Ottantacinque  dipendenti – spiega Gianfranco Chirizzi, Rsa della Uil - che intravedono un futuro a tinte fosche e che vedono quotidianamente diminuire in maniera considerevole i loro stipendi dopo la decisione unilaterale adottata dall'azienda di non rispettare l'attuale contratto che prevede alcune compensazioni garantendo uno stipendio di circa mille e cinquecento euro”.

Nel contratto degli addetti allo scarico del carbone (quello dei lavoratori portuali, ndr) è prevista la cosiddetta “mensilizzazione” (data la particolare tipologia di lavoro hanno in contratto questa sorta di compensazione essendo addetti allo scarico del minerale dalle carboniere, che non arrivano ogni giorno, ma quando attraccano devono essere svuotate in tempi brevi). Due i tavoli d'incontro all'assessorato al mercato del lavoro in provincia, alla presenza di Cgil, Cisl e Uil che  sono già saltati.

La causa di questo atteggiamento sarebbe da ricercare in una forte contrazione dell'arrivo di carbone nel porto: “In media – dicono gli operai – scarichiamo 4 navi al mese da 60 mila tonnellate. Negli ultimi mesi ne arriva una al mese e il carico è quasi dimezzato”. Da qui la decisione di adottare questa forma di retribuzione da parte di Ecologica e il fermento tra i lavoratori, con una assemblea all'esterno di Costa Morena. Gli addetti allo scarico del carbone sono sul piede di guerra: hanno già fissato per il 7 marzo prossimo una giornata di sciopero.

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