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Economia

Dcm interrompe dialogo con sindacati e istituzioni: a rischio proroga cassa integrazione

Lettera del liquidatore alla task force per le emergenze occupazionali: "Le poche risorse economiche ancora a disposizione di Dcm dovranno essere destinate alla difesa della società nei confronti dei giudizi"

BRINDISI - Si complica l'iter per il rinnovo della cassa integrazione dei 74 dipendenti della ditta Dcm (ex Gse), in scadenza ad aprile 2022. Il percorso avviato anche a livello parlamentare per la proroga di altri 12 mesi degli ammortizzatori sociali potrebbe infatti incagliarsi a causa della volontà manifestata dal liquidatore della società di interrompere il tavolo delle trattative con sindacati e istituzioni. E’ quanto emerge da una lettera inviata giovedì scorso (28 ottobre) dallo stesso liquidatore alla task force per le emergenze occupazionali della Regione Puglia e per conoscenza anche ai sindacati, al ministero dello Sviluppo economico e agli altri enti coinvolti nella vertenza. 

“La strada del dialogo e della condivisione – si legge nella missiva -  deve ritenersi definitivamente interrotta e non sarò più disponibile a partecipare ad altri incontri con i sindacati e le istituzioni che non siano quelli strettamente previsti dalle norme di legge per il prosieguo della liquidazione della società”. Si tratta di una decisione scaturita dal ricorso collettivo depositato presso il tribunale di Brindisi da circa il 90 percento del personale, “sul presupposto di illegittimità dell’operazione di salvataggio dell’ex Gse – si legge ancora in un passaggio delle lettera del liquidatore - sin dal 2018”.

Lo stesso liquidatore, del resto, già in occasione dell’incontro svoltosi lo scorso 18 ottobre presso il comune di Brindisi aveva posto la rinuncia all’azione legale come condizione per dar seguito all’emendamento presentato in parlamento dai deputati Mauro D’Attis (Forza Italia) e Giovanni Luca Aresta (Movimento 5 stelle), per la proroga della cassa integrazione. In quella sede sia i sindacati che il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, respinsero l’aut aut della società.

I diritti individuali rivendicati dai lavoratori, rimarca il liquidatore di Dcm, “confliggono frontalmente con tutti i percorsi sino ad oggi condivisi o in via di condivisione”. Si esprime inoltre “amarezza nel constatare, una volta di più, come la trasparenza e la correttezza evidentemente non governino le relazioni sindacali ed i tavoli di crisi atteso che alcuni dei ricorrenti sedevano al tavolo istituzionale”. Il liquidatore rimarca come “le poche risorse economiche ancora a disposizione di Dcm dovranno essere destinate alla difesa della società nei confronti dei giudizi e pertanto non potrò dar seguito né ad ipotesi di prolungamento dell’utilizzo della cassa integrazione, che sembrerebbero profilarsi nei piani governativi, né ai programmati investimenti nelle politiche attive di sostegno e potenziamento dell’intervento pubblico”. I lavoratori, si legge ancora nella lettera del liquidatore, “scegliendo la linea del conflitto giudiziale, impediscono di fatto che si prosegue in ragionamento volti a prolungare l’utilizzo di ammortizzatori sociali che sono stati denunciati come illegittimi”.

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