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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Drammatico, siamo senza traghetti

BRINDISI – Drammatico. Da ieri sera il porto di Brindisi non ha più servizio passeggeri, non ha più navi in linea, ha raggiunto davvero il fondo di una situazione di immobilismo sul piano commerciale che nessuno può smentire. Dopo il sequestro dell’unica nave in servizio per la Grecia in questa fase della stagione invernale, la Ionian Queen della compagnia Endeavour, una bella nave al di là di ogni pseudo - sondaggio, sono ferme per decisione degli armatori anche le due navi della linea per Valona, la Ionian Spirit e la Red Star One. Una situazione ampiamente annunciata, ampiamente prevista, ma nessuno ha fatto nulla.

BRINDISI – Drammatico. Da ieri sera il porto di Brindisi non ha più servizio passeggeri, non ha più navi in linea, ha raggiunto davvero il fondo di una situazione di immobilismo sul piano commerciale che nessuno può smentire. Dopo il sequestro dell’unica nave in servizio per la Grecia in questa fase della stagione invernale, la Ionian Queen della compagnia Endeavour, una bella nave al di là di ogni pseudo - sondaggio,  sono ferme per decisione degli armatori anche le due navi della linea per Valona, la Ionian Spirit e la Red Star One. Una situazione ampiamente annunciata, ampiamente prevista, ma nessuno ha fatto nulla.

Il porto di Brindisi non solo non ha una stazione marittima pubblica (quella progettata a Costa Morena Ovest, e appaltata, non è ancora alla fase di avvio dei lavori perché sono in corso di svolgimento le fasi preliminari di studio e valutazione del sito da parte delle imprese interessate), ma si è fatto di tutto per aggravare i costi alle compagnie senza fornire servizi ai passeggeri, la “merce” più tassata a Brindisi da parte dell’Autorità portuale, assieme a Tir, pullman e auto.

Le navi dell’Albania sono ferme perché non è stata fornita alcuna risposta alle richieste degli armatori. A questi era stato imposto, come ha più volte spiegato anche BrindisiReport.it, dopo lo spostamento dal Seno di Levante a Costa Morena, un sistema di ormeggio che ben presto ha cancellato la soddisfazione per l’abbandono di un luogo – il cosiddetto Terminal di Levante -  dove i diritti dei passeggeri erano seriamente lesi. I traghetti, dopo aver ormeggiato con la poppa in rampa per le operazioni di sbarco all’arrivo a sera, dovevano operare una manovra di abbattimento per disporre la nave per la notte con la fiancata allineata alla banchina. Il giorno dopo, la manovra per ritornare con la poppa alla rampa (in andana, è il termine tecnico), per eseguire le operazioni di imbarco.

L’autorità marittima ha imposto tutto ciò per dichiarate ragioni di sicurezza dell’ormeggio, poiché a Costa Morena Ovest non è considerato sufficiente l’ormeggio con l’ancora a prua. Per effettuare parte della manovra, è stato imposto l’impiego di un pilota del porto. Fatti due conti, ogni toccata a Brindisi di un traghetto per l’Albania costa alla compagnia tra i duemila e i 2.200 euro. A ciò si aggiunga il problema dei servizi ai viaggiatori. Ciò malgrado, le società armatrici avevano deciso di restare a Costa Morena per evitare il ritorno agli anni bui del Seno di Levante.

Nel contempo, però, gli agenti marittimi delle due compagnie hanno avanzato due richieste su cui discutere: la prima, quella di uno sgravio dei costi del tipo di ormeggio imposto a Costa Morena Ovest (visto che il porto di Brindisi non ha nulla di meglio da offrire, al momento); la seconda, una politica di incentivi a favore degli armatori che scelgono Brindisi. L’unica risposta ricevuta è stata la battuta del presidente Hercules Haralambides in una delle ultime sedute del Comitato portuale: “Minacciano di andare via? Che se ne andassero, tanto ci sono altri che arriveranno al posto loro”.

Ma di questi altri non vi è traccia, e intanto tutto il traffico passeggeri e Tir per la Grecia si è spostato sul porto di Bari, e lo stesso sta succedendo per i passeggeri,m i camion e pullman diretti a Valona. Brindisi rischia di scomparire come porto passeggeri, perché tutte le energie del Comitato portuale sono state dedicate negli ultimi tempi all’approvazione del famoso terminal crociere a Costa Morena Est per navi e traffici ancora inesistenti, sino a giungere al pressing veramente sconcertante per fare approvare la delibera del bando per l’appalto dei servivi di un  terminal ancora da costruire. E su questo anche è impegnata gran parte della struttura tecnica dell’Authority in questi giorni. Per cosa, per chi? Dove sono i contratti con gli armatori delle navi da crociera? Quanti passaggi annui sono garantiti? Come si fa ad affidare al buio per vent’anni un pezzo di banchina portuale?

Mentre avviene tutto ciò, i passeggeri e le navi vere spariscono. Tra recriminazioni, accuse e contenziosi giudiziari sugli oneri portuali, pagamenti congelati dagli armatori perché a loro avviso non corrispondono a servizi effettivamente resi e ricevuti. Questo è lo scenario in cui la prima presidenza annuale dell’Apulian Ports viene affidata ad Haralambides, e a Brindisi, porto che chiude. Tranne che per carbone e gas. Ma forse è proprio questo che si vuole. La Regione Puglia non può continuare a non intervenire.

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