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Perchè non ci convince la nota del Comune di Brindisi sui corsi universitari

L’intervento diramato dal Comune di Brindisi in questo caldo pomeriggio domenicale, per rintuzzare le critiche implicite sullo stato del polo universitario brindisino, e nello specifico su quello di Unisalento, ci convincono maggiormente della fondatezza dell’allarme lanciato dal direttore del Dipartimento di Ingegneria della stessa Università di Lecce, Antonio Ficarella

L’intervento diramato dal Comune di Brindisi in questo caldo pomeriggio domenicale, per rintuzzare le critiche implicite sullo stato del polo universitario brindisino, e nello specifico su quello di Unisalento, ci convincono maggiormente della fondatezza dell’allarme lanciato dal direttore del Dipartimento di Ingegneria della stessa Università di Lecce, Antonio Ficarella, per alcuni anni anche preside dei corsi di laurea in Cittadella della Ricerca di Ingegneria industriale e Ingegneria aerospaziale.

Non è chiaro chi sia l’autore del comunicato dell’amministrazione comunale, anche se dovremmo dedurre che lo stesso sia l’assessore Gioacchino Margarito, che nella nota viene indicato come assessore all’Università. In ogni caso il tono e il contenuto di questa risposta al professore Ficarella accrescono i nostri timori. Non traspare intanto la consapevolezza dello stato reale degli atenei pugliesi, in crisi di iscrizioni e deboli nel captare le aspirazioni dei giovani di questa regione (e di questa provincia), che aspirano all’alta formazione e se la vanno a cercare altrove, né si ragiona guardando alla futura governance del territorio, quando Brindisi non sarà più un capoluogo, e si dovrà operare come unione di Comuni o come area vasta anche per l’università.

La comunicazione degli incontri in corso del Comune di Brindisi con l’Università del Salento e con l’Università di Bari, senza alcuna spiegazione sugli obiettivi sui quali si sta lavorando, senza alcun cenno alle risorse che un Comune che ha sforato il patto di stabilità potrebbe destinare a questi misteriosi progetti, senza alcuna risposta diretta ai problemi sollevati da Ficarella, senza ricordare che Brindisi ha perso tre corsi di laurea in due anni (Scienze sociali di Unisalento, Economia e Informatica di Uniba), richiama francamente più il Margherito delle polemiche sulle mense scolastiche che l’amministratore che deve progettare il futuro del polo universitario brindisino.

Ma anche quest’ultimo passaggio appare fuori dal tempo e dalla realtà: non si può più pensare a corsi di laurea che non siano sostenuti dall’intero territorio che dovrebbe avvantaggiarsene. Sembra un compitino che fa esattamente pendant  con il famoso “accordo di programma” saltato fuori all’improvviso con un comunicato stampa del senatore Salvatore Tomaselli. Anzi, se ne dichiara parte. Cita Cittadella della Ricerca ma non parla della facoltà perduta e di quella a rischio, non nomina neppure la parola “ingegneria” come se questi corsi di laurea fossero gli ultimi di cui una città industriale e un territorio che ospita la parte più  importante del polo aerospaziale pugliese hanno bisogno.

Un messaggio dunque ambiguo e debole, quello del Comune sulla sorte dei corsi universitari a Brindisi. Ambiguo e debole sulla sorte di Cittadella della Ricerca, che viene indicata come uno dei pilastri dell’accordo di programma, ma poi nello stesso comunicato si parla della scelta per Brindisi di una facoltà che preveda la residenzialità degli studenti in una città che non ha saputo neppure dove alloggiare i corsi di laurea dell’Università di Bari, e priva di servizi specifici che invece in Cittadella esistono e sono abbandonati a se stessi: vedi la sorte della Foresteria dei Congressi che dopo lo sfratto del gestore per mancato rinnovo del contratto da parte della Provincia, è totalmente abbandonata e vuota.

E che c’entra l’Its per l’aeronautica, che ha stabilito la sua sede proprio in Cittadella della Ricerca, con i piani del Comune sull’università? L’Istituto tecnico superiore, di cui oggi è presidente proprio il professore Antonio Ficarella, è nato per decisione del Ministero dell’Istruzione e dell’Università, della Regione Puglia, ed è governato da una fondazione di cui fanno parte anche il Distretto aerospaziale pugliese, Finmeccanica con le sue aziende del settore e altri attori come le università.

Margherito non deve convincere né dare lezioncine ai giornalisti, che non ne hanno bisogno, né tanto meno al direttore di dipartimento Antonio Ficarella. Deve convincere le famiglie che rischiano di perdere la possibilità di fare studiare e laureare i propri figli in questo territorio, sia per scelta che per esigenze economiche. E dopo aver detto addio a tre corsi di laurea ci vuole ben altro per essere rassicuranti, sia il Comune di Brindisi che le stesse Università di Lecce e di Bari. Certamente parlare di rafforzamento dei principali settori industriali e non affrontare le questioni del consolidamento della presenza di Ingegneria a Brindisi  è una enorme contraddizione. E su questo, il documento del Comune di Brindisi non ha risposto.

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