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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ecco Vegamaro, il primo negroamaro per vegani e vegetariani

Vegani e vegetariani di tutto il mondo, ora c'è un negroamaro dedicato solo a voi. Si chiama Vegamaro, ed è una delle bottiglie pugliesi in mostra al ProWein di Düsseldorf. Si tratta di un negroamaro in purezza prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano

Vegani e vegetariani di tutto il mondo, ora c'è un negroamaro dedicato solo a voi. Si chiama Vegamaro, ed è una delle bottiglie pugliesi in mostra al ProWein di Düsseldorf. Si tratta di un negroamaro in purezza prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano in cui non v’è traccia di sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo (dalla vinificazione al finissaggio, dall'affinamento all'imbottigliamento), come per esempio l'albumina d'uovo o la caseina. Grande attenzione anche all’ambiente. Tante le cantine pugliesi che utilizzano il ‘tappo bio’, la chiusura innovativa “carbon neutral”, riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.

Leo Di Gioia e Gianni Cantele a Dusseldorf-2“E’ grazie ai produttori di così alto livello – dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia – che la Puglia è diventata la capofila di questo rinascimento del vino.  Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono recuperare!.

"Ad oggi  - aggiunge Cantele - sono 6 le Igt (Indicazioni Geografiche Tipiche) ‘Tarantino’, ‘Valle d’Itria’, ‘Salento’, ‘Murgia’, ‘Daunia’, ‘Puglia’ e 29 i vini pugliesi Doc (Denominazione di Origine Controllata) che  detengono un valore inestimabile, intrinseco al prodotto agroalimentare ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato. Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi non hanno tardato a farsi vedere: è aumentata del 37% la produzione Doce Docg (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita)”.

Il Vegamaro è il primo vino al mondo ottenuto da uve negroamaro e destinato principalmente a quella fascia di consumatori, sempre più numerosi, che  scelgono cibi vegani alla base della propria alimentazione.  Anche il packaging, dall'etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola, sono stati concepiti nell'ottica della ecosostenibilità.

“Per non parlare del successo del vini rosati pugliesi – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia - che rappresentano il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo”. Il buono stato di salute del settore è testimoniato anche dalla crescita delle esportazioni che nei primi 9 mesi del 2015 ha segnato un + 5,9% (Fonte Istat)”.

ETICHETTAVEGAMARO-2Si stima che il vino offra durante l’anno opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).

Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.

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