Ex Coemi e Tecnomessapia: 180 lavoratori in bilico. Incontro in prefettura
Stamani tavolo in prefettura su tre lavoratori del petrolchimico a rischio licenziamento. Le parti si sono aggiornate a domani. Mercoledì in confindustria tavolo sui 177 lavoratori della Tecnomessapia, appaltatrice di Leonardo
BRINDISI – Il destino dei lavoratori ex Coemi si è incrociato con quello dei dipendenti della ditta Tecnomessapia stamani all’esterno della prefettura, diventata la chiave di volta delle più spinose vertenze occupazionali che affliggono il territorio. Il nodo affrontato nella giornata di oggi dal prefetto Valerio Valenti, in presenza delle organizzazioni sindacali e di Confindustria, è stato quello riguardante gli ex Coemi.
Come noto, lo scorso maggio venne sottoscritto un accordo in prefettura che impegnava le due ditte succedute alla Coemi (la Impes e la Ts Impianti) nell’appalto delle manutenzioni elettrostrumentali ed altre cinque ditte appaltatrici all’interno del petrolchimico ad assumere 14 lavoratori in esubero. Di queste 14 unità, non è ancora stata definita la posizione di tre figure professionali.
Per questo le parti si sono aggiornate alle ore 15,30 di domani (27 giugno) sempre in prefettura. “I sindacati – si legge in una nota del segretario provinciale della Uilmm Brindisi, Alfio Zaurito - hanno dichiarato che se la vertenza non dovesse essere risolta per tutti i dipendenti, si sentiranno liberi di agire sindacalmente”.
Nel frattempo un gruppo di lavoratori della Tecnomessapia, azienda appaltatrice dello stabilimento Leonardo di Grottaglie alla quale è stato comunicato che dal prossimo 1 luglio terminerà la collaborazione con la multinazionale, stazionavano in piazza Santa Teresa, dove hanno dato vita a un sit in pacifico.
Si è spostata così a Brindisi una protesta che dallo scorso 16 giugno va avanti all’esterno dello stabilimento jonico. Sono 177 i lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Di questa vertenza si discuterà mercoledì prossimo (18 giugno) presso la sede di Confindustria, dove “si terrà il primo incontro ufficiale – di legge ancora in una nota della Uilm - dopo la dichiarazione dell'azienda stessa che ha manifestato l'intenzione di mandare tutti a casa in quanto non ci sono più commesse”.