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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Ex Gse: “Nuovo piano industriale entro fine ottobre”. Caroli: “Sia coraggioso”

Il verbale dell’incontro in prefettura sul futuro delle due aziende create dal gruppo Dema. Sindacati preoccupati per il destino di 80 cassintegrati

BRINDISI – Il gruppo Dema presenterà entro fine ottobre un nuovo piano industriale. La Task Force per le emergenze occupazionali chiede che tale piano sia un “progetto coraggioso, propositivo e sostenibile che preveda investimenti e misure espansive”. Il destino dei lavoratori delle due aziende del gruppo Dema, la Dar e la Dcm, create dopo il fallimento della Gse è stato al centro di un incontro svoltosi ieri (24 settembre), in prefettura. I sindacati hanno chiesto in tempi brevi una soluzione nell’interesse dei circa 80 cassintegrati alle dipendenze della Dcm, nella speranza che questi si ricongiungano ai circa 100 colleghi che lavorano fra le file della Dar, l’azienda che ha ereditato le commesse della ex Gse, senza mai interrompere la produzione. 

La Task force per le emergenze occupazionali era rappresentata dal presidente, Leo Caroli. Sono intervenuti inoltre i rappresentanti delle organizzazioni sindacali coinvolte nella vertenza (Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm, Ugl, Fismic Confsal e i Cobas), il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, e il capo di gabinetto della prefettura, Maria Antonietta Olivieri. 

I cassintegrati: "Preoccupati per il nostro futuro"

Il gruppo Dema: "Nuovo programma industriale"

L’ingegnere Renato Vaghi, in rappresentanza della Dema, ha spiegato la volontà di accantonare il progetto Drago, concepito nel gennaio 2017 per il rilancio dell’ex Gse, poiché questo ha comportato “grossi investimenti” da parte degli azionisti, senza però portare “i risultati sperati perché i volumi di produzione previsti non si sono verificati”. Dunque adesso il gruppo Dema si appresta a predisporre “programma industriale – si legge nel verbale della riunione - che punti tutto sulla qualità del prodotto e sulla stabilità finanziaria in prospettiva dell’ampliamento del portafoglio clienti, pur in presenza di competitors del settore terribilmente agguerriti”. Tutto questo tendo conto del portafoglio ordini attualmente esistente. 

I sindacati: "Siano manenuti i livelli occupazionali"

I sindacati hanno individuato le cause delle carenze produttive “nella vetustà e nella indisponibilità di utensili e strumenti di lavoro, per far fronte alle quali i dipendenti hanno dovuto talvolta ricorrere anche alle loro risorse personali”. Nel rimarcare le grande professionalità acquisite dai lavoratori, i sindacati esortano la Dema a rendere note il prima possibile le proprie strategie, in considerazione del fatto che la cassa integrazione cesserà nel gennaio 2020. Per questo è stata evidenziata la necessità “che il progetto aziendale sia più ambizioso e contempli il mantenimento dei livelli occupazionali e che, qualora si dovesse ricorrere nuovamente agli ammortizzatori sociali, siano assicurati meccanismi di rotazione del personale”.

Caroli: "Dema preveda investimenti e misiure espansive"

Analoga richiesta è stata avanzata anche dal sindaco Rossi e dal presidente della Task Force. Leo Caroli ha infatti invitato Dema “a non limitarsi a proporre un piano industriale solamente ‘difensivo’ e ad approntare invece un progetto coraggioso, propositivo e sostenibile che preveda investimenti e misure espansive, comportanti positive ricadute sul piano occupazionale, e che miri anche alla diversificazione della produzione”.

Solo un piano industriale improntato agli investimenti, infatti, come spiegato dallo stesso Caroli, darebbe la possibilità di “individuare, con il necessario supporto del Mise, nuovi strumenti di sostegno al reddito ad esclusivo carico dei fondi regionali, attualmente non disponibili”. “In ogni caso – si legge ancora nel verbale - la Regione Puglia mette a disposizione del Gruppo Dema le proprie misure di cofinanziamento per investimenti diretti a sostenere affidabili piani di reindustrializzazione e per contribuire alla formazione e alla riqualificazione del personale”.  Le parti si sono aggiornate al prossimo 29 ottobre. 

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