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Venerdì, 31 Marzo 2023
Economia

Polimeri, i sindacati: "No ai ricatti"

BRINDISI - Le segreterie confederali Cgil, Cisl e Uil, e quella dell'Ugl, sbarrano la strada a qualsiasi tipo di ricatto occupazionale connesso alla fermata di alcuni impianti determinata dal Comitato tecnico regionale (Ctr) di Bari, all'esito delle verifiche di sicurezza sullo stabilimento di Polimeri Europa, il più importante inquilino del petrolchimico consortile di Brindisi. Una nota unitaria corregge sostanzialmente il tiro di quella emessa nella giornata di ieri dali sindacati di categoria dei chimici, in cui si parlava di manovra politica ai danni del sistema industriale brindisino. Ma le confederazioni non fanno con ciò sconti alle amministrazioni locali e alla stessa politica, oltre che a Confindustria e ad Eni, chiamate ad occuparsi delle tensioni che tengono sulla corda centinaia di lavoratori, in una realtà che ha retto meglio di altre alla crisi ma che non si può certo dire immune da rischi occupazionali.

BRINDISI - Le segreterie confederali  Cgil, Cisl e Uil, e quella dell'Ugl, sbarrano la strada a qualsiasi tipo di ricatto occupazionale connesso alla fermata di alcuni impianti determinata dal Comitato tecnico regionale (Ctr) di Bari, all'esito delle verifiche di sicurezza sullo stabilimento di Polimeri Europa, il più importante inquilino del petrolchimico consortile di Brindisi. Una nota unitaria corregge sostanzialmente il tiro di quella emessa nella giornata di ieri dali sindacati di categoria dei chimici, in cui si parlava di manovra politica ai danni del sistema industriale brindisino. Ma le confederazioni non fanno con ciò sconti alle amministrazioni locali e alla stessa politica, oltre che a Confindustria e ad Eni, chiamate ad occuparsi delle tensioni che tengono sulla corda centinaia di lavoratori, in una realtà che ha retto meglio di altre alla crisi ma che non si può certo dire immune da rischi occupazionali.

"Alla notizia del blocco di alcuni impianti di Polimeri Europa da parte del Ctr (Comitato Tecnico Regionale), con la conseguente fermata dell?intero stabilimento petrolchimico di Brindisi, le organizzazioni sindacali esprimono forte preoccupazione per quanto ciò comporta sul piano occupazionale: il rischio per la sopravvivenza economica di 2500 lavoratori, quindi 2500 famiglie brindisine. Infatti - scrivono le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Ugl -  questa situazione deve richiamare la responsabilità di tutti i soggetti istituzionali, politici, imprenditoriali, sociali e tecnico-amministrative, rispetto alla tenuta del sistema produttivo, economico e sociale, dell?intera provincia".

Per questi motivi, avvertono i sindacati, "non consentiremo a nessuno di strumentalizzare con ipotetici ricatti occupazionali, quando in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro e quando a rischio c?é la  sopravvivenza socio-economica di un intera comunità, la tenuta della convivenza civile. Per questo tutto il sindacato brindisino esprime un grande allarme per il futuro della nostra economia, alle prese con le crisi nazionali, internazionali ed ora anche con assurde decisioni di organismi tecnici, i quali dovrebbero innanzitutto preservare il funzionamento degli impianti".

Ma ce n'è per tutti: "Certamente ci sono da chiarire i comportamenti aziendali, poiché risulta estremamente chiaro che se i provvedimenti adottati potrebbero risultare abnormi, altrettanto occorre sottolineare le inadempienze aziendali che hanno portato alle decisioni assunte dal Ctr. A questo proposito riteniamo di dover sottolineare tutta la nostra preoccupazione, in riferimento al ruolo che l?Eni vorrà svolgere in futuro nel Petrolchimico di Brindisi. Nelle prossime ore - annunciano le segreterie confederali - sarà svolta una assemblea generale dei lavoratori, diretti ed indiretti, al fine di individuare le opportune iniziative a sostegno di questa dura vertenza, iniziative che non potranno non avere il carattere della lotta sindacale".

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