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Nasce Operatori portuali salentini: "Ora dovranno discutere con noi"

Con i suoi 800 dipendenti sarebbe una delle più grandi aziende delle province di Brindisi e Lecce, ed ha un’ambizione: trattare direttamente e senza intermediazioni gli interessi della portualità locale, in questo caso dei porti di Brindisi e Otranto

BRINDISI – Con i suoi 800 dipendenti sarebbe una delle più grandi aziende delle province di Brindisi e Lecce, ed ha un’ambizione: trattare direttamente e senza intermediazioni gli interessi della portualità locale, in questo caso dei porti di Brindisi e Otranto. E’ l’associazione Ops, Operatori portuali salentini, con 46 aziende riunite in un cluster che potrebbe allargarsi ulteriormente. Sono agenzie marittime, imprese portuali, aziende di spedizioni, società di servizi e cantieri, che stamani presso la Camera di Commercio di Brindisi hanno partecipato all’atto fondativo dell’associazione.

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“L’obiettivo comune è quello di intraprendere uniti un percorso per la salvaguardia delle attività dei porti di Brindisi e dell’area salentina, promuoverne lo sviluppo e migliorarne l’attrattività. Priorità assoluta di questa nuova associazione, non a caso nata nella delicata fase in cui si costituisce la nuova Autorità Portuale di Sistema, è rivendicare la strategicità del porto di Brindisi nella logica di sistema nello scacchiere regionale e internazionale”, annuncia il primo comunicato stampa dell’Ops.

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Era cominciato apparentemente pochi giorni fa questo cammino, con la lettera inviata al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, al governatore della Puglia, Michele Emiliano, e Ugo patroni Griffi presidente designato della Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale che unirà Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli, in cui si raccomandava di considerare le potenzialità strategiche del porto di Brindisi. In realtà dietro c’è un lavoro difficile, passato anche attraverso il lungo confronto-scontro con l’Autorità Portuale di Brindisi.

E’ stato scelto di puntare su ciò che unisce: il rilancio del porto di Brindisi, le sinergie con i porti minori del Salento a partire da Otranto, che devono integrare le risorse e le politiche della nuova Adsp. Divisi, gli operatori portuali brindisini hanno spesso assistito alla mortificazione delle loro aspettative, insieme possono rappresentare una identità che non sarà facile ignorare, ammesso che qualcuno ne abbia l’intenzione.

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Stamani in Camera di Commercio si è anche votato per dare all’Ops una guida: il primo presidente del nuovo cluster portuale è l’agente marittimo Teo Titi, mentre costituiscono il direttivo dell’associazione Franco Aversa, Giuseppe Danese, Giovanni Bonatesta, Giuseppe Gorgoni,  Ezio Taveri,  Antonio Fumisetto, Emilio Limongelli ed Enzo Baldassarre.

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Prima sortita pubblica, un incontro il 28 novembre con il ministro Graziano Del Rio che, come tanti altri esponenti del governo Renzi passerà da Brindisi a sostenere la campagna per il Sì al referendum costituzionale. Ma con l’Ops si parlerà d’altro, nella prospettiva della entrata in funzione dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Meridionale, in cui Brindisi intende giocare un ruolo di primo piano, e in cui anche Otranto, che punta su diporto e sulle crociere di lusso, vuole giocare la sua partita.

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