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Multiservizi: fumata nera, tra giallo dei bilanci e guerre tra poveri

C’era mezza struttura comunale, all’incontro della tarda mattinata dedicato alle ipotesi di salvataggio della Brindisi Multiservizi e dei suoi circa 200 dipendenti. Ma non c’era, come spesso accade da qualche tempo, il sindaco Angela Carluccio

BRINDISI – C’era mezza struttura comunale, all’incontro della tarda mattinata dedicato alle ipotesi di salvataggio della Brindisi Multiservizi e dei suoi circa 200 dipendenti. Ma non c’era, come spesso accade da qualche tempo, il sindaco Angela Carluccio che evidentemente qualcuno ha deciso di non esporre in situazioni di particolare tensione sociale (da tempo è anche scomparso, del resto, anche il consigliere e guida morale Michele Errico). Forse il sindaco ricomparirà il 5 dicembre, data cui è stata aggiornato l’incontro, visto che oggi mancava anche l’elemento principale su cui ragionare: i bilanci della partecipata degli anni 2014 e 2015. E magari pure qualche previsione di quello consuntivo del 2016.

Come si fa a discutere di soluzioni senza conoscere la situazione finanziaria di una azienda? Questo è un gioco (termine che si esita ad usare solo ed esclusivamente perché sono in pericolo posti di lavoro) che non ha senso, se non quello di proteggere quei gruppi politici che hanno pesanti responsabilità nella degenerazione della situazione, dicono le opposizioni. Anche i sindacati oggi hanno protestato, chiedendo di conoscere i bilanci 2014 e 2015 di Multiservizi, e per essere messi così nelle condizioni di formulare proprie proposte e di dare un proprio giudizio su quella dell’amministrazione comunale.

Ma ancora una volta è calato il solito sipario, a nascondere i conti della più grande delle partecipate del Comune di Brindisi. Stupisce che non siano già intervenuti gli organi di controllo, ad indagare. A meno che non si debba aspettare, anche in questo caso, l’esito degli accertamenti disposti dalla magistratura inquirente sulla gestione della Bms. Dalla giunta Carluccio non si riesce a sapere nulla, come nulla si è saputo dei conti del 2014 da parte dell’amministrazione Consales.

Brindisi Multiservizi

Proclami in difesa dei lavoratori tanti, azioni coerenti – dicono opposizioni, osservatori qualificati, ma anche i sindacati – nessuna. Ora, come ha anticipato stamani BrindisiReport, la proposta dell’amministrazione comunale è quella della fusione per incorporazione tra Multiservizi ed Energeko. Operazione possibile se la maggiore delle sue società non ha i bilanci in attivo? Energeko, al contrario, può vantare una chiusura dello strumento contabile col segno più.

Sulla Bms permane il mistero, una vera assurdità se poi si sostiene di voler condividere con le parti sociali l’operazione di salvataggio, ed ancor più se ad essere all’oscuro è il massimo organo decisionale, il consiglio comunale, che non ha avuto ancora accesso neppure al bilancio del 2014, che nessun consigliere ha mai ricevuto in copia. In fondo al 2016 c’è il cancello della legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione: le società partecipate che con quattro bilanci in passivo consecutivi vanno sciolte. E se il Comune di Brindisi pensa alla fusione con Energeko, evidentemente la Multiservizi non ha speranze di superare quello sbarramento.

Comunque, ha detto stamani il vicesindaco Francesco Silvestre, avvocato civilista chiamato in giunta recentemente, tutta la bozza dell’operazione è stata trasmessa all’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), per un parere. L’Anci si presume potrà esprimersi se in allegato ci sono i famosi bilanci, dato che l’operazione per ridare una verginità contabile alla Bms attraverso il matrimonio con Energeko andrà valutata anche e soprattutto sotto il profilo civilistico e contabile.

L'aerea esterna dello sede di Bms - Brindisi Multiservizi

L’altra idea della giunta Carluccio è quella di rimettere a posto i conti della Bms, a partire dal 2017, mandando in pensione 20 dipendenti, e tagliando una serie di premialità “di ruolo” (definiamole così), con un risparmio annuo dei costi del personale di circa 600mila euro. Sempre che si riesca a scapolare, con la fusione Energeko, il Capo Horn del 31 dicembre 2016. La cosa, va ripetuto, non convince i sindacati che stamani hanno chiesto l’accesso ai bilanci. Che quasi certamente non otterranno, visto che neppure ai consiglieri comunali – come già detto - ciò è stato concesso con motivazioni varie e spesso sconcertanti.

Non si capisce infatti quale possa essere il “difetto di comunicazione” tra il Comune e l’amministratore unico di Multiservizi, visto che l’ultimo di questi è stato addirittura il capo dell’Ufficio legale dell’amministrazione civica, l’avvocato Francesco Trane, che ha annunciato di recente le proprie dimissioni. A ciò si aggiunga l’opposizione al progetto di fusione che giunge proprio dalla ventina di dipendenti di Energeko, che temono di essere risucchiati in un vortice senza scampo, e quella che è stata preannunciata dai dipendenti della società che gestisce i servizi cimiteriali.

Sempre nell’ottica del salvataggio, stamani il vicesindaco ha confermato che una delle idee dell’amministrazione Carluccio è quella di irrobustire le commesse della società partecipata con il passaggio alla Bms anche della gestione del cimitero del Perrino, ma senza aumento del personale, proprio per non vanificare i tagli dei costi da attuare con pensionamenti ed eliminazione di privilegi salariali. Ciò vuol dire che gli attuali lavoratori in servizio presso la società che gestisce il cimitero non sarebbero assorbiti in Multiservizi.

multiservizi assemblea 1-2

Insomma, dubbi a volontà e rischi di guerre tra poveri che i sindacati sembrano orientati a non appoggiare siglando il piano del Comune, ammesso che lo stesso sia realizzabile. L’impressione, se può servire, è quella di una politica alle prese con la propria nemesi, gli effetti letali delle scelte compiute in passato, quando le società di servizi a Brindisi sono state costituite facendone quasi subito ammortizzatori sociali di pressioni clientelari di massa, piuttosto che strumenti efficienti.

Se si dovesse giudicare dallo stato del patrimonio urbano di Brindisi, e dalla stessa gestione finanziaria (con le eccezioni già citate) il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Ora, sino al 5 dicembre, non resta che verificare se l’Anci darà il via libera all’operazione, e se si riuscirà ad avere accesso ai bilanci. Sul personale delle partecipate permangono nubi di tempesta.

I presenti all’incontro odierno, oltre ai sindacati e al vicesindaco Francesco Silvestre: l’assessore comunale al Bilancio, Salvatore Del Grosso, il membro dello staff del sindaco, Francesco Zingarello Pasanisi, l’amministrare dimissionario di Brindisi Multiservizi, Francesco Trane, il direttore tecnico di Energeko, Gaetano Padula, il vicesegretario generale del Comune con delega alle partecipate, Angelo Roma, la dirigente dei servizi di ragioneria, Mirella Destino.

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