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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Ceglie Messapica

Gli autisti messi alla porta scrivono alla giunta: "Un immeritato benservito"

CEGLIE MESSAPICA - I tre autisti del servizio di trasporto urbano, rimasti senza lavoro a partire dalla decisione di esternalizzare il servizio alla Stp, scrivono all’amministrazione comunale. Una missiva condita da rabbia, delusione, e paura. Paura del futuro prossimo che incombe, in tempi di crisi, le famiglie da mantenere. Il tono non è d’accusa. Piuttosto, uno sfogo accorato, innanzitutto in difesa della qualità del servizio offerto fino a questo momento.

CEGLIE MESSAPICA - I tre autisti del servizio di trasporto urbano, rimasti senza lavoro a partire dalla decisione di esternalizzare il servizio alla Stp, scrivono all’amministrazione comunale. Una missiva condita da rabbia, delusione, e paura. Paura del futuro prossimo che incombe, in tempi di crisi, le famiglie da mantenere. Il tono non è d’accusa. Piuttosto, uno sfogo accorato, innanzitutto in difesa della qualità del servizio offerto fino a questo momento.

Scrivono i tre autisti: “Da circa quattro anni abbiamo messo la nostra professionalità a disposizione dell’utenza garantendo alla nostra città il migliore dei servizi possibili. Facciamo solo qualche esempio. Le corse verso il presidio sanitario San Raffaele, ai cui utenti (persone con difficoltà motorie o parenti che andavano a prestare loro assistenza) è stato garantito il rientro, dando tutte le indicazioni utili sugli orari utilizzando anche il telefono personale. L’uso dell’autobus da parte degli anziani diretti al cimitero o ai supermercati o all’ospedale per analisi o per il ritiro di alimenti aproteici. Il semplice utilizzo del bus da parte di anziani  soli, diretti in piazza Sant’Antonio e in altri luoghi di ritrovo, per trascorrere qualche ora con amici per poi rientrare a casa intorno all’ora di pranzo con lo stesso mezzo. Il servizio di trasporto dei ragazzi delle scuole superiori di primo e secondo grado che tanti genitori ci affidavano per raggiungere la scuola da zone lontane dalla stessa”.

Sono gli esempi che tratteggiano un servizio modulato “a misura d’uomo”, professionalità sì, ma anche sostegno agli utenti: l’autobus, in una realtà di paese, lo usa chi non ha la possibilità per tanti motivi, di mettersi al volante di un’auto di proprietà. Averne consapevolezza, significa guardare ben oltre gli obblighi del contratto. “Ci siamo impegnati anche dopo l’orario di servizio retribuito, recandoci  presso gli uffici comunali  per riferire o ricevere indicazioni, ritirare i biglietti, consegnare i fogli di marcia regolarmente compilati”, scrivono ancora i tre autisti, “Ci siamo sempre messi a disposizione, raccogliendo le indicazioni inerenti il servizio della responsabile dello stesso dottoressa Galetta, con l’obiettivo di migliorare il servizio che è cresciuto anche grazie al nostro contributo tanto da essere invidiato da molti comuni della nostra provincia e di quelle limitrofe. Nonostante il nostro lavoro sia stato svolto con professionalità, dedizione, comprensione verso le esigenze di tante categorie di concittadini, ci siamo ritrovati da un giorno all’altro senza più un’occupazione”.

E’ quello che i tre (ex) autisti hanno fatto, quotidianamente, per quattro anni. Il punto, per l’amministrazione, è proprio questo. “Non siamo assolutamente sordi alle ragioni dei lavoratori – hanno detto a una voce il vicesindaco Cesare Epifani e il sindaco Luigi Caroli -, né abbiamo mai messo in discussione la qualità del servizio offerto dagli autisti. Il punto è un altro. Siamo di fronte all’alt della Corte dei Conti, non possiamo più fare ricorso all’assunzione per mezzo delle agenzie interinali, sottoponendo l’ente ad un aggravio di costi ingiustificabile, per la magistratura prima ancora che per noi stessi”.

Il problema resta, tutto intero, per chi dalla fine di dicembre è senza lavoro. “Dalla mattina alla sera siamo stati sbattuti fuori, interrogandoci come avremmo potuto, tornati a casa, dirlo alle nostre mogli, ai nostri figli o alle nostre madri, sapendo quanta difficoltà si incontra oggi nel trovare un nuovo impiego,  pensando a cosa avremmo fatto nei mesi a venire per garantire ai nostri cari una vita decorosa. Non nascondiamo che siamo stati presi più volte dallo sconforto ed a volte dalla rabbia consci di aver dato nel lavoro tutti noi stessi senza risparmiarci mai”.

La lettera all’amministrazione si conclude con queste parole: “Aver letto in giro  che si cambiava perché il servizio andava migliorato è stato per noi il colpo finale poiché non solo abbiamo perso l’unica fonte di reddito, ma con evidente mancanza di tatto, il nostro impegno, la nostra dedizione e la nostra professionalità sono stati anche loro cancellati senza alcun ritegno. Grazie anche per questo, nella speranza che il 2011 possa riservare un futuro migliore a tutti e quindi anche a noi”.

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