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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Grana nuova stazione marittima, denuncia all'Authority di vigilanza sugli appalti

BRINDISI – La bomba prima o poi doveva esplodere. La tensione tra l’Ordine provinciale degli Architetti e l’Autorità Portuale di Brindisi è sfociata ieri in una denuncia presentata dall’organismo professionale al presidente dell’Autorità per la Vigilanza sugli appalti pubblici. Oggetto, le numerose, presunte difformità rispetto alle normative ma anche allo strumento urbanistico vigente, del progetto della nuova stazione marittima di Costa Morena, andato a gara a metà giugno. Il partito dei falchi avrebbe preferito un esposto alla Procura della Repubblica, ma alla fine è stata scelta la strada meno cruenta.

BRINDISI – La bomba prima o poi doveva esplodere. La tensione tra l’Ordine provinciale degli Architetti e l’Autorità Portuale di Brindisi è sfociata ieri in una denuncia presentata dall’organismo professionale al presidente dell’Autorità per la Vigilanza sugli appalti pubblici. Oggetto, le numerose, presunte difformità rispetto alle normative ma anche allo strumento urbanistico vigente, del progetto della nuova stazione marittima di Costa Morena, andato a gara a metà giugno. Il partito dei falchi avrebbe preferito un esposto alla Procura della Repubblica, ma alla fine è stata scelta la strada meno cruenta.

Il consiglio dell’Ordine degli Architetti, con una lunga lettera a firma del presidente Fulgenzio Clavica, contesta l’iter dell’operazione sin dalla fase della progettazione preliminare, per concludere con i dubbi sulla legittimità della presenza nella commissione giudicatrice di componenti il Cta, il Comitato tecnico amministrativo della Puglia, che già si era espresso sul progetto prescrivendo emendamenti e integrazioni che, secondo i rappresentanti degli architetti brindisini, l’Autorità Portuale non ha applicato procedendo al bando.

Il progetto, di cui BrindisiReport.it si è già occupato a giugno, prevede una struttura in acciaio, vetro e pannelli sintetici che dovrebbe sorgere sullo stesso sito dell’attuale prefabbricato di Punta delle Terrare, in prossimità dell’attracco dei traghetti per la Grecia. L’operazione era stata presentata nel progetto preliminare come una ristrutturazione, quindi nella fase esecutiva pare sia diventata una nuova costruzione a tutti gli effetti, visto che è previsto lo smontaggio della struttura esistente e il suo spostamento altrove.

Ciò, segnala Clavica all’Authority per la vigilanza sugli appalti, ha sensibilmente condizionato i termini dello stesso bando: “Tale indicazione – ristrutturazione invece che nuova costruzione come è nei fatti - altera le categorie da inserire nei requisiti di gara". Il preesistente terminal (sei anni di vita) andrà del tutto smontato e rimontato in altro luogo. Inoltre c’è, sempre ad avviso dell’Ordine degli Architetti, l’omessa adozione e applicazione delle prescrizioni del Cta, tra cui quella secondo cui “è indispensabile attivare a cura dell’Autorità Portuale la conformità urbanistica inerente la nuova realizzazione dell’Area Terminal ai sensi dell’art. 2 comma 3 del DPR 383/1994”.

Invece il bando è stato indetto il 17 giugno e il 20 agosto è scaduto il termine per la consegna dei plichi. Fosse tutto qui. Al presidente dell’Autorità Portuale brindisina viene contestato molto altro, a partire dall’affidamento della progettazione a proposito della quale l’Ordine degli Architetti aveva chiesto sia per lettera che direttamente nel corso di due incontri, sia chiarimenti che documentazione, ricevendo solo risposte definite lacunose e nessuna carta: “In definitiva si è comunque appurato, dai dati in possesso, che la prestazione progettuale di che trattasi ha riguardato la realizzazione di opere di importo tale da richiedere una procedura concorsuale, nel mentre l’Autorità Portuale ha proceduto ad un affidamento fiduciario per ambedue le prestazioni, utilizzando la procedura prevista al di sotto dei 20.000,00 euro per ciò che riguarda i relativi onorari”.

Insomma, niente bando per selezionare il progettista. “Non ci è sembrato corretto, inoltre, che, aumentato l’importo dei lavori, l’onorario relativo alla progettazione definitiva di siffatti lavori potesse essere inferiore a 100mila euro e che si potesse fare ricorso alla procedura negoziata, invitando, tra i cinque soggetti (quali?), anche lo stesso progettista del preliminare, senza infrangere il rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza”. Per la cronaca, il lavoro è stato eseguito da uno studio milanese.

E magari fosse finita. Il progetto non era compreso con una progettazione nel piano annuale delle opere; poi “i progetti dei lavori degli enti locali ricompresi nell'elenco annuale devono essere conformi agli strumenti urbanistici vigenti o adottati, pertanto non si comprende come, tale intervento, possa essere stato ricompreso nell’Elenco Annuale delle opere pubbliche senza essere conforme al Piano regolatore portuale”; e, dulcis in fundo, a tale proposito va sottolineato che il sito non è tipizzato dallo strumento urbanistico vigente a zona di servizio per il traffico passeggeri, ma semplicemente per traffico merci. Per la cronaca, il costo dell’opera a base della gara è di 10 milioni di euro.

Sin qui la lettera. E problemi devono essercene davvero. “Tanto che – dicono dal settore dei falchi – si sta cercando di risolverli con una conferenza dei servizi. Ma chi si accollerà tante responsabilità? La gara è andata avanti, e la prima conferenza dei servizi indetta per il 20 luglio invece è saltata. Se questo è il modo di gestire le opere pubbliche nel porto di Brindisi, cos’altro dobbiamo aspettarci? O meglio, cosa si sta aspettando per intervenire?”.

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