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Haralambides, decide il Tar Lazio

BRINDISI – Sbloccato uno dei problemi strategici per il futuro commerciale del porto di Brindisi, quello dei nuovi accosti per navi traghetto e ro-ro a S.Apollinare che raddoppierà la capacità di ospitare questo genere di navi, su cui viaggiano, oltre che passeggeri, merci su Tir e trailer, l’Autorità Portuale si incammina verso il parere del Tar Lazio sulla legittimità della nomina di un cittadino comunitario alla presidenza dell’ente.

BRINDISI – Sbloccato uno dei problemi strategici per il futuro commerciale del porto di Brindisi, quello dei nuovi accosti per navi traghetto e ro-ro a S.Apollinare che raddoppierà la capacità di ospitare questo genere di navi, su cui viaggiano, oltre che passeggeri, merci su Tir e trailer, l’Autorità Portuale si incammina verso il parere del Tar Lazio sulla legittimità della nomina di un cittadino comunitario alla presidenza dell’ente.

L’udienza in camera di consiglio, su ricorso di uno dei candidati esclusi, l’ingegnere Calogero Casilli, è stata fissata per l’8 settembre, e si vedrà quale sarà la tenuta delle valutazioni giuridiche favorevoli alla nomina di Hercules Haralambides, peraltro tecnicamente gradita anche alla giunta regionale pugliese, e non solo al centrodestra e al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che ha firmato il decreto sentito il parere del suo staff legale.

Se dovessero prevalere le obiezioni di Casilli e dei suoi avvocati, all’Autorità Portuale di Brindisi arriverebbe un commissario in attesa della nomina di un nuovo presidente, che potrebbe comportare tempi lunghi. Brindisi potrebbe così trovarsi senza governo contestualmente al Comune – secondo le previsioni sulle di missioni del sindaco Domenico Mennitti per ragioni di salute – e all’Authority. E in un momento molto critico, in cui non solo incombe la forte campagna d’autunno a favore del rigassificatore di Capo Bianco, ma anche l’ora delle scelte fondamentali per gli assetti urbanistici della città e per il coordinamento, tutto ancora da stabilire, con quello del porto, che risale al 1975.

L’Autorità Portuale, peraltro, non ha ancora avviato l’iter per la Valutazione ambientale strategica, passaggio fondamentale per fissare il quadro reale e obiettivo anche dei fattori di rischio industriale, che secondo i piani delle aziende interessate non sussiste. Ma non possono essere le aziende a stabilire se la loro presenza e la loro attività rappresentano un pericolo di incidente, e se esiste o meno l’effetto domino. Responsabilità di valutazione che non può essere lasciata al parere o all’opinione di un funzionario di passaggio: serve uno studio Vas, serve il nuovo Piano regolatore portuale che nasca da una sinergia con gli obiettivi del Piano urbanistico generale della città

Cause di forza maggiore per il sindaco, una sentenza del Tar Lazio per Haralambides, possono consegnare a due commissari governativi il potere di assumere o rinviare queste decisioni. Questo non è mai positivo e non deporrebbe favorevolmente per la politica locale, se questa non avesse la capacità di fissare in tempo paletti precisi, come quelli del Documento programmatico preliminare al Pug, o come l’opposizione al rigassificatore sancita più volte dal voto del consiglio comunale, o la richiesta – attraverso i propri esponenti nel Comitato portuale – di accantonamento del Rapporto di sicurezza del porto, per effettuare prima la Valutazione ambientale strategica, preliminare sia al rapporto stesso, che al nuovo Piano regolatore portuale, che a qualsiasi operazione come quella del rigassificatore.

Queste non sono procedure astruse e inutili: è la normalità prevista dalle leggi italiane. Una normalità democratica che qualcuno vuole negare ai cittadini brindisini, col doppiogiochismo, il disinteresse non casuale, le assenze non fisiche ma progettuali dal tavolo delle decisioni cruciali. Chi parla spesso di democrazia e di difesa degli interessi del territorio, ha di fronte alcune prove – non facili – per dimostrare che fa sul serio.

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