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I Barretta rispondono al centrodestra

BRINDISI – La nota pubblica, che conteneva un invito esplicito al sindaco, diramata dai capigruppo della minoranza di centrodestra in consiglio comunale, riceve oggi una lunga e dettagliata risposta dall’impresa di rimorchio Fratelli Barretta.

BRINDISI – La nota pubblica, che conteneva un invito esplicito al sindaco, diramata dai capigruppo della minoranza di centrodestra in consiglio comunale, riguardante sia l’ubicazione della base rimorchiatori sia le tariffe applicate al servizio di rimorchio nel porto di Brindisi, e quindi chiamava in causa l’esigenza di spostare la base stessa fuori dal porto interno e quella di modificare alcuni meccanismi di definizione del costo orario dei rimorchiatori, riceve oggi una lunga e dettagliata risposta dall’impresa Fratelli Barretta, che pubblichiamo integralmente come è stato anche per la comunicazione dello stesso centrodestra.

Con riferimento all’articolo pubblicato sabato 05.04 u.s. sul vostro giornale intitolato “D’Attis: “Spostare i Barretta” precisiamo quanto segue: l’articolo riporta una nota proveniente dall’opposizione di centrodestra a firma dei consiglieri comunali Mauro D’Attis, Cosimo Elmo, Pietro Guadalupi, Antonio Pisanelli, Ilario Pennetta e Massimiliano Oggiano, contenente una serie di inesattezze che gettano discredito e danneggiano l’immagine della nostra Impresa.

Va precisato che la nostra Impresa è l’unica società concessionaria che a livello regionale è gestita da rappresentanti di provenienza locale o meglio brindisini (i concessionari del servizio di rimorchio di Bari e Taranto sono di altre regioni) e ciò per i nostri concittadini e rappresentanti politici dovrebbe costituire motivo di orgoglio. Così non è a Brindisi.

Più volte siamo intervenuti sugli organi di stampa per cercare di chiarire tale materia ma è evidente che le nostre  argomentazioni, pure oggettive, non siano state recepite dai firmatari della nota.  A questo punto, pur con il beneficio del dubbio, potrebbe darsi che i menzionati consiglieri non abbiano letto le nostre precisazioni fatte su precedenti articoli di stampa con cui abbiamo tentato di chiarire i concetti posti a base delle nostre ragioni.

Siamo costretti pertanto ad intervenire ancora una volta. Va ricordato preliminarmente che, nella nota diretta al Sindaco Consales, i consiglieri  suggeriscono  di subordinare la concessione della proroga della occupazione della banchina Sciabiche antistante i rimorchiatori alla rideterminazione delle tariffe portuali. I consiglieri  ipotizzano  che tali tariffe rendano il porto di Brindisi non competitivo a causa dell’elevato costo dei servizi portuali, che non risulterebbero adeguate agli altri porti e che impedirebbero l’approdo di navi da crociera o di traghetti, di traffico comunque alternativo rispetto a quello tradizionale del carbone. Nulla di più inesatto!!! Chiariamo ancora una volta  i seguenti concetti:

1)  Le navi da crociera ed i traghetti non hanno l’obbligo di utilizzo del rimorchiatore. Tali navi potrebbero  tranquillamente transitare nel nostro porto ed utilizzare tutte le sue banchine (ad eccezione di una) senza alcun onere aggiuntivo. Se i consiglieri menzionati fossero un po’ più informati circa le dinamiche portuali comprenderebbero che lo scalo di Brindisi non è appetibile per gli armatori in quanto privo di infrastrutture.

Manca per esempio un terminal crocieristico ed una adeguata stazione marittima che ospiti in maniera soddisfacente i passeggeri in transito. Negli anni ‘70, quando la stazione marittima funzionava, il porto di Brindisi era leader nel traffico di passeggeri da e per la Grecia; anche questo flusso di traffico si è spostato a Bari in quanto porto dotato di infrastrutture idonee. La colpa per la mancata realizzazione di queste infrastrutture non è certo dei fratelli Barretta o delle tariffe portuali che, per inciso, sono anche più basse rispetto a quelle di Bari e Taranto.

Forse nel lungo settennato di governo del centrodestra si sarebbero potute realizzare tali infrastrutture la cui mancanza  rende poco appetibile all’utenza il porto di Brindisi.     

2) L’utilizzo del rimorchiatore è obbligatorio per le navi che trasportano merci pericolose ed è quindi un servizio a tutela della sicurezza della navigazione, come in tutti gli altri porti d’Italia.

3) I criteri stabiliti per le determinazioni tariffarie dei servizi di rimorchio sono uniformi in tutta Italia e si fondano su particolari formule e su meccanismi.  Infatti, la maggiorazione del 50% - menzionata nella nota dei consiglieri - per le prestazioni rese nel porto medio o esterno (applicabile in concreto alle gasiere ed alle carboniere) non è strettamente collegata al luogo di esecuzione della prestazione, ma è collegata ad un complesso meccanismo di revisione tariffaria, stabilito dalla legge; tale principio, prevalente su ogni altro criterio, impone che il fatturato delle concessionarie del servizio di rimorchio, riconosciuto quale servizio pubblico essenziale (legge n. 146/1990) rimanga costante a parità di traffico.

Tale principio serve a mantenere un equilibrio tra i costi e i ricavi che consenta alla concessionaria di effettuare i consistenti investimenti che la medesima sostiene per mantenere il servizio sempre al massimo dell’efficienza (h24). Questa è la ragione per cui le tariffe del servizio sono soggette a revisione biennale e sono sottoposte ad un complesso iter procedimentale che prevede la consultazione preventiva dell’utenza, vale a dire delle associazioni sindacali che fanno capo agli armatori delle navi prima della loro approvazione da parte dell’Autorità Marittima.

Tali principi e meccanismi vengono applicati in tutti i porti italiani con il benestare del Consiglio d’Europa. E’ evidente che l’impresa Barretta, in considerazione di tali stringenti controlli a livello di organi nazionali, non possa “fare il bello e cattivo tempo” nello stabilire le tariffe da applicare e che alcuna competenza abbia il Comune di Brindisi nella materia de quo.

4) A prescindere dalla irrilevanza dello spostamento dei rimorchiatori sulle tariffe portuali, la indicazione dell’area di Capobianco quale sito idoneo è un’idea irrealizzabile e  propagandistica,  che non tiene conto della realtà ed in genere dei sistemi logistici portuali: il sito, come è noto agli operatori del settore, è privo di banchine di ormeggio, esso si presenta come un’area in costruzione, inagibile, priva di ogni  autorizzazione e sguarnita del benché minimo servizio o pertinenza. Per di più come tutti sanno il sito è ancora sotto sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria Penale ed è oggetto di una annosa controversia tra la Lng e l’Autorità Portuale.

 

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