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Il Tar autorizza altri tre stabilimenti balneari brindisini a riaprire

Resta il solco tra chi ha investito per adeguarsi alle nuove normative e alle direttive del Comune, e chi invece non ha utilizzato affatto la proroga di un anno concessa dalla stessa amministrazione comunale per mettersi in regola. Una situazione di evidente squilibrio tipicamente italiana, che divide gli operatori balneari

BRINDISI – Resta il solco tra chi ha investito per adeguarsi alle nuove normative e alle direttive del Comune, e chi invece non ha utilizzato affatto la proroga di un anno concessa dalla stessa amministrazione comunale per mettersi in regola. Una situazione di evidente squilibrio tipicamente italiana, che divide gli operatori balneari. Questa è la conseguenza delle ordinanze con cui la I Sezione del Tar di Lecce nella camera di consiglio del 22 luglio ha disposto, in via cautelare, la sospensione dell’efficacia dei provvedimenti del Comune di Brindisi con cui venivano congelate le licenze amministrative per gli stabilimenti balneari Lido del Sole,  Lido San Benedetto e Lido Arca di Noè, tutti sulla costa di Apani.

Il legale che ha rappresentato in giudizio i titolari dei tre stabilimenti, Anna Maria Ciardo del Foro di Lecce, la quale fa sapere che i giudici amministrativi, in attesa dell’udienza di merito, hanno ritenuto che gli operatori balneari in questione avrebbero subito un danno economico grave dalla chiusura nelle more delle decisioni, quindi hanno deliberato di sospendere le disposizioni del Comune, rilevando come le stesse fossero state prese sulla base di delibera di giunta ed ordinanza sindacale emesse nel 2014 e considerate dai giudici non più in vigore nel 2015 al momento della sospensione stessa delle autorizzazioni.

Quindi i tre stabilimenti riaprono (sono già operativi da giorni) senza avere i requisiti stabiliti dall’amministrazione comunale, in attesa di una sentenza di primo grado che non si sa quando arriverà. E chi è stato ligio alle prescrizioni? Beh, oggi i discriminati sono loro, a quanto pare. Il tempo della scomparsa del cemento dai lidi brindisini (e non solo) sembra ancora lontano.

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