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Il Comune passa il servizio bus alla Stp: "E costi aumentati del 120 per cento"

CEGLIE MESSAPICA - Il nuovo corso inaugurato dalla amministrazione Caroli passa anche per il trasporto urbano. Dal primo gennaio l’autobus in viaggio lungo il perimetro della città di Ceglie Messapica porta impresso il marchio della Stp, azienda cui il Comune ha affidato la gestione del servizio con una determina del 31 dicembre che ha prodotto i suoi effetti a tempo di record. La esternalizzazione ha l’obiettivo dichiarato nella delibera che ha dato il via all’affidamento diretto a trattativa privata della nuova gestione, di “erogare un servizio migliore alla cittadinanza con minori interruzioni dello stesso dovuti alla scarsità dei mezzi in dotazione, alla necessità di interventi manutentivi ai mezzi e alla tempestività nel reperire i lavoratori idonei al servizio tramite agenzia interinale o altro canale di acquisizione di lavoratori”. Lo scrive il vicesindaco Cesare Epifani, scatenando la violenta reazione dell’opposizione che parla di aggravio di costi, ma anche di “servizio dimezzato”.

CEGLIE MESSAPICA - Il nuovo corso inaugurato dalla amministrazione Caroli passa anche per il trasporto urbano. Dal primo gennaio l’autobus in viaggio lungo il perimetro della città di Ceglie Messapica porta impresso il marchio della Stp, azienda cui il Comune ha affidato la gestione del servizio con una determina del 31 dicembre che ha prodotto i suoi effetti a tempo di record. La esternalizzazione ha l’obiettivo dichiarato nella delibera che ha dato il via all’affidamento diretto a trattativa privata della nuova gestione, di “erogare un servizio migliore alla cittadinanza con minori interruzioni dello stesso dovuti alla scarsità dei mezzi in dotazione, alla necessità di interventi manutentivi ai mezzi e alla tempestività nel reperire i lavoratori idonei al servizio tramite agenzia interinale o altro canale di acquisizione di lavoratori”. Lo scrive il vicesindaco Cesare Epifani, scatenando la violenta reazione dell’opposizione che parla di aggravio di costi, ma anche di “servizio dimezzato”.

Contro la decisione dell’amministrazione comunale, tradotta nella determina del funzionario addetto al settore, si leva la voce di Rocco Argentiero, consigliere comunale del Partito democratico che, carte alla mano, fa i conti in tasca all’ente. “La gestione del servizio in house – dice Argentiero -, costava al Comune un totale di 45mila euro, totale ottenuto sottraendo gli introiti dei biglietti, pari a circa 20mila euro annui, alle spese complessive, ottenute dalla somma calcolando le spese per il personale (tre autisti per 40mila euro annui, 15mila euro per carburanti e consumi vari, 5mila euro di costi manutenzione ordinaria e straordinari). Attualmente invece la spesa ammonta a ben 104.500 euro, ben 80mila euro in più per un servizio notevolmente peggiorato e che non fornisce alcuna garanzia ai più deboli, agli anziani e agli studenti”.

I conti fatti in punta di penna, saranno oggetto da qui a breve di una interpellanza rivolta nelle sedi istituzionali deputate, il consiglio comunale e non solo, ma intanto il consigliere fornisce dettagliate spiegazioni all’aggettivo che chiosa tutta l’operazione. “Peggiorato perché – spiega Argentiero – mentre il mezzo in viaggio rimane uno solo, le corse al cimitero, faccio un esempio, passano da ventidue al giorno fra andata e ritorno a undici. Di più, completamente azzerate saranno le corse da e per il San Raffaele, due mete che c’entrano con i bisogni delle persone in difficoltà, anziani e malati. Per i cittadini inoltre – ironizza il consigliere - ci sarà un premio ulteriore per la  loro fedeltà all’uso del mezzo pubblico, il biglietto non costerà più 60 o 70 centesimi  ma 80 centesimi  e tra poco gli stessi biglietti non saranno più venduti a bordo”.

Per l’opposizione insomma, la Società di trasporti pubblici avrebbe dovuto intanto superare una selezione pubblica, premessa essenziale per la esternalizzazione del servizio, mentre il Comune avrebbe dovuto mantenere lo standard del servizio abbattendo i costi, percorso garantito secondo Argentiero solo dal servizio cosiddetto “in house”, leggi in proprio. “Per non parlare dei tre autisti, disoccupati e padri di famiglia sbattuti fuori dal mondo del lavoro. Di tutto questo l’amministrazione dovrà rendere conto nelle sedi opportune, non a noi, ma alla città tutta intera”.

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