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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il ministro ribadisce: "Il progetto del gasdotto Tap non si cambia"

Il governo italiano ha confermato oggi in sede di question time alla Camera dei Deputati la valenza strategica per il nostro Paese del gasdotto Tap, e la prosecuzione del progetto così come è stato approvato. Lo ha detto il ministro Carlo Calenda

Il governo italiano ha confermato oggi in sede di question time alla Camera dei Deputati la valenza strategica per il nostro Paese del gasdotto Tap, e la prosecuzione del progetto così come è stato approvato. Lo ha detto il ministro Carlo Calenda, in risposta a varie interrogazioni.

In merito al quesito posto dall’onorevole De Lorenzis e altri, Calenga ha risposto che “occorre precisare che la scelta del metanodotto TAP accrescerà la sicurezza degli approvvigionamenti, la diversificazione delle fonti di provenienza del gas, l'aumento dell'offerta e del numero di fornitori in concorrenza sul mercato italiano ed europeo, con effetti a tendere positivi sui prezzi”.

“Il mix energetico italiano è tra i più verdi d’Europa avendo superato con 6 anni di anticipo il target sulla quota di energia da fonti rinnovabili al 2020: la produzione elettrica nazionale – ha ricordato Calenda - è infatti coperta al 39% da fonti rinnovabili; al 15% dal carbone; al 40% dal gas e al 6% da altre fonti. Come presentato nell’audizione parlamentare sulla Sen, la quota di rinnovabili crescerà ulteriormente erodendo le quote del carbone e il gas dovrà garantire la stabilità e la sicurezza della rete elettrica nazionale colmando l’intermittenza e la variabilità delle fonti rinnovabili”.

Quindi il ministro dello Sviluppo economico ha puntualizzato l’entità dei fabbisogni e le percentuali di dipendenza dell’Italia da aree geopolitiche instabili: “Relativamente al presunto eccesso di infrastrutture di approvvigionamento, bisogna tener presente che i gasdotti sono progettati per assicurare la massima portata giornaliera nel periodo di punta dei consumi invernali a cui viene sommato un margine addizionale di sicurezza, ed è quindi del tutto fuorviante confrontare il consumo annuo con la capacità teorica massima annua di importazione, ottenuta moltiplicando la portata giornaliera tecnica massima per tutti i giorni dell’anno in quanto ciò presupporrebbe un utilizzo a pieno regime di tutti i gasdotti non considerando la stagionalità dei consumi e l’effettiva disponibilità a monte di contratti di fornitura di gas corrispondenti a tali valori massimi”.

“Importante è inoltre – ha proseguito il ministro - diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento. L’Italia attualmente dipende infatti per il 45% dal gas russo, percentuale che sale al 65% nei giorni invernali.<Gran parte delle altre forniture vengono poi dall’Algeria e dalla Libia  che è ancora un’area instabile. Complessivamente da qui al 2020 scadranno contratti di fornitura a lungo termine per un totale di 35 miliardi di metri cubi di gas, con un deficit potenziale rispetto alla domanda prevista pari a circa 14 miliardi di metri cubi, la cui copertura deve essere garantita in maniera significativa dal TAP”.

“Relativamente al metanodotto di collegamento alla Rete Nazionale di Trasporto, il relativo costo verrà inserito dall’Autorità per l’energia nel calcolo della tariffa di trasporto del gas – ha detto Calenda - che sarà pagata dalle società che importeranno il gas azero in Italia. Tutti i costi di trasporto dall’Azerbaijan fino all’Italia saranno pagati dalle società private che importeranno, in concorrenza tra loro, il gas fino al nostro Paese. La diversificazione delle fonti e l’aumento dell’offerta creeranno dunque una spinta concorrenziale che spingerà a ribasso i prezzi per gli utenti finali, le imprese e le famiglie”.

La conferma del ruolo del nuovo gasdotto: “Non ripercorro qui l’iter autorizzativo del metanodotto TAP la cui legittimità è stata confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato. Per tutte queste ragioni Il metanodotto TAP è un’infrastruttura strategica e fondamentale per conseguire gli obiettivi di sicurezza energetica, di decarbonizzazione e di competitività dei prezzi”, ha ribadito il rappresentante del governo.

L’altro quesito era quello proposto dall’onorevole Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Siniostra Italiana, al quale il ministro Carlo Calenda ha risposto così: “Come precedentemente evidenziato il metanodotto di interconnessione TAP riveste interesse strategico e costituisce una priorità nazionale in quanto consentirà l’arrivo in Italia di una nuova fonte di approvvigionamento di gas”.

“In data 20 maggio 2015 il Mise ha firmato il Decreto di autorizzazione unica del metanodotto di interconnessione TAP. Ricordo che la Regione Puglia ha partecipato a tutte le fasi del procedimento: in sede di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’Ambiente, nell’ambito della quale sono stati esaminati 12 possibili siti di approdo; nell’ambito della Conferenza di Servizi per il rilascio dell’autorizzazione presso il Mise; e, infine, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dove sono stati ascoltati anche i sindaci di altri comuni che hanno manifestato la non disponibilità a ospitare l’approdo”.

Relativamente alla localizzazione dell’approdo della condotta, infatti, ha detto ancora Calenda durante il question time, “la Commissione Via/Vas ha effettuato, anche in relazione all’impegno assunto dal governo alla Camera dei Deputati il 5 dicembre 2013, ‘la più attenta valutazione delle alternative nel corso del procedimento di Via’ individuando come approdo più idoneo il territorio del Comune di Melendugno, località San Foca”.

Le compatibilità ambientali sono state garantite: “Al fine di evitare impatti sulle scogliere, sulla Posidonia oceanica e sullo sviluppo turistico dell’area, il microtunnel sarà realizzato a una profondità di 10 metri sotto il fondo del mare. Il punto di uscita del microtunnel, entro cui sarà collocato un tubo dal diametro di circa un metro,s arà a 625 metri all’interno della costa e, il gasdotto interrato per 8 chilometri, raggiungerà il terminale di ricezione ubicato nel Comune di Melendugno”.

“Successivamente al rilascio degli atti di autorizzazione, il Tar del Lazio ha respinto nel merito i ricorsi di Regione Puglia e Comune di Melendugno con sentenze del 26 gennaio 2016 e 3 febbraio 2016. La Regione e il Comune hanno presentato appello al Consiglio di Stato che si è espresso confermando la piena validità dell’autorizzazione rilasciata dal Mise che è quindi divenuta inoppugnabile”, ha ricordato il ministro.

“La Regione ha successivamente evidenziato la necessità di acquisire un’ulteriore autorizzazione per la rimozione degli ulivi in base a una legge nazionale del 1951. Il 10 gennaio 2017 la società TAP ha presentato la relativa richiesta di autorizzazione. Dopo ulteriori analisi fitosanitarie sugli ulivi, l’Ufficio provinciale agricoltura di Lecce, sentita la Regione, ha rilasciato l’autorizzazione di cui sopra. Il Ministero dell’Ambiente ha più volte confermato l’ottemperanza alla prescrizione A44, da ultimo, il 27 marzo 2017”.

Rammentate le tappe anche dal punto di vista del contenzioso amministrativo dell’iter autorizzativo, Calenda ha concluso smentendo l’aggravio dei costi sulle bollette domestiche e aziendali e la posizione del governo: “Relativamente all’impatto dei costi del gasdotto sulla tariffa di trasporto, come già evidenziato, saranno a carico degli operatori e non degli utenti finali. Per tutto quanto rappresentato, il governo ritiene importante che si vada avanti con le attività”.

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