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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Il PD: disoccupazione più grave dei dati diffusi

BRINDISI - I dati sull’occupazione resi noti recentemente dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Brindisi confermano le preoccupazioni più volte espresse dal Partito Democratico. Anche perchè "gli stessi sono alterati nella loro oggettività dalla ormai consolidata ritrosia dei giovani e dei disoccupati in genere in cerca di lavoro ad iscriversi nelle liste di collocamento: ciò aggrava il significato dei dati, specie per la fascia dei giovani e delle donne".

BRINDISI - I dati  sull’occupazione  resi noti recentemente dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Brindisi confermano le preoccupazioni più volte espresse dal Partito Democratico. Anche perchè "gli stessi sono alterati nella loro oggettività dalla ormai consolidata ritrosia dei giovani e dei disoccupati in genere in cerca di lavoro ad iscriversi nelle liste di collocamento: ciò aggrava il significato dei dati, specie per la fascia dei giovani e delle donne".

In una nota odierna il PD brindisino rileva anche che "lapersistenza degli alti livelli di disoccupazione e dei bassi livelli di occupazione della popolazione attiva evidenzia che ci troviamo di fronte ad una crisi di sviluppo molto lunga, acuita dall’assenza  negli ultimi due anni di una reale politica governativa attenta alla gravità della situazione meridionale: le risorse pubbliche per il Sud sono solo annunciate ma mai erogate, a fronte di una crescente destinazione di finanziamenti a settori ben determinati del Nord".

Sono necessarie , secondo il PD, "politiche che garantiscano il rafforzamento dei grandi impianti produttivi che operano sul mercato internazionale e la rivitalizzazione delle piccole e media imprese in una logica di rete e/o di distretto secondo le specificità di settore. Il tutto avendo come obiettivo principale lo sviluppo occupazionale".

E’ necessario poi un forte intervento immediato,  rendendo esecutivi i programmi di sviluppo presentati dalla Regione Puglia con la destinazione delle risorse nazionali ed europee, a partire dai FAS, "riattivando gli strumenti  automatici di incentivazione messi in campo dal governo Prodi e cancellati dal governo Berlusconi, finalizzati proprio agli investimenti ed alla crescita occupazionale, mettendo in campo una forte sinergia tra mondo delle imprese, mondo del lavoro ed istituzioni territoriali".

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