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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Il porto di Brindisi resta nella rete della Puglia adriatica

Ci pensa il governo a sistemare le cose in Puglia. Brindisi resta tra i porti che compongono la nuova Autorità di sistema portuale del Basso Adriatico assieme a Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli. Niente accorpamento con Taranto

BRINDISI - Ci pensa il governo a sistemare le cose in Puglia. Brindisi resta tra i porti che compongono la nuova Autorità di sistema portuale del Basso Adriatico assieme a Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli. Niente accorpamento con Taranto su pressioni di gruppi politici di interesse, perchè questa resta la sostanza della "missione" senza mandato del consiglio comunale del sindaco Angela Carluccio, e neppure su pressioni molto più istituzionali come la mozione votata recentemente dal consiglio comunale di Taranto.

Il decreto sui porti varato in via definitiva ieri dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, assieme ad altri tre provvedimenti di riforma della pubblica amministrazione presentati da suoi colleghi di governo come il ministro Marianna Madia, chiude la stagione delle polemiche e delle trasversalità. I giochi sono fatti, e Brindisi ha solo una missione: diventare un porto che torna a crescere, che compete, che si guadagna i propri spazi, che dà lavoro.

Si chiude un ventennio di criticità, ritardi, sofferenze, dominato da pressioni esterne, blocco della programmazione come dimostra l'assenza di un nuovo piano regolatore portuale (quello vigente risale ai primi anni Settanta). Un lento declino che ha fatto uscire il porto di Brindisi dalla rete dei porti di interesse nazionale, che ha fatto da sfondo alla perdita di posti di lavoro e allo spostamento del fatturato per la maggior parte sul traffico del carbone.

Oggi si ripresentano le condizioni per la ripresa, e solo la politica locale può continuare a fare da zavorra a questa prospettiva. Preoccupazione tutt'altro che marginale, considerate le posizioni espresse, le mozioni votate, le manovre in corso sino a ieri. Anche la città deve imparare molto di più sul proprio porto e sull'economia marittima, per pretendere lavoro, crescita di immagine e di fatturati. Francesco Mariani, presidente per due mandati dell'Autorità Portuale di Bari ed oggi commissario straordinario della stessa, spiega molto bene in un suo commento sulla pagina Facebook dell'agente marittimo brindisino Teodoro Titi, di quali luoghi comuni deve liberarsi Brindisi.

"Vorrei porre alla vostra attenzione - scrive Mariani - due aspetti. Il primo: nascono le nuove Autorità di Sistema portuale. Nel consiglio di gestione ci saranno, oltre il presidente, il delegato della Città metropolitana (Bari), il delegato dei sindaci di Brindisi, Manfredonia, e dal nuovo testo sembra Barletta, il delegato della Regione. Le scelte saranno decise in quella sede. Bari conta per uno. In secondo: lo spirito della riforma ci porta a ragionare in modo nuovo".

"Il Pubblico, lo Stato non può essere in concorrenza con se stesso. I privati sicuramente. ho letto dichiarazioni che sostenevano la scelta per Brindisi di fare parte della Autorità di sistema portuale di Taranto con un argomento che suonava in questo modo 'noi facciamo crociere e Taranto i container'. Poi però leggo che Taranto annuncia che dal prossimo anno arriveranno le crociere e stanno predisponendo le opere per accoglierle. Quindi?".

"Brindisi non è solo crociere. Brindisi può svolgere un ruolo da leader nei collegamenti con la Grecia, con i Balcani, nelle attività commerciali. Il compito della A.autorità di sistema portuale dovrà essere quello di unificare qualità e servizi nei porti controllati. Sarà poi l'armatore a scegliere. E se riterrà che Brindisi, per minore tratta marittima con la Grecia, ad esempio, è più conveniente si orienterà di conseguenza. Voglio dire che se ragioniamo come una unica banchina da Manfredonia a Brindisi, non ci saranno più rivalità, e quale sia la scelta del armatore di scalare un porto sarà un risultato della Autorità di sistema portuale".

E' ora di fare sul serio. Basta con le lamentazioni sul porto al quale qualcuno da fuori ha sottratto futuro e traffici. Il problema è sempre stato all'interno, e sostenere che le minacce arrivavano da altri porti è stato un comodissimo alibi per coprire operazioni sbagliate e interessi particolari.

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