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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Ostuni

In alto i calici: torna in vetrina l’elisir San Marzano

OSTUNI – Ribalta emiliana per l'elisir San Marzano: quello vero. Visto che il falso è finito in tribunale, trascinato in contenzioso dai nuovi soci del gruppo Borsci. A Bologna, per salutare le bottiglie del nuovo corso, c’è chi ha allestito una vetrina speciale. Una rinascita da incorniciare, per il liquore prodotto a San Marzano di Taranto. Il piano di rilancio varato dall’imprenditore ostunese Raffaele Casale, amministratore della Telcom Spa di Ostuni, sta dando i primi frutti. La crisi della vecchia società aveva di fatto provocato la scomparsa dal mercato dell'elisir, da alcune settimane tornato in produzione, con grande soddisfazione dei tanti fans sparsi (e scatenati) anche su facebook.

OSTUNI – Ribalta emiliana per l'elisir San Marzano: quello vero. Visto che il falso è finito in tribunale, trascinato in contenzioso dai nuovi soci del gruppo Borsci. A Bologna, per salutare le bottiglie del nuovo corso, c’è chi ha allestito una vetrina speciale. Una rinascita da incorniciare, per il liquore prodotto a San Marzano di Taranto. Il piano di rilancio varato dall’imprenditore ostunese Raffaele Casale, amministratore della Telcom Spa di Ostuni, sta dando i primi frutti. La crisi della vecchia società aveva di fatto provocato la scomparsa dal mercato dell'elisir, da alcune settimane tornato in produzione, con grande soddisfazione dei tanti fans sparsi (e scatenati) anche su facebook.

A testimonianza dell’entusiasmo ritrovato, tra gli acquirenti ma anche tra i venditori, ecco spuntare la prima iniziativa: in via Caprarie a Bologna, a pochi passi dalle due torri, una storica rivendita di liquori ha allestito un banchetto esponendo alcune bottiglie di San Marzano: “E' tornato l'elisir unico San Marzano”, l’annuncio.

Una prima tappa commerciale, resa possibile grazie alla ripresa a pieno regime, presso lo stabilimento ionico, dell’attività di produzione, con l’imbottigliamento del San Marzano nei vari formati (1500, 1000 e 700 ml), e di tutti gli altri liquori di casa Borsci, compresi quelli frutto di rinnovate ricette. La macchina è stata rimessa in moto nel luglio scorso, dopo la turbolenta parentesi fallimentare che aveva travolto “Borsci Liquori”: tre gli azionisti della neonata società: Giuseppina ed Egidio Borsci, rispettivamente direttore commerciale e responsabile della produzione, e Raffaele Casale, amministratore.

Le risorse finanziarie per rendere fattibile l’operazione rilancio sono state reperite grazie all’intervento della società ostunese del patron Alfonso Casale. La svolta, lo scorso mese di maggio: l’offerta di 5,3 milioni di euro ed il mantenimento dei 26 posti di lavoro venivano giudicati positivamente dai giudici del Tribunale fallimentare. La decisione dei giudici tarantini consentiva così di non rendere vani gli sforzi profusi per la ripresa della produzione da parte di Raffaele Casale impegnato a far ripartire gli impianti presi nel frattempo in affitto per garantire la continuità della gestione operativa.

Per i nuovi soci, per gli operai e per il marchio storico di San Marzano, la soddisfazione non è da poco. La promozione di questi giorni giunge peraltro contemporaneamente ad una serie di contenziosi giudiziari aperti dalla nuova proprietà per frenare il crescente fenomeno della contraffazione.

Il periodo buio attraversato dall’azienda tarantina - che aveva portato al fallimento e al successivo passaggio di proprietà, con conseguente blocco della produzione – avrebbe alimentato il mercato nero, con la nascita di “bottiglie taroccate”: elisir spacciato per “unico” ma frutto di imitazioni dello storico marchio di fabbrica.  “Per alcuni di questi prodotti – ha spiegato Raffaele Casale - non c’è stato solo il vano tentativo di imitare il gusto del San Marzano ma anche il nome o la grafica dell’etichetta. E’ ovvio che in questi casi, per i quali c’è il reato di concorrenza sleale, ci stiamo difendendo nelle sedi opportune”.

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