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Inail declassata, i politici partecipano all'assemblea: "Troppi schiaffi al territorio"

BRINDISI – Scongiurare il temuto declassamento della sede provinciale Inail di Brindisi è stato il principio-base dell'assemblea dei lavoratori avvenuta questa mattina in via Palestro e che ha visto la partecipazione di diversi rappresentati politici: dall'onorevole Salvatore Tomaselli al senatore Michele Saccomanno, dal sindaco Domenico Mennitti all'assessore provinciale al Mercato del Lavoro Vincenzo Ecclesie, i consiglieri regionali Giovanni Brigante e Maurizio Friolo, il presidente della Camera di Commercio Alfredo Malcarne e i rappresentanti di tutte le sigle sindacali.

BRINDISI – Scongiurare il temuto declassamento della sede provinciale Inail di Brindisi è stato il principio-base dell'assemblea dei lavoratori avvenuta questa mattina in via Palestro e che ha visto la partecipazione di diversi rappresentati politici: dall'onorevole Salvatore Tomaselli al senatore Michele Saccomanno, dal sindaco Domenico Mennitti all'assessore provinciale al Mercato del Lavoro Vincenzo Ecclesie, i consiglieri regionali Giovanni Brigante e Maurizio Friolo, il presidente della Camera di Commercio Alfredo Malcarne e i rappresentanti di tutte le sigle sindacali.

Durante l'assemblea si è discusso di quella che era stata definita nei giorni scorsi una vera e propria “aggressione al territorio”, visto che il temuto ridimensionamento della sede Inail (l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) viene interpretata come una grave perdita per la provincia brindisina. Il direttore dell'Inail di Brindisi Giuseppe Gigante ha spiegato i motivi della decisione dall'alto, asserendo però che non di un ridimensionamento si tratta: “E' una semplice riparametrazione delle posizioni organizzative. Se finora qui c'era un dirigente, adesso arriverà un funzionario”. Ma anche questa novità è stata letta come un impoverimento circa il potere decisionale brindisino. “Di fatto, questa struttura perderà il cervello centrale, le scelte saranno fatte altrove”, ha protestato Malcarne. E non è stato l'unico a storcere il naso. Mennitti non crede che si tratti solo di un cambio al vertice (“Se siamo qui è per individuare eventuali soluzioni da adottare”), mentre Saccomanno si è detto disponibile, in qualità di parlamentare, ad affrontare la questione direttamente a Roma, “ma l'unica strada da affrontare è quella di presentare dati e documenti per spiegare che la realtà brindisina non merita assolutamente questi tagli”). Tomaselli si è invece soffermato sugli attuali problemi socio-economici avvertiti dalla provincia brindisina. “Sono strane – ha detto – queste coincidenze temporali, tra la riduzione negli investimenti, vedi Alenia e Biomateriali, e la perdita di servizi al cittadino, come è successo per Aqp e adesso con Inail”.

Le Rsu, in una nota diffusa nel pomeriggio, si sono dette soddisfatte circa l'esito dell'incontro: “Dagli interventi è emerso un intento comune volto a far riconsiderare alla Direzione Generale Inail la decisione di far retrocedere la sede di Brindisi a unità di tipo B. La scelta di declassare questa sede, che trova i suoi presupposti nella legge di riforma della pubblica amministrazione e, più in generale, nel contenimento della spesa pubblica, è stata adottata solo in base a criteri numerici, senza tenere conto delle peculiarità del territorio, a differenza di quanto è stato fatto in altre realtà nazionali dove sedi con un portafoglio ben più ridotto di quello di Brindisi, sono state risparmiate in nome della tutela di quelle comunità, come è accaduto nel caso di Belluno. Dall’attenta analisi è emerso che,nel dato prettamente numerico del portafoglio in gestione, non sono stati tenuti in debita considerazione diversi elementi quali la lavorazione del Durc-Documento Unico Regolarità Contributiva (ne sono stati emessi circa 8500 solo nell’ultimo anno), l’istruttoria di circa 5000 pratiche amianto e la trattazione di numerosissime pratiche relative ai grandi invalidi”.

Con il declassamento si perderebbero, oltre al direttore della sede, “anche la figura del dirigente medico di II livello, la titolarità del processo di prevenzione e sicurezza che verrebbe ricondotta alla sede di Lecce, e inoltre verrebbero riviste le posizioni organizzative di funzionari di livello C3 e C4 che potrebbero trovarsi nella situazione di dover lavorare per altre unità territoriali, con una indubbia ripercussione negativa sui livelli quali-quantitativi dei servizi finora erogati dalla sede. Un altro aspetto da evidenziare nella distribuzione dei tagli è, a nostro avviso, l’individuazione dei posti dirigenziali da eliminare che non è stata effettuata con criteri omogenei; la mannaia è caduta pesantemente solo su alcune realtà locali, mentre sono state sostanzialmente risparmiate le direzioni centrali, le direzioni regionali ed alcune realtà locali meglio tutelate a livello romano”.

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