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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Decarbonizzazione e bonifiche: “Essenziale aprire un confronto con il governo”

I segretari dei sindacati Filctem Cgil, Flaei e Femca Cisl e Uiltec Uil hanno incontrato il prefetto. Si è parlato anche di codice appalti e investimenti Pnrr

Riceviamo e pubblichiamo una nota congiunta dei sindacati Filctem CGIL (segretario Antonio Frattini), FlaeiI Cisl (segretario Marco Bernardo), Femca Cils (segretario Emiliano Giannoccaro) e Uiltec Uil (Carlo Perrucci) su un incontro con il prefetto di Brindisi, sui temi del codice appalti, degli investimenti previsti nell’ambito del Pnrr, della decarbonizzazione e delle bonifiche 

Le segreterie di Filctem Cgil, Flaei e Femca Cisl, Uiltec Uil, in data odierna, hanno incontrato il prefetto, dopo lo sciopero nazionale dei settori elettrico e gas del 30 giugno 2021, che ha avuto una altissima adesione dei lavoratori coinvolti sia a livello nazionale che a Brindisi.   Nel corso dell’incontro sono state confermate tutte le preoccupazioni per le conseguenze derivanti dall’applicazione dell’art. 177 del ‘Codice degli Appalti’, che dopo varie proroghe, troverebbe attuazione al 31 dicembre 2021, con l’obbligo per le aziende concessionarie di esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione, anche nei casi in cui queste vengano svolte direttamente dal proprio personale, destrutturando così servizi essenziali per l’intero Paese e mettendo a forte rischio oltre 150.000 posti di lavoro, in settori strategici per la fornitura dei servizi essenziali erogati e garantiti ai cittadini, in provincia di Brindisi sono coinvolti i lavoratori elettrici di e-distribuzione e i gasisti della società 2i Rete Gas. 

Questa nuova norma tenderebbe a stravolge gli attuali assetti organizzativi delle aziende, in un momento strategico per il Paese, quando agli investimenti privati già previsti nei vari piani industriali delle aziende dei settori interessati, dovranno aggiungersi quelli decisi dal Governo e contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Investimenti indispensabili a garantire la transizione energetica, anche, attraverso un profondo ammodernamento delle reti e lo sviluppo delle Smart Grid. 

Sul territorio di Brindisi questa situazione andrebbe a sommarsi al processo di decarbonizzazione e ai 1200 lavoratori diretti e dell’indotto coinvolti, nei mesi scorsi abbiamo evidenziato al Prefetto di Brindisi, l’insostenibile situazione dei ritardi degli iter autorizzativi legati alla transizione ecologica, dagli impianti a gas in ciclo combinato a quelli di energia rinnovabile, che vanno velocizzati e snelliti per permettere alle aziende di realizzare i nuovi investimenti per sostituire, nei tempi previsti, entro il 2025, gli impianti a carbone. 

Di questi giorni la notizia di un nuovo fallimento delle aste per l'installazione di impianti di energia rinnovabile, il Gse (Gestore dei Servizi Energetici), la società pubblica che assegna gli incentivi per le rinnovabili, ha emesso aste per 1.582 MW di nuova capacità, in assenza di autorizzazioni, sono state presentate offerte per soli 98,9 MW e un via libera a progetti per appena 73,7 MW, meno del 5% della disponibilità, a maggio è stata assegnato solo il 12% di potenza disponibile. 

A Brindisi nelle aree rientranti nel vasto perimetro del Sito di Interesse Nazionale area Sin, registriamo un diffuso respingimento di progetti presentati per impianti fotovoltaici e di accumulo, i terreni sono ancora destinati ad uso agricolo, malgrado ordinanze istituzionali impediscono la coltivazione. Diventa essenziale aprire un confronto con governo e Regione sul Sin di Brindisi e sullo stato delle bonifiche.   

I forti ritardi e la situazione esistente a Brindisi rischiano di pregiudicare ogni possibile investimento previsto dal Governo con il Pnrr, tra questi la creazione di un Hub di energie rinnovabili per la produzione di idrogeno e di biogas da impianti di trattamento dei rifiuti.  Le Segreterie di Filctem Cgil, Flaei e Femca Cisl, Uiltec Uil, hanno esortato il Prefetto di Brindisi, a riportare le istanze presentate ai vari livelli istituzionali a partire dal Governo per modificare l’Art. 177 del Codice degli appalti escludendo l’applicazione della nuova norma nei servizi pubblici essenziali e per istituire un tavolo di confronto con parlamentari, consiglieri regionali sulle problematiche evidenziate nel corso dell’incontro. 

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