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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Intervento/ "A Miami il terminal sotto indagine"

Per definire il rapporto tra la città, Brindisi, e il suo porto si potrebbe dare sfogo alla fantasia con un’infinità di metafore che ahimè sarebbero tutte volte alla negativa vista l’incapacità, comprovata da un innegabile stato delle cose, a coniugare questo rapporto e sul quale si sono spese, e si spendono, fiumi di parole.

Per definire il rapporto tra la città, Brindisi, e il suo porto si potrebbe dare sfogo alla fantasia con un’infinità di metafore che ahimè sarebbero tutte volte alla negativa vista l’incapacità, comprovata da un innegabile stato delle cose, a coniugare questo rapporto e sul quale si sono spese, e si spendono, fiumi di parole che si arenano in una foce paludosa. Ed è in realtà inspiegabile l’ostinato atteggiamento che si continua a tenere in danno delle sorti dell’uno che si ripercuotono inevitabilmente sull’altra.

Brindisi è sul mare, anzi è abbracciata dal mare, si protende verso esso ma è come se a vicenda si respingessero: è colpa degli elementi o degli uomini che dovrebbero governare questo stato di cose? Si potrebbe partire da lontano ma è inutile perché ogni giorno ci viene offerta una dimostrazione plastica di questa triste realtà.

Che la pianificazione urbanistica della città e del suo porto, e particolarmente nel nostro caso, debba essere in stretta connessione sarebbe nella logica delle cose, questa necessità non dovrebbe costituire nemmeno argomento di discussione, tant’è ovvia. La realtà è che si procede in modo diametralmente opposto, l’Autorità portuale sembra essere un corpo a sé stante, una sorta di repubblica indipendente avulsa dalle dinamiche della città e dalle esigenze e prospettive che essa pone.

Uno dei casi, l’ultimo, che dimostra tale modo di procedere è la messa a bando - per la ragguardevole somma di quasi 11 milioni di euro - del progetto esecutivo delle infrastrutture per la security del porto. Un progetto che, a ben vedere, presenta alcuni elementi meritevoli di un’attenta rivisitazione a iniziare dalla prevista recinzione di una parte consistente di Viale Regina Margherita lavori in netta sovrapposizione con quelli di riqualificazione in atto da parte del Comune.

Un aspetto del progetto che ha del demenziale e che desta stupore già per il solo fatto di essere stato concepito. Appunto, bisognerebbe chiedersi quale sia stato il ruolo, nelle inevitabili e varie conferenze di servizio, del rappresentante dell’Amministrazione comunale, come sia stato possibile che non abbia avuto alcunché da eccepire e se si sia mai rapportato con la parte politica. È possibile sapere chi ha presenziato a queste conferenze di servizio?

Se ci fosse stato un minimo di raziocinio questo aspetto sarebbe stato eliminato sul nascere, se si partecipasse a queste riunioni con un minimo di logica e non di superficialità (per non dire altro). E come si può dare torto al Sindaco quando, per un altro recente episodio, afferma che si convince «ogni giorno di più che il problema più grave del Comune era e resta quello dell’inadeguatezza della macchina amministrativa».

Comunque sia questo problema è stato “risolto” in un incontro tra il Sindaco e il Presidente dell’Ente portuale che provvederà a stralciare quell’incomprensibile indecenza, definita dallo stesso Presidente “una cosa assurda” e ha testualmente dichiarato: «Ho letto dai giornali di questa “barriera sul lungomare”, ma si tratta di un progetto approvato dal mio predecessore Giuseppe Giurgola, il quale voleva portare il traffico crocieristico nel waterfront. Ho visto questi progetti più di un anno fa ed in effetti, concordo che si tratta di un’idea assurda. Un’idea che ho già eliminato. In sostanza, quindi, il problema non esiste».

Ma, alla luce di queste parole, resta un mistero il perché non abbia, per tempo, fatto rivedere il progetto mettendolo, invece, a gara con delle assurdità progettuali; se lo avesse fatto si sarebbe reso conto probabilmente della presenza di altri aspetti degni di chiarimenti. Poiché, a questo punto, se una tale macroscopica anomalia non è stata valutata appieno, chi garantisce che nel progetto esecutivo non ne esistano delle altre?

Non è normale che la vicenda finisca così, eliminando solo quella “assurdità”, e non si accolga appieno la richiesta avanzata dalla quasi totalità dei consiglieri comunali (di opposizione e di maggioranza) per la sospensione della gara. Ad esempio: la stessa sovrapposizione di lavori esiste anche per Via del Mare, a Punta delle Terrare vi è, com’è noto, una zona archeologica che viene indicata come nuova area portuale e area Schengen e non è chiaro come sarà resa fruibile e valorizzata, com’è normale che avvenga per un sito archeologico e come richiesto dalla competente Soprintendenza e chissà se questa abbia potuto esprimere un parere a proposito.

Sembra inoltre che attraverso un semplice piano di security l’Autorità portuale mette in atto una nuova configurazione funzionale-operativa dell’area portuale con la previsione di realizzazione di opere edili che si attestano su porzioni di territorio portuale e non supportate da un’idonea destinazione urbanistica prevista nel vigente Piano regolatore del porto.

Com’è il caso del terminal crocieristico di costa Morena Est, perspicacemente previsto tra lo scarico del carbone e delle ceneri, oggetto di un’indagine della Magistratura ma che viene pubblicizzato su un depliant, pare portato a Miami, in questo modo: «La nuova stazione passeggeri crocieristica all’avanguardia è situata nel terminal di Costa Morena Est, giusto di fronte al magnifico Castello Alfonsino.  L’ormeggio lungo 400 metri, largo 50metri con profondità di 10 metri può ospitare navi da crociera di ultima generazione. Il terminal è a pochi minuti dalla superstrada che va a sud ( Lecce - 20 minuti 9) e a nord ( Bari - 60 minuti ). In 15 minuti puoi raggiungere l’Aeroporto internazionale di Brindisi, con centinaia di destinazioni europee, come la stazione e l’antico centro città dove poter fare una passeggiata».

Se le cose stanno così si è “venduta” un’opera che non esiste e che ci si augura non venga mai realizzata perché siamo allo stesso livello della recinzione di viale Regina Margherita. Insomma aspetti da rivedere ce ne sarebbero (sia nel piano della security che per altre “progettualità”). Dovrebbe essere logico e utile fermare le bocce per ripensare ruoli e rapporti diversi, che potrebbero portare grandi benefici all’economia della città e non essere solo, inutilmente e dispendiosamente, autoreferenziali.

 

 

 

 

 

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