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Economia

Enel, centrale turbogas: "L'elefante partorisce un brutto topolino"

Intervento delle associazioni ambientaliste sul progetto in sostituzione della centrale termoelettrica a carbone presentato dalla società

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla centrale Enel di Cerano a firma delle associazioni Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Isde –Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Legambiente, No al Carbone, No Tap, Salute Pubblica.

Forze politiche e sociali brindisine forse stanno cominciando a comprendere quanto era chiaro da tempo: Enel ha presentato un progetto in sostituzione della centrale termoelettrica a carbone di Cerano che tendeva unicamente a cercare di ricevere i finanziamenti del Capacity Market. Abbiamo detto più volte che Enel non avrebbe mai realizzato la terza fase del progetto iniziale a ciclo combinato e che il turbogas non aveva alcun futuro, ma abbiamo sentito un coro di consensi politici a sostegno della proposta Enel e addirittura attacchi alla commissione Via nazionale accusata di ritardare il giudizio di compatibilità, volutamente dimenticando l’anno perso da Enel nell’infruttuoso tentativo di sottrarsi perfino alla Valutazione di Impatto Ambientale ordinaria.

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Oggi scatta l’allarme perché l’elefante partorisce un brutto topolino, ma non vediamo ciò che chiediamo da tempo e continueremo a esigere: le istituzioni devono chiedere conto del perché Brindisi non sia destinataria dei finanziamenti del Just Transition Fund; Enel deve presentare un piano complessivo di smantellamento e bonifica degli impianti esistenti includendo la demolizione delle tramogge di Costa Morena e del nastro trasportatore, con ripristino dello stato dei luoghi; la realizzazione del piano suddetto è conditio sine qua non per dar corso a successivi progetti fondati su fonti rinnovabili: in parole povere prima si smantella e si bonifica e solo dopo si procede alla realizzazione di altro, un piano alternativo che preveda, oltre alla partecipazione al risanamento ed alla rigenerazione dell’intero territorio, investimenti su un grosso insediamento fotovoltaico con sviluppo della filiera dell’accumulo, su un impianto solare termodinamico, sull’idrogeno connesso agli impianti precedenti e ad un impianto di produzione da moto ondoso e su un grosso centro di ricerca applicata e di sostegno a start up legato alle fonti rinnovabili. 

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Il topolino turbogas non offrirebbe alcuna risposta positiva in termini occupazionali e, al contrario, allontanerebbe investimenti e soluzioni che vanno pretesi da Enel. Sarà la politica in grado di invertire la rotta o continueremo ad assistere alle lacrime di coccodrillo; ciò che pare difficile da commentare è che a fronte delle diffuse “preoccupazioni” non vi sia stato alcun intervento chiarificatore dell’azienda, in sostituzione della quale ha parlato Confindustria, a sua volta non offrendo alcun chiarimento sulla revisione in corso del progetto Enel. 

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