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Economia

Versalis, Macchia: "Basta contrapposizioni, serve un piano territoriale"

Intervista al segretario generale della Cgil: "Occorre un tavolo con il governo nazionale. Sviluppo, lavoro e ambiente devono coesistere". Saltato l'incontro in Regione fra il sindaco e la società

BRINDISI – “Tutti devono lavorare per unire questa città. Occorre fare sistema, coniugando sviluppo, lavoro e ambiente”. Antonio Macchia, segretario generale della Cgil Brindisi, invita a superare le contrapposizioni scaturite dalle ordinanze tramite le quali il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha disposto la sospensione delle attività dell’impianto di cracking dell’impianto Eni-Versalis, a seguito delle emissioni odorigene percepite la mattina del 20 maggio in città. I vertici della multinazionale e il primo cittadino si sarebbero dovuti incontrare stamani (giovedì 28 maggio) in video conferenza, presso la presidenza della Regione Puglia, ma l’incontro è saltato a seguito dell’aut aut posto da Versalis, che ha chiesto il ritiro immediato delle ordinanze come pre condizione per poter partecipare ai tavoli tecnici. 

Rossi: "Versalis non faccia pagare le ordinanze ai lavoratori"

Parallelamente alla diatriba con l’azienda, è in atto anche un aspro confronto fra il primo cittadino e le organizzazioni sindacali. Le segreterie territoriali di Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Ugl e Cisal ieri hanno nuovamente attaccato, con toni duri, l’operato del sindaco, tramite una nota congiunta che la scorsa settimana era stata preceduta da un altro comunicato, sottoscritto anche dalla Filctem-Cgil, in cui si paventava l’ipotesi di azioni legali contro il sindaco. Rossi, a sua volta, durante il consiglio comunale monotematico svoltosi ieri, ha parlato di “sindacalisti che perseguono obiettivi politici ai limiti della diffamazione e non mi sembra possano essere interlocutori seri di questa città”.

Antonio Macchia

Il segretario generale della Cgil come si pone in questa contrapposizione fra il sindaco e i segretari di categoria?

Le esternazioni poco controllate del sindaco sulla categoria e sulla Cgil che sono state formulate nel corso del consiglio comunale – dichiara Antonio Macchia - mi pare siano il frutto di elaborazioni mentali gratuite e che non hanno alcun riscontro nella realtà. Io credo che il sindaco possa lavorare per unire questa città, che non può essere per l’ennesima volta spaccata. Tra l’altro la nostra categoria non ha firmato l’ultimo documento. Significa che c’è una piattaforma, una proposta da fare. Noi sui temi ambientali ci siamo. Da anni, come dimostra anche la mia storia personale, facciamo battaglie sui temi della decarbonizzazione, della mobilità sostenibile, della chimica verde, del registro tumori, per ultimo anche sulla questione 5G. La tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini è primaria. Il sindaco questo lo sa bene e credo che quel suo intervento non sia servito a molto. 

Cosa pensa dell’ordinanza sindacale che ha bloccato le attività dell’impianto di cracking?

Capisco l’urgenza di quel provvedimento, ma mi sarei aspettato una informativa, anche preventiva, alle organizzazioni sindacali, per poter ragionare e poter anche interfacciarsi con i lavoratori. Adesso non è facile. Le persone hanno paura di perdere il posto di lavoro. Un passaggio propedeutico con le organizzazioni sindacali sarebbe stato di aiuto. 

Come si può uscire da questa contrapposizione?

I dati sugli sforamenti di benzene e toluene che ci ha fornito Arpa, al di là delle varie posizioni, stanno lì a testimoniare che siamo di fronte a un problema serio. Lo studio Forastiere del 2017 ci dice che c’è una correlazione fra molti tumori e l’inquinamento ambientale. La discussione cui stiamo assistendo in questi giorni non può servire alla città. Non servono le difese a oltranza. Non servono i ricatti occupazionali. Non servono le strumentalizzazioni politiche. Occorre fare un tavolo con il governo nazionale, i vertici Eni – Versalis nonché tutte le multinazionali del territorio. E’ evidente che è importante custodire quel sito, perché bisogna ragionare in termini di sviluppo per il territorio, contemperandolo con salute, lavoro e ambiente: la piattaforma della Cgil che abbiamo ribadito a più riprese. Occorre investire in nuove tecnologie, nell’ammodernamento degli impianti, nella rivalutazione dei processi di produzione. Ci vuole una progressiva integrazione nell’economia circolare. Occorre puntare molto su green economy, chimica verde, biocombustibili, bioplastica. 

Eni-Versalis ha annunciato che non parteciperà a tavoli tecnici, fino a quando non verranno ritirate le ordinanza sindacali. 

In questo momento bisogna trovare soluzioni operativamente percorribili e verificare quello che è accaduto riguardo agli sforamenti di sostanze inquinanti. Ma il punto essenziale è che devono coesistere sviluppo, lavoro e ambiente. Queste per noi sono le parole chiave per tutti i siti industriali presenti nel territorio. Il sindaco dovrebbe fare un piano territoriale dello sviluppo, cercando di intercettare tantissime risorse economiche stanziate negli anni, fra cui i fondi che l'Unione Europea ha licenziato a dicembre 2019 a sostegno dei processi di decarbonizzazione di 18 paesi, fra cui l’Italia. Si tratta di risorse destinate non solo al Sulcis e a Taranto, ma di cui può beneficiare anche il nostro territorio. 

La Fiom: "Serve un nuovo modello di sviluppo basato sull'ambiente

Anche il segretario generale della Fiom Cgil Brindisi, Angelo Leo, intervneie sulla questione Versalis con una nota che pubblichiamo di seguito

Molte piccole aziende del territorio non hanno più appalti nel petrolchimico. Centinaia di lavoratori con contratti a tempo determinato, una volta scaduti non vengono rinnovati. A questa crisi endemica si è aggiunta in ultima la pandemia da coronavirus. In questi ultimi giorni Versalis n polemica con l'amministrazione comunale di Brindisi, a seguito  del blocco degli impianti, ordinato dal sindaco Riccardo Rossi, in conseguenza di un aumento anomalo di benzene ed altre sostanze maleodoranti, diffonde tramite altri, l'ipotesi ( se la cosa perdura)
 di spedire tutte le maestranze a casa mollando Brindisi. In realtà (almeno per quanto riguarda il nostro settore) gran parte dei metalmeccanici manutentori sono già da tempo a casa o sono sparsi per il mondo pur di non rimanere disoccupati. 

Angelo Leo-4-2

Chi  entra per lavoro dentro il perimetro del petrolchimico, si trova davanti ad uno scenario spettrale. Enormi impianti abbandonati a se stessi, ruggine e palazzine in disfacimento, basterebbe dare avvio alle bonifiche e al risanamento ambientale per dare lavoro per almeno un decennio a migliaia di metalmeccanici espulsi dal mondo del lavoro negli ultimi anni nella nostra provincia. A nostro avviso il governo oltre a sostenere il reddito dei lavoratori e delle loro famiglie con la cassa integrazione, dovrebbe attivare un piano nazionale d'investimenti chiamando in causa anche le multinazionali che hanno sfruttato ed approfittato del nostro territorio per fare grandi profitti nei decenni precedenti disponendo senza limiti della terra, delle acque, e dell'aria circostante. Inoltre le stesse multinazionali che hanno pesantemente compromesso il nostro territorio, dovrebbero essere oggi obbligate a risanare, ripulire  e rendere disponibili  le immensi aree, rendendole disonibili ad un nuovo modello di sviluppo basato  sul rispetto dell'ambiente, della salute e sicurezza dei lavoratori innanzitutto e di tutti i cittadini che in sostanza sono le loro stesse famiglie.

La politica del " se volete il lavoro beccatevi l'inquinamento " è ormai fallita miseramente in tutto il mondo.  Anche a Brindisi, o si cambia registro oppure alla fine di questa pandemia, non rimarrà più in piedi un solo insediamento industriale degno di questo nome. Per diverse cause a Brindisi più  che altrove l'esercito dei disoccupati continua ad ingrossarsi di giorno in giorno, la politica, le istituzioni, le imprese, il sindacato, sono chiamati ad esercitare responsabilità. La cosa è  maledettamente seria.  Il pericolo di forti tensioni sociali è nell'aria e Brindisi è terreno assai predisposto. 
 

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