Lippolis: "Decarbonizzazione: se lavoriamo tutti insieme sarà un'opportunità di sviluppo"
Intervista al nuovo presidente di Confindustria Brindisi: "Quaranta aziende della provincia pronte a vaccinare i propri dipendenti. E il porto va valorizzato ulteriormente"
BRINDISI – Gabriele Menotti Lippolis è abituato a fare la spola tra le sue due città adottive, Ostuni e Milano. Sulla sua scrivania dell'ufficio di presidenza nella sede di Confindustria Brindisi ci sono diversi dossier: il primo è ovviamente quello del processo di decarbonizzazione. Risponde al telefono e incassa con un sorriso i complimenti dell'interlocutore. "Grazie, ma ci tengo a ringraziare tutte le imprese, sono stati in tanti a votarmi, ad affidarmi pro tempore questo incarico. E' da ieri (8 aprile 2021, ndr) che non sto fermo", dice. Mette giù e guarda una vecchia foto: è un'immagine del 1934 del porto di Brindisi. "E' un'infrastruttura molto importante, dobbiamo valorizzarla. E secondo me per far venire fuori un valore occorre sempre fare squadra". E' presidente di Confindustria Brindisi da pochissimo, dopo esserne stato commissario, ma i temi caldi incombono. Riceve un'altra telefonata, ascolta, annuisce. Alla fine esclama: "Sai cosa servirebbe? Un ministero per la Sburocratizzazione di questo Paese". E' un problema annoso, questo. Nel 1944, il 26 ottobre, nasceva l'Associazione degli industriali della provincia di Brindisi, poi Confindustria. Era in corso la seconda guerra mondiale. Adesso in Italia guerra non ce n'è, ma c'è uno scontro duro, contro il virus, contro il Covid. E un processo importante, quello per la decarbonizzazione, che interessa Brindisi. Lippolis è imprenditore di prima generazione, impegnato nel turismo, eventi green e comunicazione sostenibile. Originario di Francavilla Fontana, ha 43 anni. Ha condiviso la gioia della presidenza con le sue due donne: Marianna, la moglie, e la piccola Ludovica, di 2 anni. In Confindustria lo attendono tanti temi caldi.
E il primo è quello del processo di decarbonizzazione. Si rispetteranno le scadenze?
"Io faccio riferimento a un intervento del ministro Cingolani, che è stato molto chiaro: prima di arrivare all'idrogeno, c'è bisogno che si passi al gas, poi le rinnovabili, l'idrogeno. Il ministro ha indicato la strada, c'è bisogno di un passaggio intermedio, proprio per questo si parla di 'transizione energetica', di 'transizione ecologica'. Siamo in attesa, qui a Brindisi, della Valutazione di impatto ambientale del Mite (ministero della Transizione ecologica, ndr) per dare la possibilità alla centrale Federico II di poter andare avanti e di poter rispettare la deadline del 2025. Noi a Brindisi, con Enel, abbiamo realmente cominciato questo processo. Abbiamo su questo territorio grandi imprese che rispettano gli impegni presi con i cittadini e con le Istituzioni".
Altro tema caldo, che sembra rientrato, quello della Sir. E' emblematico dei problemi legati all'occupazione?
"E' normale che in un processo simile si incontrino problemi. Siamo stati noi stessi a dire che nel 2025 mancheranno circa 3mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti. E' una nostra preoccupazione. Dobbiamo tutti metterci intorno a un tavolo per cercare nuove strade di sviluppo, che creino nuovi posti di lavoro. Abbiamo messo sul tavolo possibili investimenti per 2,5 miliardi di euro e ne potrebbero arrivare ancora di più, ma serve un territorio non ostile alle imprese, che acceleri sulle autorizzazioni da rilasciare alle imprese. Parliamo di investimenti green".
Come sono andate le trattative?
"Si parla di un rinnovo di contratto. L'azienda che ha vinto l'appalto, la Sir, nello schema non lascia a casa nessuno. Guardandomi indietro, negli anni passati, nel rinnovo di Enel sullo scarico del carbone, ci sono state trattative lunghe sei mesi. Noi abbiamo visto in questo caso, con Enel e Sir, sindacati responsabili, fermi ma responsabili. E' stata importante anche la terzietà del prefetto Carolina Bellantoni, che ha condotto tutti a intraprendere un percorso unitario, di conciliazione".
Che impatto ha la decarbonizzazione sull'occupazione qui nel Brindisino?
"Le tonnellate di carbone che arrivano nel porto sono diminuite drasticamente, poi si andrà a scemare andando verso il 2025. Il problema occupazionale c'è, non mettiamoci le bende davanti agli occhi. Ma come Confindustria stiamo cercando di fare il nostro. Bisogna creare delle filiere alternative a quella del carbone. Il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi ha detto che Brindisi e il suo porto sono una risorsa fondamentale di sviluppo per il Paese, non per il Sud, per il Paese".
A marzo il porto di Brindisi ha fatto registrare importanti volumi di crescita, nonostante la pandemia.
"Le infrastrutture sono essenziali per questo territorio. C'è un tavolo sul porto di Brindisi, col Mise (ministero dello Sviluppo economico, ndr), con la sottosegretaria Todde. Abbiamo parlamentari del territorio, abbiamo una sottosegretaria, Anna Macina, che fa parte di questo Governo. Insieme alle Istituzioni locali possiamo pretendere che il porto di Brindisi torni a essere un grande porto. Dobbiamo essere tifosi e innamorati del nostro porto, della nostra terra. Dobbiamo prendere in mano il nostro futuro e spiccare il volo, per il bene delle future generazioni, delle nostre giovani donne e dei nostri ragazzi. Devono poter scegliere di rimanere nel proprio territorio per lavorare, per costruirsi il futuro".
Cambiando argomento, parliamo di vaccini: c'è la possibilità di vaccinare i dipendenti presso le aziende?
"C'è la disponibilità. Come Confindustria nazionale abbiamo raccolto 7.500 disponibilità in tutto il Paese. A Brindisi sono 40 le aziende che si sono offerte di vaccinare nei propri uffici e nei propri opifici. C'è stato un protocollo siglato con il ministro Orlando per poter vaccinare all'interno delle imprese. Adesso questo protocollo deve diventare realtà. Sarebbe importante per tutto il tessuto produttivo. Noi come Confindustria avevamo dato la possibilità di pagarli, i vaccini. Riteniamo giusto che i nostri collaboratori possano essere tutelati da parte nostra, nei luoghi di lavoro. I vaccini sono la priorità adesso, per ripartire".
Parliamo del suo, di luogo di lavoro. Ha già cambiato qualcosa nell'ufficio?
"Non ho cambiato niente qui dentro. Sarà così da tanti anni probabilmente. Sto solamente aggiornando dal punto di vista tecnologico gli spazi. Per le videoconferenze. Visto il periodo, servono molto. Ma sto cominciando a potenziare tutta la rete qui in Confindustria".
Quindi, si comincia presto.
"Ho già cominciato. Non ci sarà, comunque, un uomo solo al comando, ma ci sarà una squadra, formata da tutte le aziende associate, dal consiglio generale che nel periodo di commissariamento non mi ha fatto mancare il suo sostegno. La settimana prossima arriveranno le deleghe per la squadra di presidenza. Tutte le collaboratrici e i collaboratori di Confindustria hanno grandi capacità, insieme potremo crescere ancora di più. E vale anche per il territorio brindisino. C'è tanto da fare, dobbiamo lavorare in sinergia tutti insieme: noi, sindacati, Istituzioni e associazioni".