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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

La Provincia dice no al piano Edipower. Sindacati allarmati per il futuro

E adesso il sindacato è ancora più preoccupato per la sorte del personale della centrale Edipower A2A di Brindisi, costruita negli anni ’70 da Enel (quando funzionava a gasolio e provocava piogge acide), poi riconvertita a carbone, poi ceduta con la liberalizzazione del mercato dell’Energia a Edison, e più recentemente passata ad A2A

BRINDISI – E adesso il sindacato è ancora più preoccupato per la sorte del personale della centrale Edipower A2A di Brindisi, costruita negli anni ’70 da Enel (quando funzionava a gasolio e provocava piogge acide), poi riconvertita a carbone, poi ceduta con la liberalizzazione del mercato dell’Energia a Edison, e più recentemente passata ad A2A dopo lo spezzatino del secondo gruppo energetico nazionale. La mina poderosa all’iter del piano industriale della multiutility milanese, che sta virando sempre più verso le fonti rinnovabili e il mercato finanziario che ruota attorno alla produzione di energia, è il provvedimento dirigenziale del Settore ambiente della Provincia, il numero 54/2015, con cui si esprime giudizio non favorevole circa la compatibilità ambientale del  progetto di revamping dell’impianto di Costa Morena..

Progetto che prevede la riduzione dell’impianto ad un solo gruppo alimentato a carbone e ad Ecoergite (brevetto A2A), un nuovo combustibile solido secondario ricavato dalla frazione secca degli Rsu urbani, da produrre in un apposito impianto da realizzare accanto alla stessa centrale, ferma ormai da oltre un anno. Adesso i sindacati scrivono al prefetto e ricordano che  il 15 aprile Filctem Cgil - Flaei Cisl - Uiltec Uil avevano espresso forte preoccupazione per il futuro dei lavoratori Edipower, al termine di uno dei tanti incontri sulla vertenza. “In quella occasione concordammo sulla necessità di convocare un tavolo di crisi subito dopo la pubblicazione del provvedimento, pertanto, le chiediamo – dicono i sindacati al prefetto Nicola Prete - una convocazione urgente di  A2A, Edipower, istituzioni locali e parti sociali, per valutare ogni possibile ipotesi alternativa per il mantenimento dei livelli occupazionali nel sito di Brindisi”.  

Lavoratori Edipower il 19 giugno a Roma-2“La crisi degli impianti termoelettrici italiani dopo la grande espansione delle energie rinnovabili, la contrazione della domanda nel mercato elettrico e l’impossibilità a concretizzare nuovi investimenti, sta portando tutte le società elettriche a dare avvio a consistenti piani di riduzione del personale attraverso gli strumenti della mobilità, dei contratti di solidarietà e dei prepensionamenti.

Questa condizione di crisi occupazionale ha indotto le organizzazioni sindacali a organizzare un presidio di lavoratori elettrici in piazza Montecitorio a Roma, lo scorso 19 giugno, per manifestare tutto il malessere del settore. Tra le varie delegazioni, anche, una visibile rappresentanza di lavoratori della centrale Edipower A2A di Brindisi”, scrivono i sindacati.

Indipendentemente dall’esito delle pressioni sindacali sul governo, privo da sempre di un piano energetico nazionale (anche la gestione Renzi non ha prodotto una svolta nel settore), ora a Brindisi è il momento di passare dalle diverse posizioni sulla sorte della centrale Edipower, ai fatti. Ci sono cento dipendenti diretti dell’impianto e tutto l’indotto da salvare. E bisogna vincolare A2A, in caso di abbandono del progetto e di riapertura della centrale, alla bonifica dell’area, che di per sé può essere una occasione di lavoro per un arco temporale bastante a trovare ulteriori soluzioni. Ma serve anche altro.

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