La Cisl a Cerano discute di industria
BRINDISI - Il sistema industriale brindisino ha prodotto 1500 posti di lavoro nel 2011, dice la Cisl, e di fatto smentisce chi tra i sindacati parlava di preoccuopanti involuzioni. Ciò è avvenuto parallelamente ad un ampio ricorso alla cassa integrazione, ma non vi è stata l'emorragia dei posti di lavoro che ha segnato altre aree. Un dato comunque su cui la Cisl provinciale poggia un progetto che parte dalla conservazione dell'apparato produttivo, e rilancia l'oppozione a quella che dewfinisce la politica del no da parte di alcune istituzioni, riferendosi chiaramente e soprattutto alla questione del rigassificatore British Gas di Capo Bianco.
BRINDISI - Il sistema industriale brindisino ha prodotto 1500 posti di lavoro nel 2011, dice la Cisl, e di fatto smentisce chi tra i sindacati parlava di preoccupanti involuzioni. Ciò è avvenuto parallelamente ad un ampio ricorso alla cassa integrazione, ma non vi è stata l'emorragia dei posti di lavoro che ha segnato altre aree. Un dato comunque su cui la Cisl provinciale poggia un progetto che parte dalla conservazione dell'apparato produttivo, e rilancia l'oppozione a quella che definisce la politica del no da parte di alcune istituzioni, riferendosi chiaramente e soprattutto alla questione del rigassificatore British Gas di Capo Bianco.
Emblematica la scelta dell'Ust Cisl di Brindisi, che ha scelto la sala conferenze della centrale termoelettrica di Brindisi-Cerano Federico II, messa a disposizione da Enel, per tenervi martedì 18 ottobre il proprio consiglio generale dedicato al tema "Polo industriale di Brindisi: quali prospettive?", che sarà introdotto da una relazione di Corradino De Pascalis, segretario generale dell'Unione Sindacale Territoriale, "sulle principali tematiche connesse al sistema industriale brindisino ed alle sue prospettive di sviluppo". Ai lavori parteciperà Giulio Colecchia, segretario generale della Cisl di Puglia, mentre in conclusione è previsto l?intervento del segretario nazionale confederale con delega alle politiche industriali, Luigi Sbarra.
De Pascalis, ha voluto sottolineare l'attenzione della Cisl per iil polo industriale, "poiché attraverso di esso passa circa il 45 % del Pil della nostra provincia e che tenendo conto il solo anno 2011, il sistema industriale ha prodotto ben 1500 nuovi posti di lavoro, i quali, purtroppo, non sono sufficienti a colmare il deficit occupazionale generato da scellerate azioni di governo, sia a livello nazionale che regionale, attraverso la cosidetta politica del no, che di fatto sta provocando un vero disastro occupazionale e le forti tensioni sociali ad esso connesse. Anche attraverso iniziative come il consiglio generale presso la centrale di Cerano, intendiamo - dice De Pascalis - richiamare l?attenzione delle istituzioni e dei partiti, sulla necessità di tutelare i nostri apparati produttivi".
Ma l'attacco alla cosiddetta politica del no, e alle politiche industriali della Regione Puglia, nella sua foga trascura di valutare tutto ciò che invece è stato fatto proprio per l'industria regionale dalla giunta Vendola, attraverso anni di contratti di programma e Pie, che non solo hanno sostenuto finanziariamente, e non solo con leggi e bandi, anche importanti gruppi nazionali ed internazionali negli investimenti su nuove filiere produttive e nella ricerca (anche a Brindisi), ma hanno garantito ed incrementato i livelli occupazionali anche tra le Pmi. Tutto ciò, evidentemente, non può essere messo indiscussione dal no al progetto di British Gas.